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Virgin River 4 – Recensione di una stagione che si perde per strada

Attenzione: la recensione contiene spoiler su Virgin River 4

Bentornati a Virgin River, la cittadina californiana dove tra boschi e romanticismo si consuma la storia d’amore tra l’infermiera Mel Monroe e il proprietario del bar locale Jack Sheridan, due anime dal passato tormentato che ritrovano l’uno nell’altra una serenità che pensavano perduta per sempre. La terza stagione del romantico dramma Netflix, nonostante le critiche ricevute perché noiosa e ripetitiva, nonché priva di quel ritmo narrativo capace di conquistare i fan della serie nei primi due capitoli, si era conclusa con un cliffhanger tale da rendere impossibile interrompere la visione: Mel è incinta, ma non sa se il padre è Jack oppure se la creatura che porta in grembo sia il risultato dell’impianto degli embrioni che aveva fecondato con il defunto marito Mark (interpretato dal protagonista di The Originals Daniel Gillies). Tra colpi di scena inaspettati, nuovi personaggi e il ritorno di volti noti, Virgin River 4 parte con il botto e sembra ritornare ai fasti delle prime due stagioni, quando pur senza alcuna pretesa la serie era capace di intrattenere e regalare qualche ora di relax in cui staccare il cervello, eppure con il procedere degli episodi il ripetersi delle solite trame inizia a pesare, tanto da spingerci a chiederci se ormai il dramma romantico di Netflix non abbia esaurito tutto ciò che aveva da dire.

virgin river 4

Pensiamo per esempio a Mel e Jack, protagonisti indiscussi di Virgin River 4. I due si trovano ad affrontare una nuova importante sfida, quella della genitorialità, resa ancora più complicata dalla paternità incerta. Come se questo non bastasse a creare dramma – e come se i due non avessero già dovuto superare migliaia di ostacoli nei capitoli precedenti – a metà stagione viene introdotta una nuova storyline, che vede il povero Jack incamminarsi sulla strada dell’alcolismo per far fronte ai traumi subiti in un passato che sappiamo averlo segnato profondamente. Se è apprezzabile il tentativo di inserire una trama nella quale viene affrontato il tema della terapia e della necessità di farsi aiutare a combattere i propri demoni, nell’economia della stagione sembra che la possibile dipendenza di Jack altro non sia altro che una trovata per inserire del dramma non necessario nella relazione finalmente stabile con Mel. Allo stesso modo, il tentativo della mamma di Mark di fare causa a Mel per la custodia degli embrioni fecondati con il figlio, oltre ad apparire ridicolo è guarda a caso introdotto nella trama proprio appena la questione alcolismo è stata risolta, così come la confessione del nuovo arrivato Cam, in un ripetersi continuo dello schema che vede Mel e Jack allontanarsi e avvicinarsi, nonché affrontare una quantità di sciagure da fare invidia a Meredith Grey.

Il problema è che non è soltanto la trama riguardante Mel e Jack a essere ripetitiva allo sfinimento, ma anche quelle che vedono protagonisti altri personaggi.

Il ritorno di Hope, che nella terza stagione si era vista a malapena, è inizialmente una boccata d’aria fresca per Virgin River 4, non soltanto perché è un personaggio capace di movimentare le dinamiche della serie come nessun altro, ma soprattutto perché legato all’introduzione di una tema importante come quello del decadimento fisico e cognitivo, fondamentale in una serie multigenerazionale come il dramma Netflix. Tuttavia, sebbene la storyline sia tutto sommato riuscita, non possiamo che notare come l’intera dinamica del rapporto tra Hope e il marito Vernon resti sempre la stessa, tra bugie, verità taciute e battibecchi insignificanti che arrivati alla quarta stagione di Virgin River sono ormai insopportabili.

Tra le altre sotto-trame di Virgin River 4, solo quella riguardante la storia d’amore tra Brie e Brady e quella che vede protagonista il ritrovato nipote di Doc Denny sono capaci di portare qualcosa di nuovo alla serie, che tuttavia perde tempo con lo sviluppo di decine di storyline che non portano da nessuna parte. Pensiamo alle avventure di Preacher o al ritorno di Paige dopo quasi tre stagioni, nonché al protrarsi del rapporto tra Ricky e Lizzie, al matrimonio della sorella di Mel o alla lotta per la custodia degli embrioni da parte della famiglia di Mark, tutti archi narrativi che vengono introdotti salvo poi essere abbandonati nel giro di pochi episodi.

Virgin River 4 deve destreggiarsi tra decine di personaggi dei quali pochi davvero memorabili, in una danza fin troppo ripetitiva che finisce per annoiare un pubblico che è solo alla ricerca di qualche ora di svago senza pretese.

Inoltre non possiamo ignorare l’elefante nella stanza, la sotto-trama che viene trascinata da quattro stagioni e che da sola rischia di rovinare l’intera serie: la gravidanza di Charmaine. Nella puntata conclusiva di Virgin River 4 viene rivelato che la donna è incinta di circa 5 mesi, il che significa che tra la prima e la quarta stagione del dramma Netflix sono trascorsi al massimo sei mesi, un arco di tempo in cui è del tutto implausibile siano accaduti tutti gli eventi a cui abbiamo assistito nella serie. L’impressione è allora quella che gli autori di Virgin River, non volendo rinunciare a una delle principali fonti di dramma della serie, si siano messi in testa di prolungare fino all’inverosimile una storyline che era già diventata noiosa due stagioni fa, andando così a scombinare l’intera linea temporale degli eventi avvenuti nei quattro capitoli già prodotti da Netflix.

virgin river 4

Nonostante la quarta stagione di Virgin River sia troppo lunga, ripetitiva e a tratti eccessivamente drammatica, l’episodio conclusivo è costruito in modo da rendere impossibile per il pubblico decidere di non guardare la stagione successiva. Non soltanto la qualità della scrittura della dodicesima puntata è migliore rispetto a quanto visto nel resto della stagione, ma soprattutto vengono lasciate in sospeso troppe questioni delle quali è impossibile non voler conoscere l’esito. Pensiamo non soltanto alla sconvolgente rivelazione di Charmaine circa la reale paternità dei gemelli che porta in grembo (e l’ancora più scioccante scoperta che la donna, incinta fin dalla prima stagione di Virgin River, sia ancora soltanto al quinto mese di gravidanza), ma anche alla malattia di Denny o al futuro di Paige, alla guerra legale che Brie vuole scatenare nei confronti del suo violentatore e al prossimo matrimonio di Jack e Mel.

Virgin River 4 lascia aperte oltre una mezza dozzina di sottotrame che ci auguriamo possano trovare risposte nella quinta stagione già in produzione, un capitolo nuovo che anche in virtù di tutte le carte in tavola speriamo possa riprendere il ritmo narrativo che aveva caratterizzato gli inizi della serie ambientata tra i boschi della California, senza scadere nel melodramma facile e soprattutto senza ripetere ancora gli stessi schemi già visti troppe volte.

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