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A volte è necessario vedere oltre e non solo osservare quel che ci si para davanti, la “facciata”. A proposito di ciò, credo che nell’universo delle serie tv esistano quelle che offrono una mera trama lineare da seguire, niente da elaborare interiormente, e quelle che in più regalano un mondo ulteriore, di concetti, di ideologie, di sentenze cosmiche. Il fascino embrionale di True Detective, prima ancora di immergerci nella sua intrigante complessità dunque, è dato sicuramente dal fatto che offre una linea essenziale di trama godibilissima da chiunque: la storia di un caso riaperto e risolto da due detective, colleghi di vecchia data. Niente di più aberrante in realtà, se ridotto soltanto a questo.

Questo perchè True Detective è una di quelle serie che per essere godute richiedono sì una certa conoscenza e passione per i temi trattati, ma soprattutto un’attenta post-rielaborazione da parte dello spettatore. Una vera opera d’arte è quella che, una volta apprezzata e assorbita, riesce a suscitarti interesse anche dopo averla abbandonata. E’ quella forza interiore che spinge a ricercarla e a riscoprirla altrove. Ecco dunque che adesso possiamo dispensare con certezza degli spunti letterari o, meglio, cartacei dai quali gli autori della serie hanno tratto ispirazione. Perchè True Detective non sia la fine, ma soltanto l’inizio di un lungo viaggio intellettivo, mentale e, per finire, onirico.

1. Il Re Giallo (The King in Yellow)

Figura centrale nell’intera epopea è quella del “Re Giallo”, più volte nominato nel succedersi delle indagini. Senza addentrarci troppo nella versione televisiva, parliamo della versione cartacea. Sì, perchè in principio “Il Re Giallo” è una raccolta di racconti che lo scrittore Robert W. Chambers, classe 1865, pubblica a trent’anni, a ridosso del XX secolo. Lo spunto è un’opera teatrale fittizia in due atti, di un autore sconosciuto, dal titolo “The King in Yellow” , che una volta letta, o una volta che si sia assistito alla sua rappresentazione, renderebbe folli, con squarci di orrori cosmici indicibili per l’incauto fruitore. Un po’ come il Necronomicon di Lovecraft.
Il Re Giallo rappresenta, quindi, il più evidente riferimento letterario della prima stagione di True Detective.

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