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10 cliffhangers e twists epici delle Serie Tv

9) Sherlock Il miracolo
sherlock

Sherlock gioca con la sua vita. Nel farlo, gioca con noi.
Prepara il suo piano così come se stesse effettivamente disegnando le dinamiche e scrivendo la sceneggiatura di un cliffhanger apportato alla vita reale.
E’ il deus-ex-machina di ogni frammento di esistenza che si leghi, casualmente e non, alla sua persona. C’è poco da professare su un personaggio che costruisce letteralmente il corso degli eventi, con minuziosa cura, rendendo possibile ciò che il limite dei sensi non riesce a concepire.
Sherlock “muore” e “torna in vita” per sua stessa mano, negli ultimi istanti della seconda stagione, svelando uno dei cliffhangers più belli della televisione.
Compie il miracolo costruito con la forza dell’ingegno, che supera quella della fede.

 

10) True DetectiveUn segreto da mantenere
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Avrei potuto parlare di tanti altri momenti sconvolgenti del capolavoro più completo del nuovo millennio televisivo.
La verità è che questo, più degli altri, ha preso il concetto di realtà, l’ha sbucciato svestendolo della bugia che in antitesi lo ricopre, per poi sminuzzarlo ed imboccarcelo con elegante valore presentativo.
Rust, all’interrogatorio, si appresta a giungere al momento cruciale del racconto: l’arrivo al rifugio di Reggie Ledoux. A questo, vengono alternate le scene dell’interrogatorio di Marty allo stesso punto della storia.
Rust gesticola con l’ipnotico diletto di un venditore, pronto a strappare un buon affare nella vendita della “verità”. Al suo racconto, ed a quello di Marty, si alterna una terza sequenza narrativa che illustra il corso degli eventi parallelamente al momento in cui questi vengono narrati dai due agenti all’interrogatorio.
I due si addentrano nel bosco, come da racconto. Scorgono l’abitazione di Reggie, come da racconto. Poi qualcosa comincia a non combaciare in maniera così limpida. Tentenniamo, ma ancora non siamo sicuri di ciò che stiamo guardando.
Marty usa onomatopee per spiegare esplosioni e colpi di pistola. Rust mima il gesto di un mitra che spara a raffica. Mentre le sequenze che si alternano ai loro racconti ci mostrano un’incursione furtiva, senza complicazioni. Il dubbio comincia a diventare scomodo, e l’idea che la linea temporale sia semplicemente fuori sincrono e che stia per arrivare il momento descritto dai due, comincia a divenire remota.
Si sviluppa una progressione, con i due che raccontano una storia totalmente differente da quella che stiamo guardando. Con claustrofobico annebbiamento, riusciamo ad accorgerci di star assistendo ad una bugia, e lo spettatore annaspa a piedi nudi tra cocci di vetro, comincia a correre per scampare alla progressiva corsa, prima lenta poi dirompente, della suspense che lo rincorre.
La successiva orchestra di sequenze, con la rabbia esplosa in un istante di Marty e la quiescente reazione di Rust, inerme, nel recepire in un attimo la disumanità appena appresa dal suo collega e che giustifica il gesto appena compiuto, è solo la patina d’oro su un megalitico monumento destinato all’infinito.

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