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Com’è Liberi Tutti, la “nuova Boris” della Rai che di Boris ha ben poco

Le serie tv italiane faticano spesso ad avere la considerazione che meritano. Tra i nomi ricordiamo sicuramente Romanzo Criminale o Gomorra, ma ce ne sono tante altre interessanti da approfondire, spesso erroneamente sottovalutate. Tra le serie tv italiane meritevoli oggi parliamo di Liberi Tutti.

L’attrice Caterina Guzzanti, dopo il recente apprezzamento del pubblico su Boris (complice il suo inserimento nel catalogo Netflix), ha dichiarato in un’intervista che gli spettatori avrebbero gradito anche Liberi Tutti, serie tv scritta dagli stessi creatori di Boris e in cui lei stessa recita (qui per saperne di più sulla notizia).

L’idea è nata da Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, per commemorare il ricordo dell’amico e collega Mattia Torre, terzo sceneggiatore di Boris venuto a mancare a luglio del 2019. Probabilmente per lo stesso motivo molti membri del cast artistico sono gli stessi che recitarono dieci anni fa in Boris. Oltre alla già citata Caterina Guzzanti, abbiamo Giorgio Tirabassi, Luca Amorosino, Carlo De Ruggieri, Massimo De Lorenzo e Rosanna Gentili.

Liberi Tutti però non è solo un’opera di commemorazione, ma anche un importante punto di svolta nel panorama televisivo italiano. Parliamo della prima serie tv pensata per lo streaming digitale gratuito. È infatti possibile vederla su RaiPlay (qui per visionare il catalogo) da fine 2019, e viene mandata in onda in chiaro dal 9 maggio su Rai 3.

Giorgio Tirabassi è il nostro protagonista: Michele Venturi. Un avvocato alle prese con la giustizia, dopo esser stato beccato con loschi traffici di denaro. Per evitare il carcere viene spedito in una comunità nel cuore di Roma chiamata “Il Nido”. Questo collettivo abitativo viene gestito dall’ex moglie di Michele e il suo nuovo compagno. La personalità dell’avvocato andrà a scontrarsi drasticamente con la filosofia del Nido andando a minare l’equilibrio del sistema stesso.

liberi tutti

Su questi avvenimenti si basa tutta la narrazione di Liberi Tutti, una serie tv che prova a farci ridere. Questa volta siamo ben lontani dal linguaggio popolare e volgare di Boris, ma abbiamo un approccio più adulto e un’ironia più familiare. Abbiamo gag ricorrenti da parte di tutti, che si manifestano nei modi più disparati.

Liberi Tutti fa sorridere a più riprese, mentre affronta una storia tutt’altro che banale, in cui la dicotomia giusto e sbagliato tende a dissolversi ad ogni puntata.

Non è solo l’incapacità di Michele nel comprendere una realtà così lontana dalla sua, ma anche la stessa comunità a non voler vedere che a volte, per il bene comune, bisogna accettare dei compromessi. I residenti del Nido sono avanguardisti dell’etica moderna. Mangiano a km zero, coltivano l’orto e si dicono tutto, non contemplando l’inganno e la menzogna.

Dal canto suo, l’avvocato Michele Venturi combatte costantemente con se stesso, desideroso di lasciarsi andare alla comprensione e al dialogo, ma schiavo della sua parte truffaldina, egocentrica e arrogante. Nel momento in cui due mondi così diversi entrano in collisione, la storia di Michele Venturi che tenta di salvarsi dalla galera diviene un pretesto narrativo per raccontare i limiti e i disagi dell’uomo.

Ogni personaggio in Liberi Tutti ha un disagio che si cova dentro, e lo nasconde e nega deliziandosi con una vita di credenze e illusioni che si è costruito lui stesso. Il modo in cui è stato scelto di raccontare tutto questo, è perfettamente coerente con lo stile dei due sceneggiatori di Boris. Seppur sposando un nuovo tipo di umorismo, più adulto e confezionato, in alcuni dialoghi e contesti si annusa lo stesso stile artistico.

Lo possiamo notare in particolare nei frequenti scambi tra le due spie della polizia, costantemente in ascolto di ogni cosa che accade nel Nido. I due poliziotti, interpretati da Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri (rispettivamente lo schiavo e Alfredo in Boris), ci deliziano con scambi spesso taglianti e un atteggiamento tendente al macchiettistico. Sembra di rivedere più volte gli stessi personaggi che abbiamo amato in Boris.

liberi tutti

Ovviamente parliamo di sfumature, dettagli e piccoli giochi di scrittura, in una serie che si discosta completamente dalla precedente, riprendendone solo gli attori. Liberi Tutti non è innovativa, ma senz’altro una scommessa. Un prodotto con cui la Rai può cominciare a fare la differenza, interfacciandosi con un nuovo pubblico e un nuovo modo di concepire la televisione.

Purtroppo però il coraggio che si è avuto con Boris qui sembra traballare. Sebbene la storia risulti gradevole nel complesso, sembra mancare della giusta energia tra un avvenimento ed un altro. Per lo stesso motivo, il titolo può essere adatto ad ogni età e gusto, testando fin da subito la sua mission di cui vedremo i risultati solo nel tempo.

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