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La classifica dei 7 peggiori remake nella storia delle Serie Tv

Abbiamo bisogno dei remake? Ce lo chiediamo ogni volta che ne spunta fuori uno nuovo. E ultimamente tra remake, reboot, riavvi, sequel e spin-off non sappiamo più come comportarci. Ovviamente non tutti i remake vengono per nuocere. Alcuni sono diventati perfino più famosi della serie madre. Pensiamo a The Office US, Westworld, Shameless US, Your Honor e ad altre serie tv che hanno saputo rimodellare con intelligenza il materiale originale. Quelle che pur senza stravolgerlo hanno creato qualcosa di nuovo. E a volte hanno addirittura superato l’originale, come è accaduto a questi 5 film. Le 7 serie tv che troverete in classifica – perse di per sé, senza considerare il contesto – rappresentano un piacevole sollazzo. Sono divertenti e qualcuna è perfino appassionante. Poi ci ricordiamo che sono il rifacimento di un originale che si sono limitate a imitare, male. Il remake può funzionare solo quando non si realizza una copia esatta. Quando non ci si limita a portare sullo schermo la storia, bensì lo spirito sia dei personaggi, sia della storia stessa. L’operazione può riuscire, quindi, quando si riesce a carpire l’essenza dietro quegli elementi che hanno determinato il successo della serie tv. Quando si ruba con creatività dall’originale e non si imita. Quando si racconta una storia aggiornandola e riadattando lo stile. Senza perdere altro tempo, andiamo a scovare i peggiori remake delle serie tv. Quelli che si riesce a guardare solo dimenticando da dove provengono.

7) Ironside (2013)

Ironside remake

Ironside è stata una serie poliziesca molto amata, trasmessa dalla NBC dal 1967 al 1975. Un detective finito sulla sedia a rotelle in seguito a un attentato, Robert T. Ironside, combatteva i cattivi per le strade di San Francisco. Un’idea potente e un messaggio forte in un’epoca in cui c’era bisogno di normalizzare la disabilità. Inoltre lo show è fortemente ancorato al contesto socio-culturale in cui è nato. Erano anni infuocati, dai movimenti per i diritti civili, alle proteste della guerra in Vietnam fino al Watergate. Non che oggi viviamo momenti più lieti, purtroppo.

Il remake, però, non aggiunge nulla alla storia originale e rende l’intera operazione superflua. Non ha ritmo, è spesso monotono e banale, sebbene possiede qualche elemento tipo dei drammi procedurali che merita l’attenzione. Mentre la serie originale venne accolta con grande entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. In primo luogo, l’originale vantava un protagonista carismatico come Raymond Burr (ora Blair Underwood), amato per il suo Perry Mason. In secondo luogo, Ironside è stata la prima serie drammatica poliziesca a mostrare una persona che aveva una disabilità. L’originale dunque era moderno nello spirito, era audace, mentre la copia è moderna solo in apparenza, cioè solo in virtù dell’aspetto ovviamente più contemporaneo, e a tratti ingenuamente offensivo. Ma sotto le apparenze non c’è né la verve né lo spirito di denuncia dell’originale.

6) Bionic Woman (2007)

Bionic Woman i peggiori remake serie tv

Segue in classifica un altro fiasco della NBC: il remake de La Donna Bionica. La serie è ispirata all’omonimo cult degli anni Settanta che ha avuto un impatto significativo nell’immaginario collettivo. A partire dalla sua protagonista . Il re, creata da David Eick, un produttore che sa il fatto suo in campo fantascientifico, nel suo curriculum troviamo ad esempio Battlestar Galactica. Il rifacimento – di per sé – è fin troppo gradevole. Rappresenta una versione più elegante e tecnologicamente all’avanguardia dell’originale. Ma, purtroppo, fallisce sul coinvolgimento emotivo della storia.

Come ogni serie fantascientifica passata alla storia, non sono le trovate ipertecnologiche o gli effetti speciali a colpire al cuore lo spettatore. Bensì la potenza del messaggio umano. La protagonista, Jaime Sommers (Lindsay Wagner), era una tennista trasformata in cyborg a seguito di un incidente. Un pretesto sci-fi carico però di messaggi progressisti mescolati con l’avventura e l’indagine psicologica. La crisi d’identità, l’emancipazione, la pericolosità delle apparenze nutrivano la storia, appassionando il pubblico. Il remake, come la stragrande maggioranza dei rifacimenti degli anni Settanta e Ottanta, finisce invece per parodiare l’originale. E sotto le spoglie più moderne, si nasconde poca sostanza. La realizzazione complessiva è buona, complice anche gli effetti speciali che donano un aspetto più credibile alla vicenda. Eppure, il remake manca di cuore. Fallisce nel coinvolgimento e dimostra che gli effetti speciali servono a poco senza sostanza.

