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Ci sono venerdì sera e venerdì sera. Uno dei miei venerdì sera preferiti prevede un programmino molto semplice, di quelli che alla soglia dei 30 anni fanno sempre più gola: cena da asporto, divano e il mio episodio settimanale di And Just Like That. Poi, subito dopo, accensione del pc e via con la recensione, con me che comincio a digitare sulla tastiera del mio portatile sentendomi un po’ Carrie Bradshaw. Un po’ più giovane e decisamente più povera, ma questo al momento non è importante. Quel che importa è che finalmente a partire da oggi, venerdì 30 maggio, questo programmino può tornare a essere la mia realtà.
È successo: And Just Like That è tornata. A quasi due anni – era agosto del 2023 quando andavano in onda le ultime puntate della seconda stagione dello spin off di Sex And The City – dall’ultima volta. Quasi due anni dalla recensione dell’episodio 2×11, il finale di una stagione che non mi aveva convinto ma che – devo ammetterlo – aveva avuto anche i suoi buoni momenti. O forse il tempo che passa ha mitigato i ricordi, può anche darsi. Fatto sta che, per quanto mi piaccia criticare ogni singola scelta presa dagli sceneggiatori della serie, mi piace ancora di più guardare il mio episodio e poterlo commentare qui, insieme a voi.
Carrie Bradshaw è tornata e insieme a lei sono tornate anche le recensioni di Hall of Series. Che bello poterlo dire! E allora bando alle ciance: iniziamo.
And Just Like That: dove eravamo rimasti?

Due anni sono passati dall’ultima volta che noi spettatori abbiamo avuto il piacere di partecipare alla vita di Carrie, Charlotte e Miranda. Sì, certo, ora ci sono anche altre amiche, ma qui siamo in un safe space e non c’è bisogno di fingere: lo sappiamo tutti che le loro storie non ci interessano tanto quanto quelle delle protagoniste originali. Non sono mai riuscite a prenderci al 100%. Comunque sia, il lasso temporale narrativo trascorso dall’ultimo episodio della stagione precedente è ben più breve. Facciamo un breve recap. Avevamo lasciato Carrie fresca fresca di acquisto di una casa gigante che potesse ospitare Aidan e all’occorrenza anche i suoi figli. Ma Aidan, lungi dal cominciare la nuova vita insieme, le aveva comunicato il suo bisogno di tornare in Virginia, a causa dei problemi di uno dei suoi figli. Per 5 anni. E ripeto: 5 LUNGHI ANNI.
Partire come sempre da Carrie non significa però tralasciare le altre protagoniste di And Just Like That. Alla fine della seconda stagione Miranda era finalmente single dopo la fine della storia con Che. Una storia che, a dirla tutta, avrebbe dovuto vedere la fine ben prima. Charlotte invece, dal canto suo, era tornata a lavorare dopo tanti anni, mettendosi quindi alla ricerca di un rinnovato equilibrio familiare.
Le donne che ritroviamo nella 3×01 non sono in situazioni troppo diverse, sono semplicemente più abituate a starci dentro.
Carrie è, e qui cito una frase dell’episodio, “una donna adulta in una grande città con una grande casa”. Grande, anzi, grandissima, abbastanza da sembrare un labirinto. Una casa per una famiglia numerosa, non per una donna che usa un quarto dello spazio e corre da una parte all’altra con tanto di brutti scivoloni. Cosa, questa, che a mio avviso mette fin dall’episodio 1 delle solide basi per un altro – l’ennesimo – cambiamento di residenza.
Ormai abituata all’idea che la sua relazione sia stata messa in pausa, Carrie si sente comunque una donna impegnata e non prende di buon grado le critiche (ma anche solo i dubbi) che vengono rivolte alla situazione. A ben vedere, però, tra un tentativo e l’altro di ravvivare la relazione/non relazione con Aidan con del sano sesso telefonico, si rende conto di quanto la pausa nella relazione stia significando per lei una più generale pausa della sua vita tutta.

