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15 personaggi delle Serie Tv che forse non sapevi fossero realmente esistiti

Tutti sappiamo che Pablo Escobar di Narcos, i reali di The Crown, Ragnar di Vikings o i serial killer di Mindhunter sono personaggi effettivamente esistiti. Ma ci sono personaggi delle serie tv più ‘nascosti’ e meno spiattellati che sono realmente esistiti anch’essi, per quanto non se ne parli praticamente mai. Andiamo a scoprirli.

1) Grace Marks – Alias Grace

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Grace Marks e James McDermott

Basata sul romanzo omonimo di Margaret Atwood del 1966, Alias Grace è una miniserie canadese composta da soli sei episodi in cui si evince chiaramente l’ispirazione data dall’inconfondibile penna di Atwood. Così come in The Handmaid’s Tale, Alias Grace si fonda su tematiche sempre care alla sua autrice, mettendoci dinnanzi alle ombre di un’epoca tanto lontana quanto simile alla nostra, futura o come in questo caso passata che sia, in cui la donna vige sotto il peso di una società patriarcale dove la libertà le viene brutalmente negata. Contrariamente però alla sua più celebre opera, Alias Grace prende spunto dalla realtà, quella di Grace Marks: una domestica irlandese emigrata in Canada nell’800. Così come vediamo nella serie tv, Grace Marks venne accusata e poi arrestata nel 1943 per l’omicidio del suo datore di lavoro Thomas Kinnear, e sospettata della partecipazione nell’efferata uccisione della sua amante, incita di Kinnear, Nancy Montgomery. Nonostante le continue negazioni di Marks, la giovane donna, all’epoca appena sedicenne venne condannata al carcere a vita, salvo poi venire rilasciata nel 1872. Stessa sorte non capitò purtroppo al presunto complice di Grace, lo stalliere James McDermott, considerato l’esecutore materiale del delitto, che fu invece condannato a morte e impiccato.

2-3) Piper Chapman e Alex Vause – Orange Is The New Black

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 Taylor Schilling e Laura Prepon (a sinistra), Piper Chapman e Catherine Cleary Wolters (a destra)

Quanti di voi sapevano che Orange Is The New Black fosse stata ispirata da un romanzo autobiografico? Orange Is the New Black: My Year in a Women’s Prison è il libro scritto da Piper Kerman – il nome vi dice qualcosa? – da cui la nota showrunner Jenji Kohan ha preso ispirazione per dare forma all’amatissima serie tv Orange Is the New Black. Fedele, almeno inizialmente, alle esperienze raccontate dalla vera Piper, Orange Is the New Black è il risultato di un racconto in prima persona della vera Piper, alle prese con il peggior anno della sua vita, condannata a 13 mesi di detenzione nel carcere di minima sicurezza di Danbury. Come Piper Chapman è stata traviata dall’incontro con la seducente narcotrafficante Alex Vause, così Kerman deve alla relazione avuta con Catherine Cleary Wolters, la sua discesa negli inferi. Contrariamente a quanto ci viene mostrato in Orange Is The New Black, le due donne hanno trascorso solo cinque settimane nello stesso penitenziario e, colpo di scena, la vera Piper alla fine è rimasta fedele al suo Larry (Larry Smith nella realtà), uomo che la Kerman ha sposato nel 2006.

4-5) Holden Ford e Bill Tench -Mindhunter

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Robert K. Ressler (sinistra) and John E. Douglas (destra) con il serial killer Ed Kemper

Che Mindhunter sia ispirata a una storia vera non è un mistero per nessuno, ma forse non tutti sapranno che non solo i serial killer, con i loro veri nomi e cognomi, sono e sono stati dei personaggi realmente esistiti, ma anche i due protagonisti Holden Ford e Bill Tench prendono liberamente ispirazione dal primo vero profiler criminale e agente dell’FBI John Douglas e dal suo collega. Mindhunter infatti ripercorre fedelmente gli albori della carriera dei due agenti soffermandosi sugli anni 70, anni di grandi scoperte e intuizioni nel campo del profiling. John Douglas, in particolare, incaricato di insegnare le tecniche di negoziazione degli ostaggi e psicologia criminale applicata all’FBI Academy di Quantico, Virginia ai nuovi agenti speciali dell’FBI, si trovò a viaggiare per tutti gli States per formare nuovi agenti, ed è proprio mentre viaggiava che, fermandosi di tanto in tanto nelle principali prigioni del paese, intervistò alcuni tra i peggiori serial killer di tutti i tempi come: David Berkowitz, Ted Bundy, John Wayne Gacy, Charles Manson, Edmund Kemper, Richard Speck e molti altri ancora.

