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Tutte le volte in cui You ha sfidato la nostra sospensione dell’incredulità

You, come ormai ben sappiamo, è un thriller psicologico che ha come protagonista un libraio newyorkese, all’apparenza innocuo, che tende ad amare in maniera patologica e pericolosa.

Se volete sapere perchè è diventata un successo mondiale leggete qui; se invece volete ripassare tutte le volte in cui You ha sfidato la nostra sospensione dell’incredulità proseguite nella lettura.

Facciamo una brevissima premessa; si ha sospensione dell’incredulità quando ognuno di noi è disposto a credere a una storia vista in tv, alle vicende raccontate da un libro, e lo facciamo perchè quello che ci viene proposto è verosimile: quando ti avvicini a una forma d’intrattenimento qualunque devi essere disposto a credere. Non importa se quello che ti viene presentato è fittizio. Anzi, sai già che lo è, l’importante è che sia plausibile. Più ci si discosta dalla realtà, più si fa fatica a considerare credibile ciò che ci viene presentato.

You è una serie tv che ci fa sospendere le nostre facoltà critiche, ci fa ignorare le incongruenze secondarie e si rende irresistibile, però, diciamoci la verità, nel corso delle sue prime due stagioni, You ha messo a dura prova la nostra fede in diverse occasioni.

Il registro della sceneggiatura è paradossale, grottesco, tragicomico, volutamente surreale e in questo si trova la reale bravura degli attori. I protagonisti riescono a recitare sul filo sottile di un doppio registro, noir e surreale appunto. Il protagonista è un eterno bambino, con un passato traumatico, che ha sviluppato un comportamento di facciata, che non sa cosa sia l’amore e per questo lo idealizza e ne è ossessionato.

Ripercorriamo insieme tutte le volte in cui You ha sfidato la nostra sospensione dell’incredulità.

You

You è una delle serie più travolgenti reperibili su Netflix trattando tematiche molto complesse come l‘amore che diventa ossessione, lo stalking, il voyeurismo.

You pecca in tantissime cose, ma evita sempre la noia (soprattutto nella prima stagione) e questo è praticamente un piccolo miracolo perché la sua struttura narrativa è un circolo vizioso: Joe (Penn Badgley) ha un’ossessione, si impiccia nella vita della sua ossessione e di chi la circonda, le cose si mettono male.

La storia ti prende, Penn Bagdley è veramente bravissimo a fare il sociopatico, ma questo si era capito anche in Gossip Girl, ricordate Dan Humphrey? In You, però, ci sono tanti punti davvero poco credibili; iniziamo a ricordarne alcuni:

  • New York ha 8 milioni e mezzo di abitanti ma Joe impiega 5 minuti a trovare, su tutti i social esistenti, la ragazza che incontra per caso in biblioteca (Beck) e di cui si innamora all’istante, e ad ottenere tutte le info necessarie per far partire il suo piano di conquista.
  • Forse Beck pensa di vivere a Stars Hollow e non a New York, perchè la bella sprovveduta mette anche il suo indirizzo di casa su Facebook; a questo punto non ci sorprenderemmo se accettasse anche le caramelle dagli sconosciuti.
  • Beck oltre a non avere la privacy sui social, non ha privacy nemmeno in casa, addirittura non ha tende alle finestre, quindi a Joe basta presentarsi sotto casa di Beck per poter assistere (lui come mezza New York City) alla vita domestica di Beck, scene di sesso ed autoerotismo incluse. Ben poco realistico, ma è talmente funzionale al plot e a certi temi della serie, che continuiamo a guardare la serie.
  • Passiamo poi alla protagonista assoluta dell’assurdità: la gabbia di vetro; per la gabbia non solo si sospende l’incredulità ma quasi si è invogliati a cambiare serie. Pare che in questa celletta di vetro il vecchio proprietario della libreria, mentore di Joe, fosse solito conservare importanti manoscritti; il nostro eroe la utilizzerà invece per sequestrare le sue vittime.
  • Partito lo stalking, Joe si trova, guarda caso, alla stazione proprio quando c’è Beck e proprio in quel momento, lei ubriaca, cade sui binari e lui la salva. Ma va?
  • Parecchi momenti assurdi e a tratti trash riguardano l’assassinio di Benji, il ragazzo di Beck. Joe lo uccide perchè geloso e lo ritiene immeritevole dell’amore della sua adorata e poi cosa fa? Carica il cadavere in macchina (a mani nude!). se ne va in giro tranquillamente e da pure un passaggio a Beck e alla sua amica Peach; quando finalmente decide di bruciare il cadavere in un bosco passano due escursionisti che dicono a Joe; “Uh ma che bel falò”, e lui risponde: “Vi volete unire a me? e tutto questo mentre è al telefono con Beck. Questo è senza dubbio uno dei momenti più trash, oltre che assurdo.