Chi invece a mettere in pausa la sua vita relazionale non ci pensa proprio è Miranda.
Colei che per parecchio tempo è stata il mio personaggio preferito della serie e oggi mi sembra più che altro una macchietta di se stessa, si gode la ritrovata solitudine cercando avventure da bar. Chi cerca trova, direte voi. Ma a volte trova le cose sbagliate. Nel caso specifico trova una suora alla sua prima esperienza, tanto sessuale quanto newyorkese. Una suora turista con un approccio davvero parecchio diretto e sicuro di sé per essere, per l’appunto, una suora over 50 alla sua prima esperienza con il sesso. E così Miranda torna un po’ ai vecchi tempi, alle indecisioni sul da farsi con persone decisamente diverse da lei (leggi Steve). Ma neanche questo rende il personaggio di oggi quello che piaceva a me.
Quanto a Charlotte, il personaggio che ritroviamo all’inizio di questa nuova stagione di And Just Like That è alle prese con problemi del primo mondo. Anzi, che dico, del primissimo mondo. Nel caso specifico, una diatriba sul suo cane con una signora al parchetto, che lo accusa di aver fatto del male alla sua cagnolina. Insomma, non la storyline del secolo, ma certamente una storyline coerente con il suo personaggio. E quindi Charlotte, grazie di esistere: sei la garanzia di cui abbiamo sempre bisogno.
Cosa ci dà dunque di nuovo da dire la 3×01 di And Just Like That?
In realtà poco o niente. Lungi dall’essere un episodio denso di nuovi spunti narrativi, Risvolto positivo pone semplicemente le basi di quello che (si spera) vedremo negli undici episodi che lo seguiranno. Sicuramente le protagoniste che ritroviamo all’inizio di questa stagione sono donne più decise rispetto a quelle che avevamo lasciato, meno in preda ai dubbi relativi a cambiamenti imminenti o alle sofferenze legate alla fine – o alla pausa – di una relazione importante. Oggi Carrie, Miranda e Charlotte stanno bene, o almeno abbastanza bene.

Stanno abbastanza bene anche Lisa e Seema. Seema cerca di portare avanti la sua relazione a distanza, ma a differenza della pausa di Carrie ha durata davvero breve. Questo perché lui è totalmente preso da se stesso? Certo che sì. Ma sotto sotto anche perché lei è esattamente uguale. E se già una relazione tra due persone vicine fa fatica con questi presupposti, una relazione a distanza non ha chance di sopravvivenza.
Quanto a Lisa invece, è in una fase della vita a dir poco piena, tra la campagna elettorale del marito e la partenza del suo progetto di documentario sulle donne nere sconosciute ma pioniere nei loro rispettivi campi d’azione. Il fatto che alla lista le venga chiesto di aggiungere Michelle Obama, che di sconosciuto non ha proprio nulla, sembra turbarla il giusto. Ma quanto alla sua trama, mi aspetto che prima o poi venga a ribussare alla sua porta emotiva l’aborto spontaneo della stagione precedente.
Questo nuovo episodio di And Just Like That non ci dà molto da commentare, ma qualcosa ce lo lascia.
Questo qualcosa è la possibilità di ricominciare. E soprattutto è la voglia di farlo. Dopo tutte le volte in cui le protagoniste si sono già messe in gioco nel corso delle due stagioni precedenti, sono disposte a farlo ancora. Lo fanno a partire dalle basi che hanno posto sul finire della seconda stagione e che questo episodio non ha fatto altro che rendere più salde. Ma lo fanno anche a partire da loro stesse. In particolare Carrie, Miranda e Seema decidono di non appoggiarsi più solo all’altro, di non orientare le proprie scelte di vita verso un sole che non è il loro. Sono loro ad avere le redini delle loro vite, e decidono consapevolmente di riprenderle in mano.
Come? Ognuna a suo modo, e quello di Carrie è decisamente la scrittura. Quando Carrie Bradshaw non ha il blocco dello scrittore, qualcosa di bello può ancora accadere. E fu così che la donna si chiese in cosa si fosse andata a cacciare.