5) I Know What You Did Last Summer (2021)

I Know What You Did Last Summer (2021)

I Know What You Did Last Summer è un film slasher del 1997 basato sull’omonimo romanzo del 1973 di Lois Duncan ed è il primo capitolo del franchise. Il film è incentrato su quattro amici che vengono perseguitati da un killer, un anno dopo aver coperto un incidente d’auto in cui hanno ucciso un uomo. Sebbene la pellicola non abbia ricevuto delle recensioni troppo entusiastiche da parte della critica, è stato indubbiamente un successo commerciale. Ha ricevuto anche diversi premi e – primo fra tutti – si è accomodato nel nostro immaginario collettivo.

Così sono seguite parodie, rimandi e citazioni di ogni tipo. Fino a quando, nel 2021, Prime Video ha commissionato il remake. La nuova serie di Sara Goodman sarebbe dovuta essere una versione moderna, svecchiata e al passo con i tempi. Stesse dinamiche, dunque, per un nuovo pubblico giovane pronto a ossessionarsi con un nuovo cult. Invece i cosiddetti giovani sono rimasti abbastanza indifferenti. La serie parla un linguaggio obsoleto. Hanno sostituito i telefoni cellulari al drin drin del fisso, ma da un punto di vista socio-culturale sembra essere rimasto impantanato nel passato. Se volete trascorrere un week-end estivo di binge-watching in onore dei tempi andati, accomodatevi. Se invece volete realizzare un remake di qualunque cosa, guardatelo pure. Poi usatelo come una NOT to do list.

4) 90210 (2008 – 2013)

Tecnicamente 90210 è una sorta di spin-off-reboot-remake-sequel-revival. Sebbene la storia continui quella originale, il cerchio ricomincia da capo. Così come faceva il cult, anche 90210 inizia con il trasloco di una famiglia. Non sono i Walsh, ma i Wilson (poco importa). Nel corso delle cinque stagioni tutto appare come un déjà-vu che non aggiunge molto né alla storia originale né a quella presente. La serie ruota attorno alla famiglia Wilson e ad altri ricchi studenti dello stesso liceo, il “West Beverly High”, e nella prima stagione appaiono anche membri della serie originale, tra cui Jennie Garth, Shannen Doherty, Tori Spelling e Joe E. Tata. L’era di Beverly Hills, 90210 è finita, facciamocene una ragione. La nuova versione riesce a regalarci qualche momento di piacevole intrattenimento trash. Il problema della versione sviluppata da Rob Thomas, Gabe Sachs e Jeff Judah sono gli inevitabili paragoni con la serie madre. Impossibili da evitare perché la vicenda è pressoché la stessa.

La quarta serie del franchisee di Beverly Hills, 90210 creato da Darren Star non ha nulla da dire. Negli anni Novanta, la serie divenne un cult perché era percepita come qualcosa di nuovo, capace di aprire una nuova frontiera per i teen drama. Ha inaugurato una narrazione in cui l‘adolescenza diventava una tematica seria. Cosa fa 90210? Nemmeno rumore. Usa il nome per sfruttare l’effetto nostalgia, seduce con il glamour, cattura per le famose “ship” e una patina di finta trasgressione. E annoia. Gli attori sono bravi e la trama riesce perfino a incuriosirci. La domanda però sorge spontanea. Perché non rifare un nuovo teen drama anziché riciclare un cult spacciandolo per una continuazione quando non si ha nulla da dire? Alla fine ci ritroviamo con una copia sbiadita. Una sequenza dietro l’altra di luoghi comuni che alle soglie del 2010 non avevamo più voglia di guardare. Un cocktail piacevole, se si è disposti a passare oltre gli stereotipi e a dimenticare la serie originale.

3) Charlie’s Angels (2011)

Charlie's Angels i peggiori remake delle serie tv

Tre criminali hanno la possibilità di dare una svolta alle loro vite: combattere il crimine e lavorare per il misterioso Charlie Townsend. Volevamo che funzionasse. La vicenda è esplosiva. Invece ci è esplosa in faccia una nube di fumo e noia. Il remake dell’omonima celebre serie tv degli anni Settanta – quella creata da Ivan Goff e Ben Roberts – sviluppata da Alfred Gough e Miles Millar è la dimostrazione che tre bellissime donne non servono a nulla se la sceneggiatura è debole e il riadattamento è incerto. Le serie tv degli anni Settanta e Ottanta affascinavano in virtù della loro incredibilità. Gli Angeli di Charlie facevano cose impensabili, ma nel farlo ci permettevano di staccare la spina dalla vita reale, di volare con la fantasia.