Inoltre dalla prima stagione di You capiamo che: per farla franca, basta rubare il telefono della vittima e comunicare attraverso i suoi social di essere partiti per un lungo viaggio. Non esistono balistica, autopsia, indagini e ricostruzione della scena di un crimine. Basta scrivere una lettera di addio e tutti crederanno al tuo suicidio.

Se la prima stagione mette a dura prova la nostra incredulità, la seconda è a tratti senza senso.

Come nella prima stagione ci troviamo nella testa del protagonista Joe che nei nuovi episodi si trasferisce a Los Angeles e si fa chiamare Will, e ancora una volta seguiamo tutti i suoi malati ragionamenti nei confronti dell’interesse amoroso di turno, Love Quinn ( sì, regina dell’amore), la sua nuova ossessione. Inevitabilmente, le dinamiche di questa stagione cominciano a ripetere quelle della precedente: ci troviamo quindi davanti a una versione (un po’ più noiosa e meno originale) di quanto abbiamo già visto.

Iniziamo a scandagliare, anche per la seconda stagione, i momenti che hanno sfidato la nostra sospensione dell’incredulità:

  • Joe, che si è traferito a Los Angeles, ottima location per vivere una vita tranquilla, ha una vicina di casa di 15 anni che fa la correttrice di bozze di sceneggiature cinematografiche; la chiamavano Dawson Leery.
  • La gabbia non può mancare nemmeno nella West Coast; il nostro Joe ha soldi, conoscenze e spazio per avere una bella gabbietta nel seminterrato della sua casa a Los Angeles ed in essa nasconde il vero Will a cui ha rubato l’identità su Craigslist.
  • I cliché nella seconda stagione si sprecano: Joe viene perseguitato da un membro della mafia russa, tale Jasper, che in realtà cerca il vero Will a cui ha prestato dei soldi. Quando Joe/Will non gli da i soldi che gli deve, Jasper gli taglia un dito che mette in una bella pochette e se lo porta in giro. Per riavere la sua falange cosa fa Joe? Ovviamente uccide il mafioso e si riattacca il dito con la facilità con cui si re incollava la testa alla Barbie con l’Attack.
  • Proseguendo con le assurdità vediamo che Joe in un momento di bontà libera il vero WIll, il quale nonostante tutto quello che Joe gli ha fatto, non lo denuncia e se ne va a vivere nelle filippine da una tipa conosciuta online. Bah! I due diventano anche amici che si danno consigli amorosi.
  • Concludiamo con l’apice della incredulità: l’anima gemella di Joe: la regina dell’amore ,Love Quinn, è una pazza sciroccata anch’essa: viene a sapere che il tipo che frequenta è un assassino, psicopatico, stalker e continua ad amarlo senza particolare turbamento, perchè è anche lei una tipa che uccide per amore (ha ucciso la babysitter del fratello, uccide la vicina di casa di Joe che ha scoperto tutto, uccide la ex del fidanzato, Candance).

Quante probabilità ci sono che due pazzi assassini, impuniti, si incontrino e si innamorino?

Nonostante i tentativi di elevare il tono della serie, You si riconferma quello che è: puro guilty pleasure. La trama a tratti inverosimile e prevedibile, con picchi trash non indifferenti e dialoghi banalissimi, riesce comunque a catturare la nostra attenzione. L’impressione è che questa serie continui ad essere tra quelle che più si prestano a un binge watching selvaggio.

Chissà cosa ci riserverà la terza stagione.

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