The Big Bang Theory e altre sit-com più profonde di quel che sembra

Attenzione! Il seguente articolo potrebbe contenere spoiler su: The Big Bang Theory, Malcolm in the Middle, Willy, il Principe di Bel-Air, My name is Earl, Mike & Molly, Selfie e Cougar Town

Ci sono alcune serie tv che partono già dal presupposto di essere considerate serie e profonde. Tra le tante, potremmo nominare senza indugio This is Us o Black Mirror, per esempio. Nonostante siano nettamente diverse l’una dall’altra, sappiamo sin dall’inizio che hanno intenzione di “essere d’insegnamento” e di farci scoprire qualcosa in più sul mondo e su noi stessi: da una parte abbiamo uno show incentrato sulla famiglia, che vuole farci comprendere quali sono le cose realmente importanti della vita, dall’altra c’è una vera e propria denuncia al mondo che a poco a poco stiamo creando.

Allo stesso modo, tuttavia, esistono anche delle serie – nella maggior parte dei casi sono situation comedy – che nonostante siano apparentemente frivole e senza significati reconditi, in realtà hanno molto da insegnarci. E no, non parliamo di Scrubs, di How I Met Your Mother o degli altri show che sappiamo già essere profondi, nonostante la loro trama apparentemente semplice. Oggi vi parliamo di alcune sitcom che possiamo apprezzare realmente soltanto dopo aver seguito ogni episodio e aver compreso che, sotto un guscio di divertimento, nascondono molto di più.

The Big Bang Theory

The Big Bang Theory è una di quelle sitcom che, a primo impatto, di sicuro non ci fanno pensare a qualcosa di “serio”. La serie, andata in onda dal 2007 al 2019, ha appassionato milioni di spettatori che sono rimasti sorpresi non soltanto dalla trama innovativa (trovare dei protagonisti “nerd”, infatti, non accade tutti i giorni) ma anche e soprattutto dalla profondità dimostrata in più di un’occasione.

The Big Bang Theory, infatti, non ha mai smesso di farci ridere ma ci ha dato al tempo stesso delle vere e proprie lezioni di vita. Abbiamo imparato che l’apparenza inganna, come nel caso di Penny, e che anche persone che sono letteralmente agli antipodi possono essere grandi amici. La sitcom, inoltre, ci ha dato modo di riflettere in più di un’occasione: qui, per esempio, vi abbiamo parlato proprio dei cinque momenti più drammatici di The Big Bang Theory. Dire che ci hanno scombussolati sarebbe troppo poco.

Ne volete un’ulteriore dimostrazione? Abbiamo parlato di The Big Bang Theory in termini diversi dal solito in questo approfondimento dedicato a Sheldon Cooper.

Malcolm in the Middle

Quella di Malcolm è con molta probabilità la prima famiglia realmente disfunzionale che abbiamo avuto modo di conoscere grazie alle serie tv. Prima ancora dei Gallagher di Shameless, infatti, c’erano loro: Lois, Hal e i loro figli erano completamente diversi da tutti gli altri protagonisti di sitcom con cui eravamo abituati ad avere a che fare.

Malcolm in the Middle ci ha messo di fronte a una realtà che, ai tempi, non veniva raccontata in televisione: una famiglia che non ha nulla di perfetto, dove il denaro scarseggia continuamente e dove i figli combinano un guaio dopo l’altro. La sitcom è apparentemente semplice, divertente e non pretenziosa: in realtà, vedendola a distanza di anni ci siamo resi conto che è molto più profonda di quel che sembra. Malcolm in the Middle ci parla di capitalismo, di meritocrazia praticamente inesistente e di una famiglia che ogni giorno lotta per poter vivere in maniera dignitosa.

Willy, il Principe di Bel-Air

Se ascoltiamo la sua sigla non riusciamo a fare a meno di cantarla, esattamente come accadeva anni fa. E quando da bambini o da adolescenti abbiamo guardato Willy, il Principe di Bel-Air per la prima volta, non pensavamo di certo che fosse una serie a suo modo profonda. Ancora adesso, ripensandoci, probabilmente ci vengono in mente soltanto le scene divertenti, come per esempio il balletto di Carlton.