6) Esther Shapiro – Unorthodox

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Deborah Feldman

Così come nel caso di Orange Is The New Black, anche la miniserie rivelazione del 2020 Unorthodox è ispirata a un’autobiografia, quella di Deborah Feldman, un’ex ortodossa la cui storia è servita a darci quel piccolo gioiello di Unorthodox e l’eccellente interpretazione della sua protagonista Shira Haas nei panni di Esty Shapiro. Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots è infatti il libro autobiografico scritto da Deborah Feldman nel 2012 che ha ispirato la pregiata serie tv Netflix. Come la protagonista della miniserie, anche Debora Feldman ha vissuto in una famiglia ultraortodossa vedendo per lunghissimo tempo negata ogni forma di libertà, dagli amatissimi capelli, rasati in favore di una parrucca, all’infelice matrimonio combinato. Con esiti differenti rispetto alla trasposizione televisiva, Feldman si trasferirà inizialmente a New York insieme al marito in una comunità meno restrittiva, ma divorzierà dopo pochi anni per trasferirsi con il figlio in un nuovo indirizzo, nella speranza di far perdere per sempre ogni sua traccia. Allo stesso modo, il talento musicale di Esty è metaforico della passione per la scrittura dell’autrice, che, così come è accaduto alla protagonista di Unorthodox, rappresenterà per lei la speranza salvifica che le permetterà di concedersi una nuova vita all’insegna della felicità, la sua.

7) Lenny Bruce – The Marvelous Mrs. Maisel

lenny bruce
Lenny Bruce

L’affascinante comico interpretato da un altrettanto affascinante attore come Luke Kirby è ispirato, ma che dico, trasposto su uno dei personaggi realmente esistiti delle serie tv più autentico di sempre. Luke Kirby è esattamente Lenny Bruce dalla prima fino all’ultima puntata di The Marvelous Mrs. Maisel: guardare per credere, vi ricorda qualcosa?

Diversamente dal personaggio della pluripremiata comedy di Amazon Prime Video, quello di Lenny Bruce con la prigione, fu un rapporto ben più tormentato di quanto non sia emerso nella serie: in un’epoca dove la libertà di espressione era semplice ideologia, Bruce si batteva affinché venisse finalmente rispettata e concessa a tutti, comici soprattutto, ma non tutti erano della sua stessa idea. I suoi spettacoli controversi e il suo linguaggio provocatorio, oltre a garantirgli un posto fisso in prigione un giorno sì e l’altro pure, gli giovarono anche l’impossibilità di visitare moltissime città americane in cui per l’appunto Bruce e la sua comicità erano banditi. Nel 1966 venne addirittura aggiunto nella lista nera della maggior parte dei night club di tutti gli Stati Uniti, limitando così ancora di più la possibilità del comico di potersi esibire di fronte a un pubblico. Ma quando tutto parve sull’orlo del precipizio, Lenny Bruce ebbe un’intuizione: si finse prete con l’obiettivo fittizio di raccogliere soldi per i lebbrosi, ma venne scoperto in men che non si dica, anche se per mancanza di prove non venne mai accusato. E’ sempre nel 1966 invece, precisamente il 3 agosto, quando Lenny venne trovato morto nel bagno di casa sua, probabilmente a causa di un’overdose accidentale, a soli quarant’anni.

