3) Fantasmi
La questione a questo punto si fa parecchio complessa.
Se siete dolci fanciulle comprensive con la sindrome della crocerossina, allora provate a parlare con lo spettro incazzato nero che vi siete ritrovate davanti. Come ci insegna Melinda, ogni fantasma ha un conto in sospeso in questo mondo, un legame che lo trattiene invischiato nelle faccende umane. Tutto sta a comprendere la questione in sospeso della situazione e cercare di far capire molto serenamente allo spettro assetato di vendetta che bisogna passare oltre e andare verso la luce.
Più semplice di così si muore, effettivamente.
Se le vostre tendenze hippy sono assopite da tempo, allora il consiglio e di rifarsi al metodo Sam e Dean ancora una volta.
Prima di tutto portatevi sempre il buon vecchio sale dietro, una sorta di jolly per ogni evenienza. Dopo di che cercate di avere sempre del ferro a portata di mano. Dopotutto se avete un paio di stivali ci stanno da una parte il paletto di legno e dall’altra quanto meno una forchetta, che poi se è arrugginita poco importa (badate bene che l’acciaio non vale).
Dopo di che l’accendino. Suvvia, fumatori e non un accendino dietro bisogna sempre averlo, sia mai che incontriate un fantasma o un tipo carino che fuma.
A questo punto il gioco è semplice: nel caso in cui incontriate un fantasma assetato di vendetta avete modo di difendervi facilmente con gli strumenti sopraelencati, abbastanza quanto meno per scappare a gambe levate. Dopodiché se siete affetti anche voi della sindrome del cacciatore avrete modo di fare giusto quel paio di ricerche necessarie per trovare il suo luogo di sepoltura, riesumare il cadavere e dargli fuoco dopo una spolverata di sale e alcool.
Fatto?
Nota Bene: se il fantasma che vi trovate davanti indossa un kilt, ha i capelli rossi e vi osserva da lontano con quel suo sguardo che sa tanto di viaggiatore del tempo innamorato, lasciate perdere sale, ferro e accendino e andate a cercare il cerchio di pietre più vicino. Oppure dategli il mio contatto, non si sa mai.
