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Joe Goldberg allo specchio: da stalker a stalkerato

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Attenzione: questo articolo contiene pesanti spoiler sulla seconda stagione di You!

Cosa succede quando è lo stalker a essere stalkerato? Questo è quello che si chiede il pubblico all’inizio della seconda stagione di You (già uno degli show più visti di Netflix nel 2019).

Joe Goldberg è abituato a essere il regista, a programmare tutto quello che succederà. Nulla sfugge ai suoi meticolosi ragionamenti: chi togliere di mezzo, come farlo, in che modo nascondere le prove contro di lui. Anche quando compie qualche mossa avventata, Joe riesce in poco tempo a volgere la situazione a suo favore. Il ritorno di Candace, però, mette in dubbio ogni sua certezza. Stavolta Joe non è il solo a spiare, seguire e pianificare. C’è qualcosa di diverso e imprevisto. E non è soltanto Candace. Con cosa si ritrova a fare i conti Joe Goldberg?

Joe stavolta è costretto alla fuga. Lo scopriamo dopo il suo incontro con Candace. Sopravvissuta al suo tentato omicidio, la ragazza è tornata a New York per reclamare vendetta. Anziché contattare la polizia, Candace sceglie una via più lunga e tortuosa per dare più problemi possibili a Joe. Ecco allora perché il protagonista di You si ritrova a Los Angeles, l’ultimo posto in cui si sarebbe mai immaginato di andare.

Questa è la prima volta che Joe si trova costretto a scappare, che c’è qualcuno alle sue spalle, pronto a farlo cadere in trappola. Nella prima stagione di You si era visto un Joe artefice del proprio destino, adesso è tutto diverso.

Per assicurarsi una maggior copertura, Joe Goldberg decide di cambiare identità e assumere quella di Will Bettelheim, rinchiudendo il vero Will nel suo garage, nella famosa cella di plexiglass. Nuova città, vecchie abitudini. Anche se i primi approcci di Joe nei confronti di Love Quinn mostrano un chiaro cambiamento rispetto al protagonista della prima stagione di You. Il ragazzo sembra consapevole di aver compiuto atrocità in passato e pare pronto a gestire tutto in maniera completamente diversa.

Eppure, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Infatti Joe non soltanto si ritrova ugualmente a spiare Love, seguirla e cercare di scoprire in maniera ossessiva qualsiasi cosa la riguardi, ma commette anche un altro omicidio. Si tratta di Jasper, un uomo a cui il vero Will Bettelheim doveva dei soldi. Presentandosi davanti a Joe (credendo fosse Will, siccome non lo aveva mai visto), gli taglia un dito della mano come monito. Joe rimane scioccato – solitamente è lui a compiere violenze – ma questo gesto forse contribuisce a far salire a galla un altro nemico, oltre a Candace: il passato.

Uccidendo Jasper, lo stalker pazzoide si vendica del dito amputato, ma il danno fisico resta comunque e diventa un simbolo della violenza: è una violenza che Joe non subisce per la prima volta. Infatti, da bambino, ha dovuto fare i conti con il padre: un uomo irascibile, che non esitava ad alzare le mani né sul figlio, né sulla moglie. Scopriamo queste cose in una serie di flashback che si ripresentano nella mente di Joe. Più avanti nella stagione, grazie a un altro ricordo, emerge un momento cruciale della vita di Joe. Per mettere fine alle torture, in un momento in cui suo padre stava facendo del male a sua madre, il bambino impugna una pistola e lo uccide con un colpo.

Si tratta del primo omicidio di Joe. Un omicidio che sua madre cerca di giustificare dicendo al bambino che comunque lo ha fatto per salvarla.

Da qui probabilmente scaturisce nella mente del ragazzino un’idea assolutamente sbagliata riguardo l’uccidere: si può fare a fin di bene. Beh… non esiste nulla di più falso.

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Il dubbio, però, si insinua nella mente di Joe che nel corso della seconda stagione si pone come obiettivo quello di non uccidere più nessuno e di diventare una persona migliore. Dentro di sé sa che l’episodio del padre ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo della sua personalità, così come gli abusi subiti da Mr. Mooney, padre adottivo e proprietario della libreria di New York dove ha lavorato. E questa è la sostanziale differenza con la prima stagione, Joe inizia a porsi delle domande e si dà anche delle risposte che però non riescono ugualmente a trattenerlo (un protagonista diverso o uguale, dunque, rispetto a quello della prima stagione? Vi spieghiamo il paradosso qui).

Dopo Jasper, infatti, Joe uccide anche Henderson, un uomo che con l’inganno scattava foto osé alla piccola Ellie, vicina di casa 15enne di Joe, sorella di Delilah, a sua volta stata vittima di Henderson quando era più piccola. In Joe si ripresenta la questione dell’omicidio giustificato: sa di aver compiuto un errore, ma allo stesso tempo si giustifica pensando che tanto a morire è stato un uomo spregevole. Quello che egli non riesce a capire, è che col male non può salvare dal male. Giusto e sbagliato sono fusi nella mente del protagonista di You che non si rende conto del tutto di essere lui stesso una persona spregevole, che merita una punizione esemplare.

Joe Goldberg si ritrova dunque in crisi: da una parte c’è Candace che lo fa sentire braccato, dall’altra c’è il suo passato che si ripresenta prepotentemente nella sua testa. Il cacciatore diventa anche preda. Joe non capisce come risolvere né l’una, né l’altra questione perché le uniche cose che riesce a fare sono orrori indescrivibili. Ogni volta che il protagonista di You sembra ragionare, l’attimo dopo compie un’altra azione deprecabile.

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Negli ultimi minuti della seconda stagione, abbiamo la conferma che Joe non ha perso le vecchie abitudini. Bisogna dunque attendere ancora il momento della condanna, il momento in cui Joe si troverà finalmente a fare i conti con le proprie deplorevoli azioni.

Leggi anche – You, la recensione della seconda stagione