Non importava che le loro missioni fossero irrealistiche perché nessuno voleva la verosimiglianza. La serialità, però, si è evoluta e nel 2011 eravamo già pronti per nuove formule narrative. Il remake non funziona a causa del suo carattere irrealistico. Cioè il punto di forza della serie originale. La versione con Annie Ilonzeh, Minka Kelly, Rachael Taylor e Ramon Rodriguez appare finta, esagerata e genera un effetto posticcio e ridicolo. La scrittura è pigra e si appoggia solo all’effetto nostalgia. La recitazione non convince e ogni puntata si rivela essere solo una corsa grottesca da una sequenza d’azione all’altra, senza offrire mai un accenno di sviluppo dei personaggi o delle trame.

2) MacGyver (2016)

MacGyver

Rotten Tomatoes scrive: “Nonostante l’utilizzo di pezzi di ricambio di innumerevoli serie tv di successo, il nuovo MacGyver non riesce a mettere insieme uno spettacolo avvincente.” Qual è il più grande difetto del remake sviluppato da Peter M. Lenkov (Magnum P.I. – remake! – e Hawaii Five-0) della celebre serie d’azione degli anni Ottanta? Il fatto che sia il rifacimento di una delle serie tv più amate degli anni Ottanta. Una serie tv che per innumerevoli motivi, oggi incomprensibili, funzionava. Chi ha amato l’originale non riesce a sopportare la visione mentre chi non ha mai visto la serie tv con Richard Dean Anderson si ritrova tra le mani una parodia di qualcosa che non ha visto, ma che sospetta funzioni solo a metà. Una replica di qualcosa che oggi – senza i riadattamenti che non ci sono stati – non sta in piedi.

La nuova versione vede come protagonista Lucas Till nei panni di Angus “Mac” MacGyver, un intelligentissimo agente del governo sotto copertura che preferisce combattere il crimine con ingegnose prodezze di ingegneria. Il nuovo Mac sprizza arroganza da tutti i pori. “I’m cool and I know it”, ce lo fa capire di continuo. Quello che rese MacGyver un personaggio amato era la sua capacità di uscire fuori dalle situazioni peggiori. L’arte di arrangiarsi, anche a discapito della logica. La sospensione dell’incredulità era necessaria per affrontare ogni puntata che, nell’era del tubo catodico, si guardava con altri occhi e altri ritmi. Le cinque stagioni volute dalla CBS, invece, sono un’accozzaglia di citazioni ossessive, spiegoni e trame frettolose. Sopra ogni cosa, la personalità di MacGyver era il punto di forza dello show originario che qui finisce solo per infastidirci.

1) The IT Crowd US (2007)

The IT Crowd US

Perché? Perché? Perché? La britannica The IT Crowd è stata compressa in una valigia e spedita oltreoceano per trasformarsi in un remake doloroso a cui fortunatamente hanno staccato la spina prima della gogna mediatica. Infatti, il Pilot era talmente brutto, ma talmente brutto che hanno deciso di interrompere la produzione. Peccato però che qualcuno lo abbia fatto trapelare sul web. Così abbiamo potuto assistere a uno scempio, una tortura dolorosamente imbarazzante. L’originale funziona perché è una tempesta perfetta. Un unicum che rapisce grazie alla chimica e all’ensemble del cast, alla miscela di umorismo demenziale, tra cringe e sconvenienza. Una formula squisita che va maneggiata con cura e che fuori dal suo contesto potrebbe non funzionare. E infatti… Perché non tentare, in fondo The Office US è riuscita nell’impresa. Si saranno chiesti alle NBC.

La versione statunitense è stata quasi mandata in onda nella stagione 2007-2008. Nel cast figurava anche Richard Ayoade – che riprende il ruolo di Moss (siamo certi, sotto ricatto) – al fianco di Joel McHale (un’insensata scelta di casting) nei panni di Roy, Jessica St. Clair nei panni di Jen e Rocky Carroll in quelli di Denholm. Il risultato è un abominio. Come sostituire la Nutella con della scadente crema alle noccioline, pere e sale, per poi richiudere il barattolo sperando che nessuno se ne accorga.

The IT Crowd è senza dubbio uno tra i peggiori remake delle serie tv.

Non tutti i remake vengono per nuocere, ovvio. L’operazione può funzionare però solo quando la scelta di riadattare una serie tv viene da esigenze puramente creative. Quando si vuole raccontare una storia per darle nuova vita, adattarla ai tempi e al contesto culturale di riferimento. Queste 7 brutte copie, invece, hanno compiuto l’operazione opposta. Cioè hanno voluto replicare il successo del prodotto originale, tralasciando l’essenza del prodotto in sé. E il disastro è stato servito, accompagnato da amarezza e imbarazzo.

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