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#VenerdìVintage – 10 motivi per cui Lost è un capolavoro assoluto

LA DISTORSIONE COERENTE DELLA REALTA’

La percezione della vita in Lost è ben più amplificata e sofisticata. Non è solo una questione di “ho bisogno di acqua e cibo per sopravvivere“. Il punto cardine che rende questa serie televisiva unica ed inimitabile sta nel distorcere coerentemente la realtà. Cosa intendo? Ancora in questo momento ho dei dubbi riguardo ogni minimo secondo che ho guardato di questa esperienza televisiva. E se dopo la morte esistesse un posto in cui potersi redimere? E se un’esplosione di una centrale elettromagnetica potesse causare dei danni irreversibili? Ad esempio, uno schianto di un aereo, la capacità di prevedere il futuro. Cose impensabili, non ci passerebbe per l’anticamera del cervello riflettere su questioni all’incirca inverosimili. Sorvolando sulla bomba che bisogna far esplodere per tornare a casa sani e salvi, per il resto Lost riesce a spiegarci qualsiasi fatto in maniera plausibile. E anche le questioni che restano irrisolte, sono coerentemente angoscianti. Ha scritto la storia in tutti i sensi, ha inventato situazioni pressoché ambigue sotto ogni profilo sensato e ci ha mandato in pappa il cervello a furia di “ma se fosse davvero così?“. La dura verità è che siamo tutti dei peccatori e che tutti abbiamo un’Isola di Lost personale sulla quale pentirci e farci paranoie sulla nostra intera esistenza. Non bisogna essere morti per poter passare dal purgatorio per poi raggiungere il paradiso. La terra di mezzo, il limbo tra il bene e il male, ci mette perennemente alla prova e noi non siamo quasi mai pronti.

“Benvenuta nel meraviglioso mondo dove non si sa mai che cosa succede.”

UOMO DI SCIENZA, UOMO DI FEDE

“Perché crederci per te è così difficile?”
“E perché per te è così facile?”

Jack e John, l’uomo di scienza e l’uomo di fede. Il dottore e l’uomo che dalla sedia a rotelle riesce di nuovo a camminare sull’Isola. Un miracolo? John apprezza la potenza della natura, la sua bellezza, la sua forza. Jack non crede nel destino pensa che quell’Isola sia stata solo un incidente del suo percorso, un bug del sistema. John Locke, invece, crede che siano stati portati lì per un motivo.
Non sono che gli esponenti di due fazioni del genere umano: le persone che credono solo in ciò che viene dimostrato dettagliatamente e quelle che credono nei miracoli, nel destino, negli atti di fede. Lost dà la possibilità di scegliere da che parte stare, anche se alla fine dei conti le fazioni convergono tutte verso la lotta alla sopravvivenza. Come può Jack, medico che confida solo nella ragione, spiegare il miracolo accaduto a John? E come può John credere che quell’Isola sia il loro destino? Domande su domande, le risposte dobbiamo cercarle noi, confidando nella chiarezza e nella pazienza del racconto.
Orsi polari su un’Isola tropicale, cose inspiegabili. Resteremo per sempre col dubbio riguardo alcuni misteri, oppure ci affideremo alla bellezza dell’Isola con le sue stranezze, rivolgendo ad essa un atto di fede.

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