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Unwanted 1×03 e 1×04 – Le regole del viaggio

Il seguente articolo contiene SPOILER su Unwanted: Ostaggi del mare.

Le prime due puntate di Unwanted: Ostaggi del mare, avevano introdotto il pubblico a un contesto decisamente atipico, in cui una sontuosa e sfarzosa nave da crociera, di nome Orizzonte, si imbatte in un gruppo di 28 migranti reduci da un naufragio nel bel mezzo del Mediterraneo. I sopravvissuti vengono tratti in salvo e prendono posto sulla nave dove, all’improvviso, si ritrovano tutti i riflettori puntati addosso, imparando a muoversi in un mondo di luci e colori che fino a quel momento non avevano mai visto nemmeno nei sogni più remoti. L’aspetto più interessante delle prime due puntate di Unwanted, nonché il leitmotiv narrativo, è stato studiare il comportamento dei passeggeri e dei naufraghi, che hanno incrociato le proprie vite e le proprie storie all’interno di un microcosmo sicuramente adatto a questo tipo di confronto. Nella terza e nella quarta puntata di Unwanted la storia entra nel vivo: emergono le peculiarità caratteriali dei singoli e si vanno a creare due vere e proprie fazioni, non prive di contaminazioni. La nostra recensione.

Uwanted, fino a ora, ha dato il meglio di sé nella rappresentazione della collettività, lasciando qualche perplessità sui singoli, che piano piano stanno trovando una adatta connotazione, chi più, chi meno.

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Tareq (640×360)

Arrigo, che fin da subito era apparso come un uomo privatamente fragile e insicuro, è sempre più in difficoltà nella gestione di una situazione ai limiti dell’impensabile: il governo italiano spinge affinché i migranti vengano riportati indietro, e lui, pur essendo ben consapevole dell’immoralità di tale gesto, decide inizialmente di limitarsi a eseguire gli ordini, scegliendo di soffrire in silenzio combattendo con se stesso e, soprattutto, con la sua seconda Edith, che tenta di convincerlo a cambiare rotta, ma di cui fatica a fidarsi; Arrigo, tuttavia, ha la capacità di celare i suoi dubbi e le preoccupazioni come un vero Capitano dovrebbe fare, mantenendo una calma totale di fronte ai passeggeri più altolocati con cui di solito si intrattiene a cena. Non abbiamo ancora capito se Bocci ci convinca o meno in questo ruolo, forse per via di quel volto troppo pulito che in un contesto di contrasti morali stona sempre un po’, o forse soltanto perché non siamo le persone adatte per giudicarlo, giacché troppo attaccati al ricordo dell’integerrimo commissario Scialoja di Romanzo Criminale. Chi, invece, ci sta convincendo sempre di più è Tareq (Dada Fungula Bozela), altro interprete di un ruolo delicatissimo, ancora più borderline rispetto a quello del comandante. Tareq è il leader naturale dei migranti, ma nasconde un segreto raccapricciante che, spiegato in una scena da brividi, ci restituisce un quadro definitivo del suo misterioso personaggio.

