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Laura Palmer ha il terremoto dentro

Twin Peaks, è la notte tra il 23 e il 24 febbraio del 1990. Una ragazza bionda quanto oscura, bella quanto misteriosa, sta per andare incontro alla morte. Poco prima aveva scritto le sue ultime parole nel diario segreto che custodiva con cura in camera sua.

23 febbraio 1990,

morirò questa notte è deciso. Devo farlo perché questo è l’unico modo per tenere BOB lontano da me, è l’unico modo per strapparmelo da dentro. Lo so, lui mi vuole, posso sentire il suo fuoco ma se muoio non potrà più farmi del male.

Laura Palmer

Il mondo è un posto strano, troppe volte si ha la sensazione di combattere con i nostri demoni interiori, che quasi non riusciamo più a distinguere chi siano i buoni e chi i cattivi. Laura questo lo sa, sa tutto quello che deve sapere, forse sa anche troppo. Sa che il mostro che tutte le notti le veniva a far visita, che entrava violentemente dentro di lei in quei momenti così terribili, non era altro che chi le era stato vicino fin dal primo giorno di vita: suo padre. Il carnefice che è anche vittima, il mostro che nella vita di tutti i giorni dovrebbe essere il suo protettore. Laura non è una ragazza normale, dietro quell’apparenza angelica c’è un mondo fatto di distruzione e di morte, di violenza e di cattiveria, di droga e di sesso. Laura è tutto questo.

Twin Peaks, dove tutto cambia e tutto resta uguale

twin peaks

La morte per la ragazza di Twin Peaks non è altro che l’inizio della sua avventura, della sua nuova vita. O per lo meno, il suo omicidio, è sicuramente il modo per farsi conoscere al mondo reale. Quante persone, nei primi anni novanta, sono state incollate davanti al televisore per rispondere alla domanda cult di quel tempo: “Chi ha ucciso Laura Palmer?”. E quante, dopo 25 anni, si sono ritrovate di nuovo davanti a una tv, diventata sempre più piatta da quegli anni ’90, per scoprire come si sarebbe chiuso il cerchio? Twin Peaks si è conclusa proprio così, con un cerchio perfetto come quello di Giotto e piatto come le tv che hanno ospitato il suo gran finale. Un Uroboros, un serpente che si morde la coda.

Lynch, il demiurgo prestigiatore che muove i fili magici della serie, ci ha ingannati di nuovo (qui parliamo del suo Oscar alla carriera). Il suo gioco di prestigio si ripete ogni volta. E noi, come bimbi ingenui davanti a un mago che tira fuori un coniglio dal cappello, ci caschiamo sempre. E i bambini, in 25 anni, sono diventati più grandi del coniglio, più adulti di Dale Cooper, ma per una magia come quella di Lynch, vale la pena vivere e crescere. Perché, sebbene il mondo cambi, cambino le forme delle tv e cambino pure le nostre vite, qualche mondo, come quello di Twin Peaks, non cambia mai. E nemmeno Laura è mai cambiata.

Laura ha il terremoto dentro

twin peaks

Laura Palmer è un vento impetuoso, una tempesta tropicale. La protagonista di Twin Peaks non lascia prigionieri. O sopravvivi all’uragano e ne esci più forte di prima, oppure cedi e cadi irrimediabilmente. Laura ha il terremoto dentro, Laura è una di quelle persone che hanno vissuto il giusto. Non poco, in modo da non palesarsi al mondo, e nemmeno troppo, in modo da non far sfiorire la sua bellezza. Laura è una stella luminosa che per emanare quell’immenso fascio di luce è stata costretta a bruciare in fretta. Il personaggio disegnato da David Lynch è iconico, è una istantanea di 25 anni di serie tv. Laura Palmer è ragazza e donna allo stesso tempo.

Il mondo di Twin Peaks è abitato da personalità femminili carismatiche. Pensiamo alla candida femminilità di Audrey (ne parliamo qui), oppure alla gentile fermezza della Signora Ceppo. Laura però, sebbene sia sempre assente “da viva” nella serie, è incredibilmente presente. E la sua è una presenza costante e disturbante. Perché Laura ha il terremoto dentro, e per conoscerla, per scoprirla, per indagare negli anfratti oscuri della sua mente che celano i suoi segreti, bisogna essere pronti a subire la tremenda scossa proveniente dal profondo della sua anima. Una delle qualità di Twin Peaks è proprio questa, far sì che la quarta parete crolli davanti ai nostri occhi. La serie tv di Lynch ci fa immergere completamente negli oscuri boschi dove il fuoco cammina al nostro fianco, dove l’elettricità maligna scorre a fior di pelle. E ci fa vivere le vicende dei protagonisti e quelle della stessa Laura.

Laura è tutti noi, tutti noi siamo Laura

E proprio per questo possiamo dire di avere conosciuto bene la ragazza dal viso dolce e dagli occhi mutevoli, a volte felici, ma troppo spesso tristi e malinconici. Tristi per un mondo che le è crollato addosso, malinconici come quella nebbia che li vela, dopo una dose di droga e una serata al One-Eyed Jack’s. La bellezza di Laura Palmer è proprio questa: essere una ragazza piena di difetti, piena di problemi, piena di tristezza e di rabbia verso un mondo come quello di Twin Peaks. Una città in cui tutto sembra essere perfetto, un universo coperto da una patina, da un Velo di Maya che non permette, a primo impatto, di capire veramente cosa si cela dietro a volti sorridenti e strette di mano amichevoli. E la ragazza dagli occhi mutevoli ha il grande merito di scoperchiare questo vaso di Pandora, a costo della sua stessa vita. Se ci chiedessero chi ha ucciso Laura Palmer non dovremmo rispondere “Leland Palmer”, ma sicuramente “Twin Peaks e i suoi abitanti”.

Il grande merito di Laura è quello di portare, insito nella sua natura, il terremoto. E questo è anche la sua condanna a morte. La ragazza è un flusso che travolge tutto ciò che trova davanti a sé e poi corre a morire in mare. Ed è questa la storia di Twin Peaks. Il segreto della serie tv è tutto in quegli occhi mutevoli, in quelle parole colme di rabbia. Perché in fondo la storia di Laura è la storia di tutti noi, di tutte le persone che abitano questo mondo che Lynch ha provato a racchiudere nella sua serie. Siamo allo stesso tempo vittime e carnefici, oppressi e oppressori della nostra natura umana. E noi, per Laura, che ormai ci guarda da lassù, felice di aver scosso il mondo, non siamo altro che un diario, siamo quelle pagine scritte con l’inchiostro mischiato a tristezza e droga. Ed è proprio Laura, con i suoi ultimi scritti, a suggerirci come vivere e come continuare a scuotere il mondo.

Ho tanta paura della morte.
Ho tanta paura che nessuno mi crederà se non dopo che avrò preso il posto che viene tenuto libero per me nelle tenebre. Per favore, non odiarmi. Non volevo vedere le colline e il fuoco. Non volevo vederlo e lasciarlo entrare. Ti prego, diario, aiutami a spiegare a tutti che non volevo essere quella che sono diventata. Non volevo avere certi suoi ricordi e certe sue rivelazioni. Ho fatto soltanto quello che può fare ognuno di noi, in ogni situazione:

Il mio meglio.

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