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Perché dovreste assolutamente guardare Your Honor

Per chiunque abbia vissuto l’esperienza di Breaking Bad è impossibile dimenticare l’iconico Walter White di Bryan Cranston, incredibile interprete che, a distanza di più di sette anni dall’epilogo della serie cult di Vince Gilligan, torna ancora una volta a dare magistralmente corpo al lato oscuro dell’uomo comune.

Su Sky Atlantic infatti sta per debuttare un titolo imperdibile: il 24 febbraio andranno in onda i primi due episodi di Your Honor, la nuova miniserie in 10 puntate di Showtime adattamento della serie israeliana Kvodo, con protagonista proprio il pluripremiato attore statunitense (qui potete trovare la classifica delle sue 5 migliori performance).

Michael Desiato è un rispettato giudice di New Orleans, un uomo integerrimo che ha fatto della giustizia la propria stella polare e che, a seguito del violento assassinio della moglie, vive da solo con il figlio Adam (Hunter Doohan), un ragazzo timido e appassionato di fotografia. Il giorno del primo anniversario della morte della madre, Adam va a portare una foto incorniciata e un mazzo di fiori nel luogo in cui è avvenuta la tragedia, una zona di periferia piuttosto malfamata, ma viene avvicinato da una gang che sembra non avere buone intenzioni: spaventato e colto da un attacco di asma, si precipita in macchina e fugge a tutta velocità, ma a un incrocio finisce per investire accidentalmente un motociclista.

Sopraffatto dallo shock, il ragazzo omette di prestare soccorso a quello che si rivela un giovane coetaneo agonizzante sul ciglio della strada, decretandone la morte dopo interminabili attimi di atroci sofferenze. Devastato dal senso di colpa Adam rivela l’accaduto al padre, che di fronte a quel drammatico racconto non mostra alcuna esitazione: bisogna fare ciò che è giusto.

Your Honor

Accompagna così il figlio al distretto di polizia perché confessi, ma è proprio a questo punto che l’intera vicenda delineata in Your Honor, così come la stessa esistenza di Michael, subiscono una determinante e irreversibile torsione.

Nel momento in cui Michael scopre che l’identità della vittima è quella di Rocco Baxter, il figlio del più potente e pericoloso boss della città Jimmy Baxter, prende istintivamente una decisione che sconvolgerà per sempre la sua vita: sceglie di tacere perché per Adam finire in prigione significherebbe andare incontro a morte certa. La criminalità organizzata gli ha già portato via sua moglie e non è disposto a correre il rischio di perdere anche suo figlio, la sua unica ragione di vita.

La pregnante portata introspettiva di Your Honor inizia così a dispiegarsi in maniera cadenzata e graduale di pari passo con la sua sempre più avvincente componente thriller, per poi esplodere in un’ondata impetuosa che travolge Michael trascinandolo da un espediente all’altro, senza tregua. Una forza volubile e indomabile che si abbatte al contempo sullo spettatore sradicandolo dalle sue più ferme convinzioni ed esponendolo, solo e spaventato, di fronte allo stesso atroce dubbio: cosa saresti disposto a fare e quale persona accetteresti di diventare pur di salvare tuo figlio?

Un amore di quel livello è capace di spaccarti in due, trasformandoti in un modo che non avresti mai creduto.

Michael Desiato

Antagonista principale di Cranston è Michael Stuhlbarg nel ruolo di Jimmy Baxter, un impietoso criminale capace di terribili nefandezze ma anche un amorevole padre, devastato dal dolore e bramoso di vendetta: una prova attoriale capace di sorprendere proprio perché riesce a infondere struggente umanità in una figura deplorevole. Il risultato è un’affascinante ambiguità che stempera la dicotomia tra buono e cattivo, rendendo il villain di Your Honor l’oscuro contraltare del tormentato protagonista ma, allo stesso tempo, la sua nemesi.

L’amore di un padre per i figli è incondizionato.

Jimmy Baxter

La situazione si complica ulteriormente quando dell’omicidio del giovane Baxter viene accusato Kofi Jones (Lamar Johnson), un diciassettenne di colore che si assume la colpa per coprire la gang di cui fa parte, ma che Michael e Adam sanno essere innocente. Una svolta cruciale che apre un deprimente spaccato sulla corruzione imperante all’interno del corpo di polizia di New Orleans, e sulla discriminazione razziale e sociale che l’imponente macchina della giustizia infligge in maniera più o meno velata alle categorie più svantaggiate: ai tanti “nessuno” che abitano le case malandate dei sobborghi desolati e ostili della città, dove l’unica regola è quella di sopravvivere.

L’assillo si arricchisce allora di una domanda ancora più destabilizzante: continueresti a proteggere i tuoi affetti anche se insistere nel silenzio potesse far del male a un innocente? Rimarresti sordo al grido di aiuto di chi rischia la sua vita al tuo posto?

Se da un lato il protagonista di Your Honor sembra rievocare l’Heisenberg di Breaking Bad nel piegare il proprio codice morale di fronte a esigenze di forza maggiore e nel costruire una ingarbugliata quanto geniale rete di bugie e sotterfugi per raggiungere il suo scopo, costantemente invischiato in situazioni scottanti lontane anni luce dalla sua realtà ordinaria e stretto tra l’incudine e il martello, dall’altro lato sembra persino alludere all’Antigone di Sofocle.

L’eroina della tragedia greca rimarca una netta distinzione tra legge scritta, posta dall’autorità pubblica, e legge naturale, insita nella natura umana e preesistente alla stessa società civile.

Tra le due fonti del dovere, la ragazza sceglie di obbedire a un ideale di giustizia primordiale, più alto di quello autoritativamente imposto, determinata a dare sepoltura al cadavere del fratello pur contro la volontà del re di Tebe, che l’ha vietata con un decreto. 

Your Honor

Michael Desiato ha fondato il suo intero apparato di valori sul rispetto della legge e ha vissuto la maggior parte della sua esistenza applicando la Giustizia, un ideale così dirompente da assurgere quasi a personificazione, con il quale il giudice è divenuto un tutt’uno. Eppure ciascuno dei principi in cui crede si sgretola inesorabilmente come sabbia al cospetto del sentimento più viscerale e potente di tutti: l’Amore.

Neppure il determinismo che cosparge l’imprevedibile e sconvolgente finale, che conclude Your Honor aprendo al contempo un nuovo vortice di domande destinate a restare insolute, è in grado di rivelarci in fondo quale tra le due opposte e insopprimibili versioni della giustizia sia davvero quella giusta. La posizione che l’epilogo sembra suggerire a una prima impressione, infatti, può essere facilmente rovesciata nel momento in cui ci lasciamo attrarre dal ragionamento contrario.

Forse l’unica verità è che a questa destrutturante domanda esistenziale una risposta corretta, semplicemente, non esiste.

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