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10 cliffhangers e twists epici delle Serie Tv

C’è chi sostiene che chi popola questo laborioso e salmastro granello di sabbia nel sistema solare si possa incasellare in categorie convenzionalmente definite.
C’è chi sostiene, in pratica, che in termini di funzione esistano tre tipi di persone: c’è chi provoca i fatti, chi si limita ad osservarli e chi ne indaga causa ed effetto.

In questa minimale distinzione che raggruma intenti ed istinti, propensioni ed impulsi con quel modus operandi di chi sarcasticamente solluchera l’ego della vanità, è possibile incastrare la visione meta-testuale di un’opera televisiva, del suo creatore e di chi da spettatore ne osserva la bruciante permanenza oggettuale con giudizio salomonico.

Così, come dei casuali segni scarabocchiati su di una ruvida e giallastra pergamena dalle ancestrali ed ignote origini, l’interpretazione di questi tre ruoli prende forma nella stessa misura in cui quei segni, poco a poco, assumono un significato: quello dato da una chiave di lettura, un linguaggio a se stante, avulso ed autoreferenziale.
I produttori espongono i fatti, come succulenti manicaretti dal seducente olezzo e la masochista volontà di essere assaporati, voi li osservate con l’ingordigia di un mare che inghiotte la riva e noi, in questo presuntuoso piedistallo che genera gravose responsabilità, ci arrocchiamo il diritto di universalizzarne i tratti, di descriverveli, accomunando le emozioni come un vento di maestrale agguanta una folta chioma di capelli con l’abuso di una folata.

E’ di quei particolari momenti che sospendono il giudizio e spalancano le porte della percezione, che parleremo. Di quei cliffhangers che non vestono l’aria del sedicente messia, ma che provocano intraducibili esperienze, che causano l’”appel du vide” che ci catapulta nel vorticoso fruscio del vento ad alta quota, come a lacerare lentamente il nostro derma per permetterci di sentire più profondamente, all’interno, ciò che ci viene presentato.

Un cliffhanger, solitamente, chiude una narrazione con un colpo di scena, spesso a fine episodio, innescando il senso di curiosità, assuefazione e sconvolgimento alla visione.
In molti dei casi elencati, faremo riferimento al senso più insito dei “cliffhangers”, l’aspetto finale e non strutturale, prendendo in disamina “twist moments” che non sono necessariamente collocati in un finale di puntata, ma semplicemente nel finale di una sequenza narrativa.

Con l’umile premessa che puntualizza sulla crudeltà della soggettività, dunque, vi presento dieci dei momenti più alti della televisione.

Questi sono 10 dei twist moments e cliffhangers più epici delle serie televisive.

 

 

1) LostIl necrologio di Jeremy Bentham
lost

Con il colpo di scena in questione, ci ritroviamo dinanzi ad uno dei cliffhangers costruiti per essere esemplare. Tanto semplice nella struttura, con una “premessa”, “svolta” e “prestigio” lineari, quanto impattante e drammatico.
Il colpo di scena viene preparato con la disperazione di Jack, per noi ancora immotivata, e la sua repentina voglia di lasciare casa propria per tornare sull’isola.
Viene poi confezionato, quando veniamo a conoscenza del fatto che Jack ha appreso, tramite un necrologio, la morte di una persona conosciuta, il cui nome è Jeremy Bentham. Jack, determinato a tornare sull’isola con l’idea che la morte di tale persona abbia confermato il sospetto di aver commesso un errore e che, per qualche trascendentale ragione, sono destinati a tornare sull’isola, chiede un incontro a Kate. Anche lei ha visionato il necrologio.
Il cliffhanger viene, infine, liberato dall’involucro costipante nella scena conclusiva dell’episodio, quando l’inquadratura passa verso l’interno di una bara al centro di una sala mortuaria: il corpo all’interno di questa è di John Locke.

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