Floki compare fin dal pilot di Vikings. Da subito si comprendono diversi aspetti della sua personalità: è un uomo molto intelligente, un osservatore e sa davvero capire le persone. Un amante della natura e del proprio lavoro (fa il costruttore di barche, il migliore di Kattegat) ma soprattutto un vichingo degno di essere nominato tale, fedele agli Dei. Ed è proprio questo uno dei tratti che spicca rispetto a tutti gli altri personaggi: è profondamente legato alla religione e al volere delle divinità, molto più degli altri. Questo tratto, in futuro, si rivelerà un’arma a doppio taglio: sarà motivo di tanto dolore, ma allo stesso tempo rappresenterà anche la sua salvezza e la sua rinascita. Nonostante ci sia una certa continuità nell’evoluzione del personaggio, se prendiamo la prima apparizione di Floki e la compariamo all’ultima, la sensazione è quella di vedere due caratteri completamente diversi: l’intensità del suo animo, il suo equilibrio e l’amore verso gli altri si contrappongono decisamente all’uomo di un tempo, sanguinario e vendicativo, impulsivo. Di sicuro, quella di Floki è una delle migliori evoluzioni dei personaggi all’interno della serie. Cos’è cambiato in lui? Come ha fatto a evolvere così profondamente? Procediamo con ordine.
Floki è sempre stato vicino agli Dei
Tutti i personaggi di Vikings lo hanno sempre additato come un pazzo, eppure fra tutti è quello che è stato sempre più spirituale. In qualche modo, lo abbiamo sempre visto in contatto con gli Dei: si affidava completamente a loro, si confidava e tentava di avere un dialogo diretto con le divinità. Ciò che ha rovinato Floki, ma che è stato motivo di evoluzione, è la sua ossessione nel voler seguire il modello tipico del comportamento da “vero vichingo”( sanguinario e vendicativo) confondendo la fede e la sua impulsività. Questi tratti, poco a poco, lo consumeranno fino a fargli smarrire sè stesso.
La sua impulsività lo ha condannato
È sempre stato un fedele amico di Ragnar, se non il più vicino. In lui vedeva una valida guida e infatti lo abbiamo visto sempre al suo fianco, nel bene o nel male. Non ha mai nascosto il suo profondo affetto nei confronti del re ma ecco che ad un certo punto si mette in mezzo un’altra persona che cambierà per sempre la vita dei due amici: il giovane monaco Athelstan, il quale diverrà con il tempo un amico fidato di Ragnar e motivo di cambiamento ed evoluzione per lui, ma fonte di sofferenza, invidia e gelosia per Floki. La spiccata curiosità del re di Kattegat e la connessione che lo lega ad Athelstan, diventerà con il tempo insopportabile per Floki tanto che lo porterà a ucciderlo, usando come movente la sua differente appartenenza religiosa.
Così come l’apparizione del monaco ha cambiato le loro vite, anche la sua morte scatenerà un sussueguirsi di eventi che segnerà il percorso di entrambi, portandoli a una distruzione interiore ma in due modi diversi. Ragnar non supererà mai la morte del suo amico e non perdonerà mai Floki per ciò che ha fatto,, ma allo stesso tempo, gli permetterà di sviluppare consapevolezza maggiore. Allo stesso modo, per il costruttore di barche, sarà un punto cruciale. Da quel momento in poi, in tutte le stagioni successive di Vikings, le cose per lui andranno male, come se fosse una punizione divina.
Il lutto di Angrboda, Ragnar ed Helga
Da qui, Floki inizierà a cambiare. A partire dalle pene che gli infliggerà Ragnar per punire l’omicidio di Athelstan, dovrà affrontare insieme alla sua amatissima moglie il lutto della figlia. In lui si spezzerà qualcosa, inizierà ad essere più distante da tutti gli affetti e si rifiuterà di avere un altro figlio perché troppo addolorato. Vediamo un Floki che sta iniziando a cambiare quando Ragnar, dopo essere fuggito, ritornerà a Kattegat. Ormai anche invecchiato, Floki sembra più riflessivo, ma rimane fedele alle tradizioni sanguinarie tipiche di Vikings, unendosi a Bjorn per depredare altri Paesi ed è qui che ci sarà il passo decisivo. Floki affronterà in questo momento altri due lutti: quello di Ragnar e, successivamente, quello di Helga, uccisa dalla figlia adottiva che aveva preso con sé dall’ultima spedizione, nonostante il marito fosse contrario. Floki comprenderà di aver bisogno di un cambiamento radicale per riflettere.