8-9) Gipsy Blanchard e Dee Dee Blanchard – The Act

the act
Gypsy Blanchard e Dee Dee Blanchard (a sinistra), Patricia Arquette e Joey King (a destra)

Con Patricia Arquette nel ruolo di Dee Dee Blanchard, e Joey King in quello di sua figlia Gypsy, The Act ci ha raccontato del tanto efferato quanto poco noto omicidio di Dee Dee Blanchard da parte di sua figlia Gypsy Rose Blanchard. Quella di Gypsy è la storia di una vittima della Sindrome di Münchhausen per procura, patologia di cui il genitore, in questo caso la madre Dee Dee soffriva. La sindrome viene descritta come: ”un disturbo mentale in cui un genitore o tutore arreca danni fisici al minore o ad altra persona incapace per farlo credere malato e attirare l’attenzione e comprensione su di sé.” Era in questo modo infatti che Dee Dee trattava sua figlia Gypsy quando durante gli anni della sua infanzia e adolescenza la obbligò a sottoporsi a gravi operazioni come l’asportazione delle ghiandole salivari e un’ampia serie di cure farmaceutiche non necessarie. Dopo anni di costrizioni fisiche e psicologiche, Gypsy trova il coraggio di affrontare sua madre, e lo fa nel peggiore dei modi possibili. Nel 2012 Gypsy incontra un misterioso ragazzo online con cui intraprende una relazione amorosa ed è poco dopo che i due cominceranno ad architettare l’omicidio di sua madre che concretizzeranno nel 2015, lasciando su Facebook l’inequivocabile status ”That bitch is dead!”.

10) Moritz Zimmermann – Come vendere droga online (in fretta)

Maximilian S.

Molto probabilmente tra le storie vere più celate, la rocambolesca avventura di Come vendere droga online (in fretta) è straordinariamente frutto di una storia vera, quella dell’allora diciottenne Maximilian S. Divenuto uno spacciatore dai guadagni milionari in soli due anni di attività, quella di Maximilian S. è una storia che ha davvero dell’incredibile. Ci troviamo a Lipsia nel 2013 quando il diciassettenne Max apre un “negozio” di droga online chiamato Shiny Flakes che, spacciato come un sito di web-design passò inosservato per molto tempo consentendo così al giovane Max di fatturare ingenti somme di denaro in Bitcoin e scalare l’impero della droga di tutta la Germania senza mai uscire da camera propria. Tutto filò liscio per un paio d’anni fino a quando una falla nel processo di spedizione portò all’arresto del giovane e alla definitiva chiusura di Shiny Flakes. Arrivati direttamente nella sua cameretta, gli agenti confiscarono 48.000 euro in contanti e una più che esaustiva scorta di 320 chili di tutti i tipi di droghe (hashish, ecstasy, metanfetamine, MDMA) meticolosamente sigillate, del valore sommario di 4 milioni di dollari. Attualmente Maximilian sta scontando 7 anni di carcere potendo usufruire della libertà vigilata durante il giorno, grazie alla quale ha anche potuto assistere alle riprese della serie tv Netflix ispirata alla sua vita.

11) Mildred Ratched – Ratched

Sarah Paulson in ‘Ratched’

Vista da circa 48 milioni di persone solo nei primi 28 giorni di messa in onda, la serie tv Ratched prende ispirazione dal noto romanzo del 1962 Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kensey. Il romanzo, poi trasposto da Miloš Forman nell’omonima pellicola del 1975 mette le sue radici nella particolare esperienza del suo autore e della conoscenza di un’infermiera sulla quale ha ricalcato il personaggio di Mildred Ratched. Per la stesura di Qualcuno volò sul nido del cuculo infatti Kensey si rifece alla sua esperienza nell’ospedale dei veterani di Menlo Park, qui lo scrittore decise di sottoporsi volontariamente come cavia per la sperimentazione di sostanze psicoattive come LSD e cocaina, sotto effetto delle quali passò molto tempo a interagire con i pazienti psichiatrici dell’ospedale facendosi raccontare le loro vite e disavventure. E’ proprio nell’ospedale che Kensey incontrò la sua personalissima Ratched, il cui vero nome e identità sono ancora ignoti. «La sua figura più minuta di quanto ricordassi sembrava darle un aspetto più umano», disse Kensey nel 2001 quando raccontò al NYT di aver incontrato la donna in una caffetteria, avvicinatasi allo scrittore punzecchiandolo sulla spalla ed esortando con: «Ti ricordi di me? L’infermiera Ratched?»

