5) 1899, forse la più scioccante di tutte tra le serie tv cancellate negli ultimi anni
Tra le serie tv cancellate prematuramente che più hanno fatto discutere negli ultimi anni, 1899 rappresenta forse il caso più emblematico di potenziale sprecato. Prodotta da Netflix e creata dagli stessi ideatori del cult tedesco Dark, la serie era tra le più attese del 2022. Si proponeva come un ambizioso mix di mistero, fantascienza e horror, con un’impostazione visiva e narrativa decisamente fuori dagli schemi. 1899 raccontava la storia di un gruppo di migranti europei in viaggio verso l’America a bordo della nave Kerberos. Quando il loro percorso incrocia quello del Prometheus, un’altra nave scomparsa mesi prima, ha inizio un incubo psicologico in cui niente è come sembra. Il racconto si sviluppava tra sogni, allucinazioni, loop temporali e una sottotrama tecnologico-distopica che rivelava una realtà ben più complessa di quella che i personaggi credevano di vivere. Una trama pensata per un pubblico esigente e amante dei puzzle narrativi.
Girata in otto lingue diverse, con un cast internazionale e con l’utilizzo innovativo della tecnologia StageCraft, 1899 era un prodotto visivamente impressionante. Proprio come Dark, richiedeva attenzione e pazienza, ma prometteva una ricompensa ricca per chi fosse disposto a seguirne il labirinto. Nonostante l’hype e il buon riscontro iniziale, Netflix ha annunciato la cancellazione della serie poco dopo l’uscita della prima stagione, lasciando la trama a metà e, soprattutto, i fan sconcertati. Gli autori avevano già in mente una trilogia, con sviluppi complessi e risposte ai tanti interrogativi lasciati in sospeso. La decisione è sembrata frutto di una logica produttiva che penalizza i progetti più ambiziosi e complessi a favore di contenuti più accessibili e immediati. 1899 era una sfida per lo spettatore: lo coinvolgeva con una narrazione non lineare e lo invitava a interrogarsi sulla percezione della realtà.
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6) Raised By Wolves
Tra le cancellazioni più dolorose degli ultimi cinque anni, Raised by Wolves merita senza dubbio un posto d’onore. La serie, prodotta da Ridley Scott — che ha anche diretto i primi due episodi — e distribuita da HBO Max, debuttò nel 2020 con grandi ambizioni e uno stile visivo molto riconoscibile. Riuscì da subito a distinguersi nel panorama fantascientifico contemporaneo per la sua originalità tematica e visiva. Ambientata in un futuro remoto, Raised by Wolves raccontava la storia di due androidi, Mother e Father, incaricati di crescere una nuova generazione di esseri umani su un pianeta remoto in seguito alla distruzione della Terra dopo una guerra religiosa tra atei e fondamentalisti. Il loro compito: creare una società libera dalla fede, basata sulla razionalità. Ma l’arrivo di un gruppo di sopravvissuti umani minacciava presto l’equilibrio faticosamente costruito, dando inizio a un conflitto tra ideologie, natura e tecnologia, umano e artificiale.
La serie affrontava temi esistenziali con una profondità rara, il tono era cupo, filosofico, spesso alienante, ma proprio per questo affascinante. Visivamente, Raised by Wolves era tantissima roba: paesaggi desolati, architetture minimaliste e creature inquietanti che contribuivano a creare un’atmosfera fuori dal tempo. Dopo due stagioni dense e sempre più ambiziose, la cancellazione è arrivata all’improvviso, lasciando la trama aperta e moltissime questioni irrisolte. Gli autori avevano in mente una storia di lungo respiro, con almeno cinque stagioni per completare il viaggio evolutivo dei personaggi. Purtroppo, le logiche di ristrutturazione interne a HBO Max (in seguito alla fusione con Discovery) hanno messo fine prematuramente al progetto. Progetto che, seppur di nicchia, aveva costruito una fanbase appassionata. Non era una serie semplice né rassicurante, ma proprio per questo rappresentava un unicum nel panorama seriale.