L’inizio del cambiamento
Mentre tutti gli altri personaggi di Vikings continueranno a portare avanti le loro battaglie e vendette, Floki inizierà a comprendere il significato della morte e farà una riflessione sulle conseguenze delle azioni del suo popolo. Il comportamento così vendicativo e sanguinario tipico dei vichinghi lo ha portato a compiere degli errori e subire delle perdite. Inizierà a riflettere su cosa significhi davvero la vendetta e di quanto sia dannosa anche per chi la compie. Nella religione cristiana, il dolore è sempre sinonimo di miglioramento e avvicinamento a Dio e per Floki sarà lo stesso, avvicinandosi sempre di più agli Dei e acquisendo una visione del mondo così differente rispetto ai suoi concittadini che sarà, anche in questo caso, motivo di sofferenza e maggiore crescita interiore.
Tutto questo però, non lo vedremo subito. Floki deciderà di viaggiare per mare per poi sbarcare dove il destino vorrà. Troverà un’isola e penserà di trovarsi ad Asgard, la terra degli Dei. Durante l’esplorazione, in preda alla stanchezza, la fame e la sete, Floki si accascerà morente davanti alle cascate, chiedendo agli Dei il motivo per cui lo hanno condotto lì. E qui c’è la rinascita più significativa di Vikings, sia carnale che spirituale: l’evoluzione è completa. Da quel momento capirà di essere un’altra persona, ma la pace che trova in se stesso e in quell’isola lo porterà a pensare che sia egoista da parte sua non condividere tutto ciò con nessun’altro. Decide quindi di ritornare a Kattegat con l’obiettivo di portare con sé le persone davvero pure di spirito e di creare una comunità senza morte né vendetta: una comunità più vicina agli Dei.
Il confronto con gli altri e la colonizzazione
Floki si ripresenta ai suoi compagni completamente cambiato, ma qui è evidente la differenza tra lui e tutti gli altri: il costruttore di barche non è più quello di un tempo e ha un animo talmente profondo che non entra in sintonia con il suo popolo. Questi, infatti, non crederanno alle sue parole e gli diranno che non è così diverso da loro e che non è cambiato nulla. Lo vedranno come al solito, se non più stravagante. Nonostante tutto, Floki non gliene farà una colpa. Dopo alcune incomprensioni con Lagertha, alla fine riuscirà nel suo intento e, dopo una selezione, porterà con sè alcuni eletti.
Floki è davvero convinto nella scelta dei futuri coloni e noi con lui: infatti la piccola comunità all’inizio non sembra per nulla aggressiva, anzi, sembrano davvero intenzionati a seguire Floki. Tutti hanno fiducia in lui, convinti che sia il solo più vicino agli Dei, l’unico in grado di essere un tramite. Ma quando si troveranno a convivere e con delle evidenti difficoltà che minano alla loro sopravvivenza, inizierà il crollo stesso della comunità. Alcuni conflitti passati vengono risollevati, l’aggressività e l’istinto tipico degli uomini mieterà la prima delle tantissime vittime.
Floki osserva stupefatto, non riuscendo a capire perché spingersi a tanto quando i presupposti per vivere un’esistenza diversa, lontana dalla morte, dovevano essere i capisaldi dell’isola. Ma purtroppo, non ha compreso subito una cosa: il suo cambiamento non è condivisibile, non potrebbe mai trasmettere ciò che ha imparato nonostante le buone intenzioni. La sua evoluzione è pura, troppo distante dal suo popolo che non comprende il fatto di poter avere una vita senza violenza, senza desiderare il potere né provare invidia. Infatti, poco dopo essere sbarcati Eyvind, sentendosi tradito, deciderà di seminare il caos perché vuole avere il controllo della comunità e Floki lo capisce. Inoltre, in seguito all’invidia della vicinanza con gli Dei, molti dei coloni inizieranno a screditarlo.
