Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Westworld » Chi è davvero Peter Abernathy?

Chi è davvero Peter Abernathy?

In un’opera maestosa quale è Westworld niente può essere frutto del caso. Sia se parliamo della narrazione, le cui fila tenderanno a convergere man mano che ci si avvicina al finale di stagione, sia se facciamo riferimento al comparto stilistico e a quello musicale, è palpabile l’attenzione che gli autori riversano in ogni dettaglio. Ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione con lo spettacolare The Riddle of the Sphinx, quarto episodio della seconda stagione nonchè uno dei picchi più alti raggiunti dalla Serie.

Raramente in un episodio di una Serie Tv si è visto un tale connubio tra l’impatto qualitativo e quello emotivo. Emblematica di ciò è la disarmante rappresentazione della morte di James Delos. La scena, oltretutto, è un rimando visivo e concettuale a Metropolis di Fritz Lang, nella fattispecie alla scena del rogo di Maria/The Machine

james delos westworld

Come Maria, infatti, anche Delos vive il disagio della sua natura ibrida, l’essere una copia, un ricordo dello spirito umano. E accetta la distruzione per mano dell’uomo con un sorriso beffardo, quasi premonitore.

E niente viene lasciato al caso nemmeno nel campo delle suggestioni, delle speculazioni, che danno ancor più colore a questa serie, configurandola non soltanto come una grande opera, ma anche come una delle più importanti esperienze televisive del nostro tempo. Qualcosa che, per intenderci, può comprendere solamente chi ha vissuto Lost in contemporanea.

Proprio il già citato James Delos risulta essere uno dei personaggi più interessanti in questo primo scorcio di stagione. A lui è legata la diretta creazione del parco, quale “antidoto” ai suoi problemi di salute e alla possibilità di sconfiggere la morte associando la sua coscienza al relativo host. Sempre lui è indissolubilmente collegata la figura di Peter Abernathy, uno dei più importanti host nel parco.

Nel pilot il padre di Dolores è il primo host in assoluto a riscontrare problemi di dissonanza cognitiva. La foto di quella che poi si scoprirà essere la moglie di William (nonchè figlia di James Delos) gli causa un bug e il conseguente ritiro del prodotto. Anche in questa stagione si conferma di importanza vitale per la trama, come possiamo intuire dalla ricerca ossessiva di Charlotte Hale nei suoi confronti, dettata dalla richiesta dai piani superiori di portarlo sulla terraferma. Sappiamo, inoltre, che sono sicuramente due le attrazioni nelle quali è stato impiantato il dna di un essere umano (l’altro è appunto Delos).

Diventa pertanto inevitabile chiedersi: chi è davvero Peter Abernathy?

abernathy westworld

Le teorie più accreditate sono portate a pensare che l’host celasse proprio la coscienza post-mortem di James Delos, ma l’ultimo episodio potrebbe (in una Serie così il condizionale è d’obbligo) aver smentito questa ipotesi. Accantonandola solo momentaneamente, la sensazione è che non ci si possa allontanare più di tanto dalla figura di James, per trovare il corrispettivo umano di Abernathy. La sensazione, sempre più palpabile, è che Peter Abernathy possa riprendere le fattezze umane di Logan Delos.

Abbiamo scoperto, sempre in The Riddle of the Sphinx, che anche Logan è morto, suicidatosi. Prima di farlo potrebbe aver impiantato la sua coscienza e il suo dna all’interno di un host, Abernathy appunto, o che sia stato indotto a farlo. Questo spiegherebbe perchè è così importante ritrovarlo e riportarlo sulla terraferma: se Abernathy è davvero Logan, a lui spetterebbe per diritto di discendenza (in quanto figlio di Jim Delos) il controllo della Delos.

Serie Tv

Qualcuno sulla terraferma (il consiglio di amministrazione della Delos?) potrebbe avere interesse a individuare l’unica altra persona esistente, oltre a William, che possa prendere le redini della società, contrastando il piano di smanellamento del parco che sta mettendo in atto l’attuale capo della compagnia (abbiamo parlato del possibile piano diabolico del Man in Black in questo pezzo).

Sarebbe questa, inoltre, la ragione per cui Abernathy ha un corto circuito guardando la foto di quella che, se la speculazione venisse confermata, sarebbe sua sorella. Foto che, peraltro, lo stesso Logan, aveva smarrito all’interno del parco, nel finale della prima stagione, in una perfetta chiusura del cerchio (“la fine è nell’inizio” diceva Ford al Man in Black nella premiére della seconda stagione).

Tutto ciò aprirebbe anche a una riflessione più ampia sulla figura delle AI e, nella fattispecie, sul discorso legato all’eredità. È veramente corretto, sul piano etico, considerare Abernathy/Logan a tutti gli effetti un discendente di Jim Delos? Quanti e quali diritti dell’essere umano possono essere applicati agli host? E, soprattutto, dove è situato il confine tra individuo e macchina, nel momento in cui il dna viene replicato dall’uno all’altra?

Forse siamo in presenza di un twist geniale, forse è solo una mera suggestione, ma tanto basta a sottolineare ciò che dicevamo in apertura, in merito al concetto di esperienza televisiva. Westworld compie un processo di apertura mentale non indifferente, risveglia (o, per usare termini più consoni alla serie, “riattiva”) lo spettatore, alimentando il confronto e lo spirito di osservazione.

È in questo modo che siamo più vicini a conoscere la nostra esistenza (“have you ever questioned the nature of your reality?“); è in questo modo che tendiamo un braccio (meccanico) verso il nostro futuro, più o meno prossimo.

Ed è forse questa la vera grandezza di Westworld.

Leggi anche – Westworld 2×04: l’angosciante solitudine di James Delos

Grazie ad Antonio e Vincenzo: i nostri confronti continui e lo scambio frenetico di audio mi stanno facendo amare questa Serie come poche altre al mondo.