La verità è che Willy, il Principe di Bel-Air oltre ad averci offerto dei momenti molto più significativi di quel che sembra, ci spiega perfettamente l’incredibile e immenso divario sociale tra gli stessi afroamericani: da una parte abbiamo una ricca famiglia borghese, dall’altro un adolescente che proviene dal ghetto e che non riesce – e nemmeno ci prova – ad adattarsi a un nuovo stile di vita.

My name is Earl

La trama di My name is Earl non ci fa pensare a nulla che possa essere considerato realmente serio: un trentenne fannullone che, dopo aver scoperto dell’esistenza del karma (principio secondo cui per ogni azione che si compie ne ritornerebbe indietro un’altra dello stesso tipo), decide di cominciare a vivere diversamente e inizia realmente a preoccuparsi della propria condotta.

Dopo aver perso un biglietto del gratta e vinci con cui avrebbe vinto 100 000 dollari, essere stato investito da un’automobile ed essere stato lasciato da sua moglie, Earl cambia radicalmente vita. E tra battute, ironia e divertimento, My name is Earl ci dimostra – anche se mai esplicitamente – che tutti possono migliorare, se lo vogliono. Anche i casi apparentemente “disperati” come Earl.

Mike & Molly

Trasmessa dal 2010 al 2016, Mike & Molly è una serie leggera e originale che ha come protagonisti Mike, un agente di polizia, e Molly, una maestra, che si incontrano per caso in un gruppo di Obesi Anonimi. I due sono dei personaggi divertenti, affabili e – soprattutto – incredibilmente autoironici. Sono consapevoli della loro fisicità, con la quale convivono abbastanza tranquillamente, anche se proprio per questo spesso vengono bonariamente presi in giro.

Mike & Molly, con modi mai troppo espliciti e con dei dialoghi semplici e godibili, ci parla di inclusione, di accettazione di sé stessi e soprattutto di accettazione da parte degli altri. È una sitcom diversa e atipica che, esattamente come The Big Bang Theory, non ha come protagonisti degli attori che rispettano i canoni di bellezza tradizionali: innovative e simpatiche, hanno anche tanto da insegnare.

Selfie

La sitcom Selfie, composta da un’unica stagione che conta 13 episodi, non è sicuramente conosciuta e apprezzata come le altre presenti in lista, ma merita comunque un posticino nel nostro articolo. Pur essendo apparentemente frivola e pur non avendo grandi pretese, infatti, ha sorpreso il pubblico che ha avuto il piacere di seguirla.

La trama ci racconta di Eliza Dooley, una giovane impiegata di un’azienda farmaceutica, che è praticamente ossessionata dalla fama provocata dai social media e non perde occasione per postare qualsiasi cosa possa farle avere un like o un follower in più. Con il trascorrere del tempo, tuttavia, la vedremo rendersi conto che la notorietà non è tutto e che a volte si è soli anche se circondati dalle persone che ci apprezzano per la nostra “popolarità”. Selfie è una serie semplice, che non vuole di certo diventare la prossima Friends o Breaking Bad ma che, nel suo piccolo, si dimostra molto più profonda di quel che sembra.

Cougar Town

Apparentemente una sitcom come tante altre, che ha come protagonisti dei personaggi adulti ma allo stesso tempo “bambini” che pensano a divertirsi, bere, spettegolare e che non lavorano quasi mai. Nascosta dietro un guscio di frivolezza e spensieratezza, tuttavia, Cougar Town ha dimostrato di avere davvero tanto da dare al pubblico.

La serie, che come ben sappiamo è di Bill Lawrence, ma non diventa mai una Scrubs 2.0: le tematiche affrontate non raggiungono mai tali livelli di profondità e i dialoghi non ci fanno di certo lo stesso effetto dei monologhi di JD. Nonostante ciò, la sitcom in questione ci offre spesso spunti di pensiero interessanti come l’insoddisfazione, il non saper esprimere adeguatamente le proprie emozioni e la paura di non avere uno scopo nella vita. Ed è proprio per questo che merita di essere nella nostra lista.