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Carol è uno dei personaggi più longevi di The Walking Dead, e ha subìto un cambiamento radicale dalla vita pre-zombie. La sua è una storia di sofferenza e ribellione, ma lei non riesce mai a riscattarsi del tutto perché compie degli errori che le costano la sua stessa libertà. Insomma, Carol è una donna ferita che ferisce di continuo perché non sempre dal dolore si rinasce. A volte si rimane nella livida penombra della vita.

Carol

La pervinca è un fiore blu e viola e il suo nome deriva dal latino “vincire“, ovvero legare. Prende questo nome dalla sua capacità di legarsi al terreno anche in modo insistente. Carol come il fiore rimane insistentemente aggrappata a un’idea o uno stato d’animo che la nutre come il terreno nutre il fiore. Nella prima stagione di The Walking Dead, Carol è vittima degli abusi del marito ed è madre di Sophie. È una donna assertiva e sensibile che non riesce a graffiare il terreno, ma rimane nascosta come un seme sotto la terra. La nascita di un fiore parte in realtà da un trauma, il seme viene rotto da una vita che dentro di lui scalpita e si fa strada tagliando. Anche Carol rinasce dai suoi traumi, lentamente risale il fondo in cui è stata per anni a causa del marito. E una volta che lui muore, lei si fa strada con il suo stelo ancora in fase embrionale.

Sophia

The Walking Dead

Sophia è l’unica figlia di Carol ed è una bambina sensibile, vittima della tossicità paterna. Nelle prime stagioni di The Walking Dead la bambina si perde, e Carol inizia una dolorosa ricerca. Alla fine il gruppo di Rick ritrova Sophia morta, e dal trauma nascerà la pervinca. Spunterà fuori dal fienile il corpo livido di una bambina non più umana, ma negli occhi Carol ci vedrà la figlia. Gli steli di questo fiore leggermente violaceo si apriranno alla tragedia e le sfumature della sofferenza esploderanno. Seguirà un percorso di apparente superamento del lutto, ma in realtà la pervinca rimarrà per sempre ancorata al dolore. Carol indosserà delle maschere sopravvivendo a se stessa, e mentre coltiva un legame con Daryl rimane segretamente legata alla morte. Impara a combattere, a uccidere zombie e procacciarsi acqua e cibo, e questa forza le salverà la vita in molte situazioni. Ma in lei vive un’ombra di luce e buio, di bene e male del quale si nutrirà come un fiore beve la rugiada.

Ma una forza che trae nutrimento dal dolore è un’arma a doppio taglio, soprattutto per una donna che in passato dipendeva da un uomo violento.

The Walking Dead

Carol, infatti, sviluppa un contorto legame con il suo gruppo principale, quasi una dipendenza affettiva. La nostra pervinca che in certi momenti colora di un viola lucente diventa presto livida e bluastra come la morte. Carol impara a uccidere gli esseri umani, soprattutto coloro che sbarrano la strada al suo gruppo o che smuovono di poco la terra su cui si tiene ancorata. Usa fuoco, lame e pistole, ma l’arma più pericolosa che ha in mano è se stessa, implacabile e spietata. La pervinca alla fine si tradirà o perlomeno tradirà quello che è stata o che avrebbe potuto essere e compirà il gesto che la renderà un fiore velenoso. Uccidere era diventato facile per lei, mors tua vita mea era il mantra del gruppo di Rick. Ma uccidere una bambina significa varcare il limite tra bene e male e visitare le porte del limbo. “Look at the flower“, è così che un fiore ne recide un altro macchiando i suoi petali del più grave delitto.

Rinascere per morire

Ezekiel. TWD

Carol rinasce nuovamente dai continui traumi che subisce o che si provoca, e dopo essere stata una spietata assassina attraversa una nuova fase. Alexandria è la nuova fase, quella buona e positiva che sembra colorare la nostra pervinca di un viola più acceso e di un blu meno livido. Carol incontra Ezekiel e scopre l’amore, quello vero e di rispetto assorbendone la linfa vitale. Con Ezekiel riforma una nuova famiglia adottando Henry, un ragazzino orfano, ma il nuovo nucleo familiare durerà il tempo di un fiore in una tempesta. Carol perderà nuovamente un figlio, stavolta in modo più violento e per mano umana. Come ogni fiore reciso e calpestato, Carol rimane ferita e stavolta perderà qualche foglia dal suo stelo già compromesso. Rinascere a metà è lasciare qualcosa dietro, e per Carol ha significato lasciare Ezekiel e l’amore, più che altro la speranza dell’amore. Andrà avanti ma rimarrà sempre un fiore reciso, una pervinca violacea a volte notte a volte oceano. I suoi petali sbiadiranno come i suoi lunghi capelli argentei che ne indicheranno l’età, ma la sua forza sarà sempre in conflitto interiore. È sempre una pervinca ancorata al terreno delle sue ferite e la fine (che tanto attendiamo) può essere dolce come un nettare o amara come un veleno.

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