12) Aileen Wuornos – American Horror Story

Lily Rabe (a sinistra), Aileen Wuornos (a destra)

Personaggio ricorrente della quinta e amatissima stagione di American Horror Story, Hotel, Aileen Wuornos compare, insieme ad altri efferatissimi killer realmente esistiti come Richard Ramirez, Jeffre Dahmer e John Wayne Gacy nel quarto e nel quinto episodio della stagione: Devil’s Night e Be Our Guest. In pochi ma significativi frangenti riusciamo ben presto a capire che quella di Aileen è una storia tutt’altro che consueta differenziandola fin da subito dagli altri spietati serial killer. Wuornos, sulla quale vita è uscito l’acclamatissimo film Monster (2003) che ha valso a Charlize Theron il premio Oscar come migliore attrice protagonista per la sua interpretazione, uccide 7 uomini tra il novembre 1989 e il novembre 1990. Vittima di una vita travagliatissima che la segnò già all’età di 14 con uno stupro e conseguente gravidanza da parte di un amico di famiglia, sbattuta fuori di casa ancora minorenne, Aileen si diede alla prostituzione. E’ proprio in questi anni che la giovane, stanca dei continui abusi decise di vendicarsi uccidendo alcuni dei suoi clienti mentre cercava di costruirsi una nuova vita e identità in compagnia di Tyria Moore, cameriera conosciuta in un locale gay con cui intraprese una relazione romantica. Dopo 12 anni di detenzione Aileen Wuornos venne condannata nel 2002 all’iniezione letale.

13) Olivia Pope- Scandal

scandal
Judy Smith

Ebbene sì, il rivoluzionario personaggio di Olivia Pope è stato scritto e ispirato sull’ancora più rivoluzionaria Judy Smith: ex addetta stampa del presidente George H. W. Bush che rappresentò Monica Lewinsky durante lo scandalo politico-sessuale del 1998 oggi noto a tutti con il nome di Sexgate. Era il 1995 quando la stagista Monica Lewinsky di appena 18 anni intraprese una relazione sessuale con l’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, ed era il 1998 quando lo scandalo cominciò a cavalcare insistentemente le prime pagine di tutti i tabloid del mondo intero. Crisi da gestire? Questo è u caso per Olivia Pope! Magistrale gestitrice della crisi e avvocatessa, Judy Smith ispirò con il suo complesso e interessante lavoro la serie tv Scandal e l’interpretazione di Kerry Washington che in varie occasioni ha potuto confrontarsi direttamente con Smith per rendere ancora più veritiera la sua performance. Consulente della comunicazione per privati e aziende, dopo aver lasciato lo staff della Casa Bianca, Smith ha fondato Smith & Company: una società di consulenza specializzata nella gestione delle crisi e nelle relazioni con i media.

14-15) Henry Willson e Rock Hudson – Hollywood

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Rock Hudson e Henry Willson

Che Ryan Murphy abbia un debole per le storie vere e per i personaggi realmente esistiti, dopo questo articolo non è più un segreto. Dopo American Horror Story ora è il turno di Hollywood, preziosa e scintillante miniserie ambientata nel secondo dopoguerra, agli albori della nascita del grande cinema come lo intendiamo oggi. Nella corsa degli attori che cercano di aggiudicarsi almeno un provino, e quella degli agenti che avidamente fanno di tutto per accaparrarsi gli attori migliori, in Hollywood due dei maggiori rappresentanti di entrambe le categorie sono ispirati a personaggi realmente esistiti: stiamo parlando di Rock Hudson (Jake Picking nella serie) e dell’inquietante Henry Willson magistralmente interpretato da Jim Parsons. Astro nascente del cinema il primo e spregiudicato agente il secondo, la relazione raccontata sullo schermo di Hollywood si discosta solo in parte dalla realtà. Mentre le accuse di molestie sessuali riservate al famoso talent agent si fondano su confutate verità, sono ancora oggi molte le ombre che aleggiano sulla presunta omosessualità di Rock Hudson, goffo camionista di Chicago reso uno degli attori più richiesti e apprezzati del suo tempo da Willson.

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