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5 brutte Serie Tv che meritano una seconda chance

Ogni giorno vengono prodotte, rilasciate o trasmesse decine di serie tv. Ognuna di queste deve fare i conti con quello che è l’incubo ricorrente di ogni showrunner, la spada di Damocle che minaccia tutte le trasmissioni che si rispettino: l’onnipresente rischio della cancellazione. Prodotti anche eccellenti vanno incontro a morte precoce, oltre a storie destinate a rimanere dolorosamente incompiute (vi abbiamo parlato di alcune di queste qui). Per altre serie tv la cancellazione è invece invocata a gran voce dagli spettatori, ormai convinti che quello che stanno guardando non abbia più nulla di nuovo da dire. Tuttavia esiste una categoria di serie tv che, pur non del tutto convincenti e caratterizzate da più di qualche difetto, non avremmo mai voluto venissero cancellate. Molte di queste sono serie originali Netflix, come l’horror psicologico Chambers, poiché la piattaforma streaming è nota per produrre un numero esorbitante di contenuti ogni mese per poi farne strage con una frequenza superiore a qualsiasi altra emittente.

Abbiamo quindi raccolto 5 serie tv appartenenti a quest’ultima categoria, le cui stagioni andate in onda hanno deluso gli spettatori, ma che allo stesso tempo nascondevano potenzialità che avrebbero potuto riscattarle se solo qualcuno avesse concesso loro una seconda chance. E partiamo proprio da Chambers.

1) Chambers

Chambers

Dopo aver avuto un infarto a cui ha fatto seguito un trapianto di cuore, la teenager Sasha Yazzie (Sivan Alyra Rose) inizia a vivere esperienze che deviano dalla normalità e che la porteranno ad addentrarsi nel mistero legato alla morte della ragazza che le ha donato l’organo. Forse non la più originale delle trame eppure, se sviluppata nel modo giusto, avrebbe potuto essere un horror psicologico di grande effetto. La presenza nel cast di Uma Thurman e Tony Goldwyn non è però bastata a garantire alla serie una seconda stagione, né a far sì che la qualità del prodotto fosse tale da scatenare una rivolta dei fan quando è stata cancellata (a differenza di quanto accaduto per queste serie). Eppure Chambers aveva le potenzialità per diventare memorabile, un senso di inquietudine persistente e una componente esoterica che forse una seconda stagione avrebbe potuto sfruttare nel modo giusto, magari concentrandosi meno su Sasha e più sui coniugi Lefevre interpretati da Thurman e Goldwyn.

2) Pretty Little Liars: The Perfectionists

L’idea di un nuovo spin-off di Pretty Little Liars, soprattutto dopo il clamoroso fallimento di Ravenswood, ha fatto storcere più di un naso tra i fan della serie. Eppure questa volta ci siamo fatti persuadere che sarebbe stato diverso, che sarebbe stato un modo per rivedere alcuni protagonisti dopo la fine di Pretty Little Liars in un contesto completamente nuovo, affiancati da nuovi personaggi che potevano rinnovare profondamente l’universo narrativo creato da Marlene King.

Pretty Little Liars: The Perfectionists, cancellata dopo una sola stagione, non convince mai del tutto il suo pubblico. I continui riferimenti non necessari alla serie madre hanno reso difficile per i nuovi fan avvicinarsi al suo spin-off, mentre coloro che avevano amato Pretty Little Liars si trovavano davanti a un confronto costante che inevitabilmente finiva per risolversi a favore dell’originale. Tuttavia non si può dire che The Perfectionists non avesse le potenzialità per diventare un buon prodotto: personaggi interessanti, un mistero ben costruito, un cast che poteva contare su due delle attrici migliori della serie madre (Sasha Pieterse, Janel Parrish). Se avesse avuto più tempo forse The Perfectionists avrebbe potuto recidere il cordone ombelicale con l’ingombrante Pretty Little Liars e mostrare di possedere una propria identità definita.

3) Alcatraz

Chambers

Quando è andata in onda per la prima volta nel 2012, Alcatraz fece ascolti da record. Eppure con il procedere della stagione gli spettatori sono diminuiti vertiginosamente, tanto da decretarne la cancellazione dopo soli 13 episodi. Una parabola emblematica delle enormi potenzialità andate sprecate della serie di Fox, la cui trama accattivante si è scontrata con un’effettiva banalità nella sua realizzazione. Se solo Alcatraz avesse avuto la possibilità di approfondire la psicologia dei propri personaggi, fidelizzando così il pubblico, e avesse fatto maggiormente leva sull’elemento misterioso legato ai prigionieri dell’isola, sarebbe potuta addirittura diventare un cult. Un’occasione mancata che secondo noi meriterebbe un’altra possibilità.

4) Tell Me a Story

Chambers

Creata da Kevin Williamson, già padre tra gli altri di Dawson’s Creek e The Vampire Diares, Tell Me a Story è una serie antologica incentrata su una rivisitazione in chiave thriller di alcune delle fiabe più note. Il re-telling fiabesco era già stato il centro di produzioni ben più note come Once Upon a Time e Grimm, ma Tell Me a Story decide di distaccarsi dai precedenti sia attraverso il ricorso alla struttura antologica che per i toni fortemente adulti, che rimandano all’horror psicologico oltre che al thriller.

Un’idea di base che si sarebbe potuta concretizzare in una serie vincente, facente leva sulla trasformazione in orrore dell’immaginario dell’infanzia. Eppure qualcosa non ha funzionato ed entrambe le stagioni di Tell Me a Story hanno ricevuto critiche relative alla debolezza sia del world building che dei dialoghi, oltre che a performance attoriali non convincenti anche da parte di veterani della televisione come Kim Cattrall, Paul Wesley, Michael Raymond-James. Una nuova stagione della serie avrebbe potuto però limare quelli che sono gli aspetti più critici di Tell Me a Story e dare risalto invece all’originalità della trama.

5) Dare Me

Rispetto alle altre serie tv presenti in questa lista (come Chambers), Dare Me ha convinto maggiormente sia la critica che il pubblico. La competizione e l’ossessione sono al centro della trama, che unisce elementi di mistero a un teen drama che vuole mostrare il lato più oscuro della vita (extra) scolastica. Dare me viene in parte salvata dalla pratica del binge-watching, che fa sì che quanti si appassionino alle vicende della squadra di cheerleader del liceo Sutton Grove chiudano un occhio sui numerosi difetti della serie, su tutti i dialoghi e la chimica assente tra diversi attori.

Eppure la schiettezza con cui viene rappresentato il mondo tossico della competizione che coinvolge le protagoniste è una caratteristica peculiare di Dare Me che meritava l’approfondimento in una seconda stagione.

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