2) Criminal Minds è uno degli show più popolari e duraturi della televisione

Iniziata nel 2005, conclusa nel 2020 dopo 15 stagioni e rilanciata nel 2022 con Criminal Minds: Evolution , la serie ha consolidato un’eredità che va ben oltre il semplice procedurale. La serie segue un team dell’FBI Behavioral Analysis Unit (BAU), specializzato nel profiling di serial killer e criminali psicologicamente complessi. Ogni episodio racconta un nuovo caso, spesso oscuro e disturbante, affrontato attraverso l’analisi della mente del colpevole. “To catch a criminal, you have to think like one”, pertanto, è lo slogan della serie e racchiude tutto il suo spirito.
Il pubblico è sempre stato attratto dall’oscurità, e Criminal Minds (ecco perchè la serie è immortale) esplora il lato più inquietante e disturbante della psiche umana. Inoltre, lo show non si limita a sapere “chi l’ha fatto”, ma si chiede “perché?”. Questo approccio psicologico è il suo marchio distintivo. E a differenza di molte serie tv procedurali classiche, viene dato grande spazio alle vittime, ai sopravvissuti e ai familiari. I casi, inoltre, sono spesso intensamente emotivi e il colpevole viene mostrato sin dall’inizio, cosicché la tensione nasce dal come e quando verrà fermato.
I protagonisti non sono poliziotti d’azione, ma profiler esperti
Spencer Reid, è un genio con QI 187, memoria eidetica, molto fragile e umano; Derek Morgan vanta molta forza, passione e grande empatia; Penelope Garcia è hacker eccentrica, nonché cuore tecnologico e emotivo della squadra. Ognuno di loro è interessante e caratterizzato da una backstory profonda. Così, il gruppo diventa una famiglia, con dinamiche affettive complesse ma vere, che evolvono nel tempo. Pur centrata su serial killer, inoltre, la serie tv procedurale ha affrontato temi delicati e moderni.
Tra gli altri, disturbi mentali e stigmatizzazione, PTSD e traumi infantili, abusi di potere, cybercrime, dark web, violenza domestica, bullismo e crimini d’odio. Poi, molte trame sono ispirate a casi reali, rielaborati con cura narrativa e rispetto etico. Infine, dopo l’addio di personaggi chiave (Hotch, Morgan), la serie ha saputo reinventarsi senza perdere identità. Il revival Evolution ha portato una narrazione più serializzata con un solo killer stagionale, mantenendo però sempre l’essenza del profiling. Non a caso, questa, tra le migliori serie tv procedurali, continua ad attrarre nuove generazioni, grazie allo streaming, ai meme e alla fanbase devota.
3) A.C. Doyle sarebbe fiero della Serie Tv procedurale di cui è padre

Creato da Steven Moffat e Mark Gatiss, con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman nei ruoli di Sherlock Holmes e John Watson, lo show ha ridefinito il concetto di serie investigativa nel XXI secolo. Per questo, nonostante le sue sole quattro stagioni e tredici episodi, Sherlock su Netflix è diventata un cult immortale. È una rivisitazione contemporanea dei racconti originali di Conan Doyle, ambientata nella Londra di oggi, ma con fortissimi richiami alla tradizione classica: casi, antagonisti, deduzioni e stile inconfondibile.
Ogni episodio è quasi un film, con durata tra 75 e 90 minuti, una produzione cinematografica e una qualità narrativa altissima. Sherlock, pertanto, è riuscita in un’impresa quasi impossibile poiché ha rispettato l’opera originale, modernizzando appunto il contesto. Non mancano dunque smartphone, tecnologia, terrorismo, social media, tali da creare una versione “eterna” del personaggio e credibile in ogni epoca.
Lo stesso personaggio di Sherlock è diventato definitivo per una generazione
Freddo, logico, borderline sociopatico, geniale, ma umano nelle sue debolezze ed esticamente magnetico, Cumberbatch ha trasformato l’eroe letterario in icona pop, senza snaturarlo. La struttura è episodica ma ricca di connessioni narrative e sviluppi orizzontali. I casi sono complessi, con colpi di scena intelligenti, citazioni raffinate e il ritmo è serrato, mediante un uso innovativo del montaggio, della grafica testuale e della regia visiva. Pertanto, nessun episodio sembra obsoleto e ogni rewatch svela nuovi dettagli.
Notevole è anche la sinergia perfetta del cast. John Watson (Martin Freeman) è la perfetta controparte emotiva e umana a Sherlock, nonché vera ancora di questa serie tv procedurale. E la chimica tra Cumberbatch e Freeman è straordinaria e fondamentale per l’equilibrio della serie. Per concludere, sebbene lo show fosse pieno di references letterarie, storiche e scientifiche, è comunque comprensibile e coinvolgente per tutti. Puoi guardarla da spettatore casuale o da fan appassionato e coglierne, allo stesso modo, i diversi livelli.