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6 tra le Serie Tv storiche più sottovalutate di sempre

Il mondo del period drama è uno dei più amati dal pubblico generalista: le serie storiche danno la possibilità di indagare e curiosare su contesti e realtà del passato, suscitando la curiosità degli spettatori grazie a caratteristiche ben precise come i costumi, gli ambienti e le scenografie di un tempo; inoltre, si tratta di un genere piuttosto “inflazionato”, nel senso che è considerabile period qualsiasi prodotto ambientato in un’epoca passata, oltre al fatto che esistono tanti sottogeneri in questo senso, proprio perché le serie tv in costume danno la possibilità di spaziare molto su tematiche e proposte narrative. Sono tanti i grandissimi titoli di questo genere, basti pensare a The Crown, Peaky Blinders o Chernobyl, talmente tanti che risulta impensabile anche soltanto stilare una lista completa; ed è in questo marasma di titoli e successi internazionali che spesso ci si dimentica di alcune serie storiche davvero ben fatte, che avrebbero meritato o meriterebbero maggiore attenzione. Oggi, dunque, vogliamo proporvi alcuni titoli di serie storiche che, per un motivo o per l’altro, sono passate troppo inosservate, ma che potrebbero stuzzicare la vostra fantasia.

1) Harlots

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Harlots (640×360)

Cominciamo la lista delle serie storiche più sottovalutate di sempre con una produzione britannica trasmessa da Hulu negli Stati Uniti: Harlots, una serie televisiva del 2017 ambientata nella Londra del diciottesimo secolo; la trama di Harlots si concentra sulle lotte di due case di piacere, o più comunemente bordelli, gestite da Mrs Margaret Wells e Lydia Quigley. Per un’ambientazione piuttosto inflazionata, c’è invece una storia decisamente particolare: Harlots indaga infatti su un mondo oscuro e pericoloso, ovvero quello del commercio sessuale, evidenziando le sfide e le rivalità tra le prostitute e i loro protettori. La protagonista è Mrs Wells (interpretata da Samantha Morton), personaggio forte e determinato che cerca di garantire un futuro migliore alle sue figlie, lottando quotidianamente in un contesto sociale angusto, dominato da pregiudizi e corruzione. Gli episodi ruotano intorno alla figura di Mrs Wells e della sua attività, il bordello in Greek Street a Soho, che le garantisce di servire una classe più elevata rispetto agli altri. La serie, che mescola il genere del dramma storico con una riflessione sulla condizione femminile in quel periodo, affronta tematiche di potere, oppressione e emancipazione femminile, offrendo uno sguardo crudo sulla vita delle donne nell’epoca georgiana.

2) The Spanish Princess

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The Spanish Princess (640×360)

The Spanish Princess entra di diritto nella lista delle serie storiche più sottovalutate di sempre: si tratta di una serie televisiva storica basata sui romanzi di Philippa Gregory Caterina, la prima moglie e La maledizione del re. La serie segue la vita di Caterina d’Aragona, interpretata da Charlotte Hope, partendo dalla sua adolescenza, come nel caso di Reign, fino alla sua ascesa al trono d’Inghilterra come regina consorte di Enrico VIII. Caterina d’Aragona, di origine spagnola, si ritrova a dover affrontare diverse sfide quando il principe Arturo, suo permesso sposo, muore prematuramente, evento che di fatto la porta a diventare la prima moglie di Enrico Tudor, ossia Enrico VIII. La trama di The Spanish Princess si sviluppa attraverso i canonici intrighi di corte, analizzando le complesse dinamiche familiari della corona e i vari conflitti politici di quel tempo. La protagonista si trova a dover far fronte a coloro che tentano di plasmare il suo destino e quello dell’Inghilterra; la serie narra anche del rapporto tra Caterina e Maria Tudor, la futura Maria I d’Inghilterra, analizzando l’unicità e la particolarità del loro legame, oltre che l’eredità spagnola che le accomuna. Altri punti di forza di The Spanish Princess sono sicuramente l’accurato design dei costumi e l’ottima performance della protagonista.

3) Turn: Washington’s Spies

Turn (640×360)

Dopo una bella carrellata di period ambientati in Inghilterra, assoluta patria del genere sia in ambito cinematografico che televisivo, concentriamoci ora su una storia totalmente americana, ovvero quella di Turn: Washington’s Spies; la serie segue le vicende del Culper Ring, uno dei primi gruppi di spionaggio attivo durante la Guerra d’Indipendenza negli Stati Uniti impegnato a raccogliere informazioni e svolgere complesse operazioni di intelligence per conto di George Washington. Turn racconta di Abe Woodhull (Jamie Bell), un agricoltore di Long Island che si unisce alla causa ribelle dopo aver subito abusi da parte delle forze britanniche all’intento della sua comunità; Abe, in cerca di riscatto, diventa presto una pedina fondamentale del Culper Ring, adottando lo pseudonimo di Samuel Culper Jr. Turn esplora sia le dinamiche relative al conflitto che si sviluppò negli Stati Uniti alla fine del Settecento, sia quelle relative alla sfera personale e familiare dei suoi protagonisti, aggiungendo in questo modo parecchio dramma emotivo alla storia. Questa serie storica è stata apprezzata soprattutto per la rappresentazione accurata degli eventi storici, oltre che per la caratterizzazione dei personaggi, costantemente combattuti tra dilemmi morali e difficoltà di natura operativa; un valore aggiunto è rappresentato dall’ambientazione, che offre la possibilità di raccontare ed esplorare le tensioni politiche e sociali di quell’epoca, che in ambito seriale è sicuramente meno satura rispetto a tante altre.