Nella quarta puntata di Unwanted, infatti, Ibrahim, scopre che Tareq nasconde in cabina un borsello contenente denaro e un telefono cellulare con scheda libica, e in un secondo momento, a confronto con lui, riconosce la voce di uno dei suoi rapitori, uno di quelli che lo torturava e chiedeva il riscatto alla sua famiglia. Tareq è infatti un ex membro dei trafficanti di esseri umani, ma la sua storia è ancora più complessa di quanto sembri: un flashback ci mostra la scena in cui Tareq, che combatteva per il suo popolo contro il regime, tornato a casa dopo una giornata al fronte, scopre che la sua famiglia è stata brutalmente sterminata da un colpo di mortaio. La scena in quesitone è forte, cruda, di grande intensità: Tareq, mentre scava tra i resti della sua casa e della sua famiglia, assume un’espressione che non lo abbandonerà più, accompagnata da un assordante ronzio che lo isola nel dolore, imprigionandolo in una bolla in cui comincia a credere che l’unica soluzione per sopravvivere, dopo aver perso tutto, sia quella di non fermarsi di fronte al male e, piuttosto, di unirsi a lui. Ibrahim, ancora traumatizzato dalle violenze subite, non è in grado di fidarsi di quell’uomo, che nel frattempo è l’unico ad aver capito che l’Orizzonte non li traghetterà fino alla terra promessa; è così che emerge nuovamente il lato istintivo di Tareq, quello primordiale, che lo spinge a compiere gesti folli pur di sopravvivere: soffoca Ibrahim, il suo compagno di cabina, inscenando un suicidio che sfrutterà per aizzare l’intero gruppo di migranti contro l’equipaggio, nella speranza di prendere il controllo della nave e di costringere il Comandante e cambiare rotta.

Nel frattempo, a bordo della Orizzonte, i migranti e i passeggeri intrecciano sempre di più le proprie storie, facendo emergere il carattere dei diversi pezzi del mosaico che Unwanted mette in scena.

Unwanted (640×360)

Quella tra Elvis e Mary è, tra tutte, la storyline più genuina: entrambi, nelle loro diversità (e forse proprio grazie a queste), riescono a sbirciare l’uno nell’animo dell’altra, nonostante provengano da due mondi agli antipodi e nonostante il clima che li circonda non sia di certo il più adatto per socializzare e lasciarsi i problemi di tutti i giorni alle spalle. Elvis è la vera anima di Unwanted: spavaldo e fiero se ne va in giro per la Orizzonte con la sua maglia di Mbappé nuova di zecca, con gli occhi sognanti e con la consapevolezza di essere diverso da chiunque altro, nella sua unicità. Unico è anche Jurgen, che sulla nave da crociera si trova per fare carriera, per fare strada, ma che nel momento in cui comprende il peso morale della situazione, non ci pensa su due volte e si schiera dalla parte dei migranti, consegnando loro di fatto le chiavi del ponte di comando: Jurgen, mosso da una miriade di sentimenti contrastanti e che, probabilmente, non aveva mai provato, sprigiona il suo lato umano, sentendosi vivo nell’affidare la sua stessa vita ai più deboli. Nel quarto episodio di Unwanted c’è spazio per tanti altri momenti di toccante drammaticità, intervallati dai didascalici canti della serata karaoke, che fungono da presagio per ciò che sta per accadere; le sorti della più piccola dei migranti sono nelle mani di Diletta, che spinta da un innato senso materno, decide di prenderla in affido, pregata dalla madre, una volta appreso che i migranti faranno presto ritorno in Libia, condannati a un nuovo girone infernale.

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Jurgen (640×360)

Il più importante turning point di questi due episodi di Unwanted, però, vede come protagonista Arrigo, finalmente convinto a sposare la causa di Edith, che nel frattempo ha trovato una ONG pronta a perdersi cura dei migranti evitando contrasti politici; il cambio di rotta di Arrigo arriva quando questi si guarda realmente dentro, dopo che Elvis e Ousmane, ex tassista di professione, gli regalano una copia delle regole del viaggio che Ousmane forniva ai propri passeggeri nei lunghi tragitti tra le desolate lande sahariane: pur non avendo niente, Elvis vuole ringraziare Arrigo per il regalo che gli ha fatto, e tale gesto è riassunto nella profondità della sua semplicità, oltre che tra le righe di un manuale di vita, più che di viaggio, di cui la regola più importante è quella di essere sempre coraggiosi e di mantenere salda la propria decisione, a discapito di qualsiasi cosa. L’illuminazione di cui Arrigo aveva bisogno, tuttavia, arriva proprio nel momento in cui i migranti, guidati da Tareq, invadono il ponte di comando, generando di fatto il caos che si propagherà nelle prossime puntate di Unwanted, in onda su Sky.