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Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Come vi ho raccontato in questo articolo, ormai mi è nata la passione per Sons of Anarchy. O forse, è meglio dire “la malattia“.

Così, non contenta della prima stagione in una notte, mi sono fatta anche la seconda stagione in una giornata intera (ci ho messo di più, lo so, ma evidentemente la dipendenza da Jax Teller non è una giustificazione valida per assentarsi dal lavoro).

In ogni modo, in questa seconda stagione di Sons of Anarchy mi ha colpito soprattutto il concetto di famiglia. In realtà non ho intenzione di soffermarmi sulle solite banalità sentimentali come l’unione, la fratellanza, etc… Non perché non siano importanti, sia chiaro, sono assolutamente fondamentali, ma visto che arrivo in ritardo sull’argomento non credo di dover essere io a parlarne.

In arrivo spoiler sulla seconda stagione.

In realtà il motivo per cui ho amato la grande famiglia dei Sons of Anarchy consiste essenzialmente nel suo essere completamente disadattata.

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

In questa seconda stagione la famiglia vive un disastro dopo l’altro, come una continua ed inesorabile reazione a catena. Tutto inizia con la morte di Dana, e da lì, come un flusso, consegue la faida tra Clay e Jax, e di conseguenza con il resto del club. Poi ovviamente ci si mettono anche i bastardoni bianchi, che, oltre ad essere profondamente insopportabili, vanno a colpire decisamente troppo sotto la cintura, in particolare, ma non solo, con lo stupro di Gemma.

Insomma è un grandissimo, enorme e catastrofico disastro. E in tutto ciò Gemma che cosa fa? Invita a cena tutta la famiglia al gran completo. Ovvio, no?

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Questa cena è stata meravigliosa: patrigno e figlio sul piede di guerra, pornostar (associabile ad una cognata) che turba la fidanzata per bene, piccoli pargoli da mandare immediatamente da uno psicologo molto bravo, una matriarca sull’orlo di una crisi di nervi e un gran numero di familiari come spettatori, ed ovviamente un piatto rotto (il piatto rotto ci deve essere in una vera cena in famiglia).

In pratica hanno raccontato il mio tipico pranzo di Natale.

In questo momento sono ancora troppi i segreti celati nell’animo dei personaggi. L’equilibrio di famiglia viene intaccato proprio dal desiderio di protezione insito in ciascuno di loro: pur di proteggere il club Gemma tiene per sé ciò che le è accaduto, Jax si fa divorare dentro da ciò che sa riguardo all’omicidio di Dana, così come Tig sente marcire la propria anima nel senso di colpa.

L’amore per la famiglia è la loro più grande debolezza, ma anche il più grande punto di forza.

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Nel momento in cui tutto verrà svelato la ruota ricomincerà a girare a favore dei Samcro: il disaccordo, il meccanismo difettoso verrà aggiustato, e la famiglia ritroverà la sua unità, la sua forza per affrontare il grande male che li sta distruggendo.

La famiglia è tutto ciò che abbiamo in fin dei conti, ciò che non ci abbandona mai nonostante tutto quello che possiamo fare.

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Lo vediamo anche in Tara: lei non fa parte di quel mondo, ed il suo primo istinto è quello di scappare, fuggire il più lontano possibile per preservare sé stessa. Tuttavia l’amore la ferma, e senza quasi rendersene conto entra a far parte della famiglia. Gemma le dà il benvenuto a modo suo, e la trasforma in una del club, e così accadrà anche con Clay e con ciascun altro membro dei Sons of Anarchy, per cui Tara diverrà un pezzo fondamentale.

Tra i Sons of Anarchy ognuno ha il suo compito, la sua funzione, ed ognuno deve essere rispettato per ciò che rappresenta, in una gerarchia perfettamente strutturata.

Ed ecco la differenza fondamentale che rende questo club una famiglia e non un gruppo di amici: non è facile entrarci, farne parte comporta una serie di sacrifici e compromessi, ma una volta che sei dentro non puoi uscirne. Non ti lascia scelta perché non ce n’è alcuna.

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Proprio attraverso la rappresentazione della famiglia, il mondo di Sons of Anarchy ci appare perfettamente normale.

L’omicidio, la crudeltà, il traffico di armi e violenza in genere vengono raccontati come una normalità sconvolgente: è un mondo a parte con un suo ordine, una sua gerarchia, un proprio perfetto equilibrio, che in qualche modo ci fa apprezzare, condividere e comprendere un mondo di delinquenti che nella nostra realtà di tutti i giorni dovrebbe essere assolutamente inconcepibile.

Ed è proprio questa la magia della famiglia: è in grado di farti sentire a casa anche alla bocca dell’inferno.

La famiglia ti sostiene e ti protegge a prescindere da ciò che hai fatto, c’è anche e soprattutto nel momento del tuo più grande errore, della caduta inesorabile, ma il prezzo da pagare può essere alto.

Sons of Anarchy: il bello di avere la famiglia a cena

Chiunque può amare qualcosa perché, è facile, ma amare qualcosa nonostante, conoscerne i difetti e amare anche quelli è cosa rara, pura, perfetta. Amare “nonostante” è semplicemente famiglia.

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