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Perché Virgin River ha dominato per settimane le classifiche di Netflix

Virgin River è partita senza troppe pretese, un drammone sentimentale dalla trama un po’ troppo prevedibile che rischiava seriamente di perdersi nella miriade di nuove proposte del pressoché infinito catalogo Netflix. E invece no. Anno dopo anno, stagione dopo stagione, incredibilmente, questa serie tv si è rivelata vincente, guadagnando, a ogni nuova uscita, un posto nella classifica delle serie tv più viste dall’emittente.

Ma perché tutti guardano Virgin River?

Se non si è nel target per cui è stata pensata o comunque non si apprezzano particolarmente le serie sentimentali, si finirà per considerarla poco di più di uno smarmellamento generalizzato di sorrisi, sguardi languidi e baci appassionati. Effettivamente tutte queste cose sono presenti in abbondanza, ma vale la pena darle una possibilità perché in generale è ben scritta, ma davvero ben scritta. E visto lo sgorgare continuo di serie che sembrano uscire da tutte le parti a velocità incontrollata, questo non è un aspetto da sottovalutare.

virgin river

Virgin River è rassicurante. Il topos narrativo della complicata ragazza di città che si trasferisce in un paesino sperduto per aver il tempo di rimettere insieme i cocci della sua vita, forse non è avanguardia pura, ma lo si ama comunque. Ci piace vedere chi trova il modo di ricominciare da capo, chi sfrutta una seconda possibilità, chi ha il coraggio di rimettersi in gioco. Ci consola e ci rassicura, ci fa pensare che c’è sempre una soluzione, che non si è mai andati troppo oltre, che le cose possono ancora cambiare. Per il meglio ovviamente. In Virgin River oltretutto è l’amore ciò che salverà tutti e non c’è niente di meglio di un’abbondanza di buoni sentimenti per chiudere bene una giornata. Qualche volta in effetti, fra un episodio di Black Mirror e uno di The Handmaid’s Tale ci piace ancora pensare che ci sia un po’ di speranza per l’umanità.

La storia si svolge tutta a Virgin River appunto, un paesino immerso nella natura, con pochi abitanti che si conoscono da una vita. Una particolare nota di merito va attribuita all’ambientazione, che in questa serie funge quasi da membro del cast e oltre alla sua funzionalità narrativa (il paesino sperduto, la frugalità delle piccole cose, le difficoltà quotidiane di chi vive lontano dalle metropoli, ma anche lo strano sollievo che ne deriva) è anche una gioia per gli occhi, tanto da farci guardare diversamente le camice di flanella e gli scarponi. Forse dopo 45 minuti di traffico solo per tornare a casa dall’ufficio, per un attimo potrebbe addirittura convincerci che uno stravolgimento di vita potrebbe portare notevoli benefici al nostro umore.

Virgin River è anche un paesino in cui è presente il più classico campionario di personalità umane: dal burbero medico quasi in pensione, all’ex marine che si reinventa barista e cerca la pace. Anche sotto questo aspetto la serie ha dei punti a suo favore perché i personaggi sono tutti caratterizzati in maniera piuttosto convincente e, a dispetto del classico pregiudizio sulle soap e sulle serie romantiche, la recitazione non risulta affatto esagerata o forzata: non ci sono troppi sospiri o reazioni melodrammatiche, niente sguardi pregni di significato e nemmeno straordinarie resurrezioni. Non ci sono i cliché, c’è un dramma tranquillo, che scivola via intrattenendo piacevolmente il pubblico.

Anche nella narrazione degli eventi la serie si dimostra ben costruita. Se come abbiamo già detto Virgin River non propone una trama chissà quanto sorprendente, risulta abbastanza ovvio che non avverrano colpi di scena sbalorditivi. Eppure gli avvenimenti si rivelano un po’ alla volta, i segreti e le vicende dei personaggi si svelano uno dopo l’altro, anche quando intuiamo cosa c’è sotto, aspettiamo paziententemente che ci venga raccontato. E la cosa avviene con i tempi giusti, quando la situazione è maturata abbastanza, in maniera da mantenere alta l’attenzione dello spettatore, che pur non aspettandosi grandi cose, vuole comunque andare avanti, saperne di più. Per capire meglio questi personaggi, per dare un senso alle loro scelte. Perché una stagione alla volta abbiamo capito la loro personalità, la loro psicologia, ci sembra quasi di conoscerli e questo lo si deve appunto al lavoro di scrittura e caratterizzazione del personaggio, che se non fatto nel migliore dei modi, rischia di creare delle caricature. Soprattutto in un genere, quello rosa, che potrebbe scivolare nella stereotipia melensa con una certa facilità.

Questa serie sembra un po’ una versione adulta e perfezionata di Hart of Dixie, riprende quei drammi sentimentali contraddistinti da ambientazioni specifiche e personaggi a cui non si può non affezionarsi. Come quei telefilm che guardavamo da piccoli: quante volte abbiamo pranzato nel selvaggio West della Dottoressa Michaela Quinn, quante serate abbiamo passato a Everwood e quanto ci è piaciuto entrare nella parte più emotiva delle avventure per niente sconvolgenti di questi personaggi. Perché, soprattutto, è impossibile pensare a qualcosa di più vicino al semplice intrattenimento senza complicazioni, di questi piccoli drammi sentimentali di provincia. Virgin River sa di casa, sa di cose già viste e conosciute, sa di buoni sentimenti, sa di piccoli problemi quotidiani, sa anche di grandi traumi, ma che in un modo o nell’altro, con il sostegno delle persone care, si possono superare. È facile da seguire, è facile da prevedere, è facile perché racconta nella maniera più lampante possibile, le piccole difficoltà di diverse generazioni. È facile perché è leggerissima, ma appassiona perché non ostenta il lato frivolo.

Virgin river

Virgin River è una scommessa vinta due volte: il pubblico la premia non stancandosi mai di guardarla, la critica di lodarla. La serie è arrivata alla quarta stagione e si è guadagnata ormai una schiera di fedelissimi che la fa sistematicamente schizzare fra i contenuti più visti già a pochi giorni dall’uscita. Probabilmente grazie alla consapevolezza di quello che è possibile aspettarsi da una serie leggera, che però è costruita in maniera sufficientemente avvincente. Ma anche la critica non si risparmia. Sono numerosissime infatti le recensioni positive, che in generale si concentrano proprio sulla sua struttura narrativa e i suoi personaggi.

Ci sono tantissimi buoni motivi per dare una possibilità a Virgin River, a dispetto dei suoi detrattori. È un buon prodotto, per tutti coloro che amano dare un tocco di rosa alla propria giornata.

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