4) Spostiamoci ora dall’altra parte del mondo, in Russia, con Catherine the Great, miniserie anglo-americana.

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Catherine the Great (640×360)

Qui si entra in un discorso ancora più complicato, dal momento che Catherine the Great è riuscita a passare un po’ troppo inosservata nonostante la presenza nel cast, nel ruolo principale, di un mostro sacro come Helen Mirren, oltre al valore produttivo conferito dal nome dei colossi di HBO e Sky Atlantic, che hanno collaborato alla produzione di questa serie. Catherine the Great risale al 2019 e si concentra sulla vita e sul regno di Caterina II di Russia, partendo dal colpo di stato che la portò al trono nel 1762, per poi svilupparsi attraverso il suo regno, analizzando dinamiche politiche e relazioni personali della sovrana. Helen Mirren rappresenta un indiscusso valore aggiunto per la serie, che si pone l’obiettivo di ricostruire un personaggio caratterialmente complesso, noto per il suo spirito indipendente e il suo interesse per l’illuminismo e le riforme progressiste. Tra le varie tematiche, viene analizzata anche la sua relazione con il generale Grigory Potemkin (Jason Clarke, altro nome non da poco), che fu uomo fidato e amante della regina. Anche qui c’è tanto spazio per scenografie lussuose e costumi mozzafiato, che catturano tutta la sfarzosità della corte russa di quel tempo, nonostante l’obiettivo principale sia quello di restituire al pubblico un ritratto più umano della protagonista.

5) Wolf Hall

Wolf Hall (640×360)

Torniamo per un’ultima volta in Inghilterra per parlarvi di un’altra delle serie storiche più sottovalutate: Wolf Hall. Si tratta di un prodotto britannico basato sui romanzi storici di Hilary Mantel; la trama segue la vita di Thomas Cromwell (Mark Rylance), figura fondamentale nell’Inghilterra del XVI secolo, al tempo di Enrico VIII (Damian Lewis), che già avevamo incontrato in questa lista. Siamo negli anni Venti del Cinquecento, quando un semplice avvocato e consigliere di bassa estrazione, Thomas Cromwell, viene notato dal sovrano e diventa in poco tempo uno dei suoi uomini più fidati. La serie esplora il periodo in cui il re divorziò da Caterina d’Aragona per risposarsi con Anna Bolena, focalizzandosi poi sulle sfide politiche e personali affrontate da Cromwell nella sua ascesa al potere. L’interpretazione di Rylance è stata elogiata dalla critica: l’attore è stato in grado di catturare ed elaborare la complessità del personaggio, mettendo in mostra le sue abilità oratorie e strategiche. Wolf Hall offre uno spaccato anche sul contesto religioso di quegli anni, raccontando della rottura di Enrico VIII con la Chiesa cattolica e la conseguente istituzione della Chiesa anglicana; Cromwell, dal canto suo, si ritrova proprio in mezzo alla tempesta generata dai voleri del re, che deve fronteggiare in modo astuto pur di non perdere la sua fiducia.

67) Godfather of Harlem

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Godfather of Harlem (640×360)

Voltiamo completamente pagina e spostiamoci di qualche secolo in avanti con una perla rarissima targata Star Original. Parliamo di Godfather of Harlem, un period gangster ambientato in uno dei momenti più difficili per gli Stati Uniti, ovvero quello della lotta per i diritti degli afroamericani. Le due storie che si intrecciano sono quelle di Bumpy Johnson, tra i primi padrini afroamericani ad aver fatto carriera, e Malcolm X (Nigel Thatch), leader politico e carismatico di quegli anni. Bumpy Johnson è interpretato da un eccezionale Forest Whitaker, capace di dare forza e profondità a un personaggio parecchio atipico: il Padrino di Harlem (storico quartiere afroamericano newyorkese) torna nel suo quartiere dopo dieci anni di prigione, ritrovandolo in uno stato di assoluto degrado e decadenza, con le strade controllate dalla mafia italiana; è in questo contesto che comincia la scalata di Bumpy Johnson, che in poco tempo diventa un vero e proprio punto di riferimento per la sua comunità, che rivede in lui le doti di un leader al pari di Malcolm X, con cui instaura un rapporto di fiducia e rispetto, affiancandolo ideologicamente e attivamente nella sua lotta al razzismo. Godfather of Harlem, oltre ad avere un cast davvero eccezionale (Giancarlo Esposito, Chazz Palminteri e Paul Sorvino, giusto per citarne alcuni), è davvero un ottimo esempio di come i period trovino una inqualificabile fortuna nella possibilità di raccontare contesti storici e politici di qualsiasi epoca.