Nonostante ciò, il suo amore incondizionato per gli altri è più forte della paura. Ed ecco la prima lezione di Vikings: avere il coraggio di amare il prossimo e provare compassione senza chiedere nulla in cambio.
La totale comprensione dell’evoluzione
Questo è l’ultimo stadio della straordinaria evoluzione di Floki. Lotta con tutte le sue forze per non far crollare la piccola colonia, addirittura propone di sacrificarsi per il bene degli Dei e per salvare tutti dalle stragi: anche in questa scena emerge il suo cambiamento tramite la volontà di sacrificarsi per il bene comune. In questa evoluzione, sarà accompagnato dai dubbi che continueranno ad assillarlo: ha davvero visto gli Dei? Oppure è solo un pazzo, come dicevano i suoi compagni? Cosa vogliono le divinità da lui? Perché le persone continuano a farlo soffrire? Sono domande che lo tormenteranno mentre vede crollare il suo sogno. Ha perso fiducia in se stesso e pochissimi della colonia credono ancora in lui. Lo vediamo vacillare, porsi numerose domande e ripensare alle sue azioni. La percezione di sé stesso cambierà ancora e ancora. Per lui la comunità significa molto, un’evoluzione per tutti. Ma lo deluderanno e continueranno a far soffrire tutti a vicenda, uccidendosi letteralmente tra di loro esattamente come nelle stagioni passate di Vikings.
Stanco dell’ennesima vittima innocente, obbliga Eyvind ad allontanarsi con la sua famiglia, per il bene della comunità. Ma la sua totale fiducia verso gli altri lo porterà a credere che tutti sono cambiati, che possono convivere fra loro dimenticando il passato e che non c’è più brama di sangue né vendetta. Purtroppo per lui e per gli altri, non sarà così ed è qui che comprenderà che non ha più niente a che fare con gli uomini. Lo ammette in una scena in particolare dopo il suicidio di Aud, quando Ketill, convinto che Floki non sia poi così diverso da tutti gli altri, aspetta di essere colpito. Lui invece gli dirà che non è più l’uomo di un tempo. Non vuole ricommettere gli stessi errori e capisce che deve proseguire il suo cammino da solo, lasciando l’isola ai superstiti. Nel frattempo continuerà ad interrogare gli Dei sul suo destino.
La caverna e la croce
Floki continua il suo percorso cercando gli Dei in una caverna, sentendo il loro richiamo. Ma troverà qualcosa di assolutamente inaspettato che lo farà crollare: una croce dorata. Floki la fissa per qualche minuto e poi inizia a ridere e a piangere. Ci sarebbe da sottolineare che l’ideologia del tempo circolare è ricorrente nelle culture pagane (a differenza di quella cristiana che vede il tempo come una linea continua). Probabilmente, doveva chiudere il cerchio: tutto è iniziato ad andare male dal momento in cui ha ucciso Athelstan. Rivedere la croce ha scatenato in lui una reazione e si può solo ipotizzare che tutti i suoi passi lo abbiano riportato al punto di partenza, esattamente quando era iniziato il suo crollo interiore. Che gli Dei lo abbiano condotto ad espiare i suoi peccati facendoglieli comprendere?
L’evoluzione di Floki è sicuramente più vicina a noi di quanto possiamo immaginare, ma anche una delle cose più difficili che potremmo mai compiere. Avere il coraggio di riconoscere i propri errori, allontanarsi dalla propria cultura e cercare di cambiare sé stessi e gli altri, non è cosa da poco. Ci vuole davvero molto impegno per arrivare a una consapevolezza simile e, probabilmente, essa non sarebbe raggiungibile senza soffrire tanto. Il suo cambiamento è sicuramente quello più rilevante e degno di nota in Vikings, uno dei più credibili. Non sappiamo quale destino riserveranno gli Dei a Floki, ma, a prescindere da tutto, la sua evoluzione ci ha emozionati ed è stata una delle più belle (se non la più bella) in tutta la serie.