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Un’eredità da non dimenticare? Selena: The Series

Nella storia della musica Tejano (comunemente chiamata Tex-Mex) è impossibile non ricordare una data devastante e colma di malinconia, impressa nei cuori di milioni di persone: il 31 marzo 1995. In Texas, la ventitreenne Selena Quintanilla, nonchè cantautrice e membro principale della band Selena y Los Dinos, si alzò dal letto, lasciando il marito e i propri cagnolini a riposare, pronta a cominciare una nuova giornata: ignara però, che quella sarebbe stata l’ultima. Alle 11:48 del seguente giorno, venne assassinata dalla migliore amica e gestrice del suo fanclub, Yolanda Saldívar. I soccorsi, dopo averla portata con urgenza al Corpus Christi, non poterono che costatarne il decesso: causato dal dissanguamento provocatole dallo sparo ricevuto. La tragica notizia, in men che non si dica, cominciò a fare il giro dei telegiornali e delle radio, per poi persistere nei giorni seguenti attraverso l’inchiesta contro l’assassina della giovane star in ascesa. Tanti erano i punti di domanda, pure adesso in realtà non siamo ancora arrivati a comprendere il vero motivo di tutto ciò; solo una cosa era, ed è tutt’ora certa: lo strazio generale nel vedere la vita di una ragazza così duttile sgretolarsi davanti agli occhi non solo dei famigliari, ma del grande pubblico. Un’esistenza fugace, ma allo stesso tempo satura di eventi e colma di passione, amore per i propri cari e i tanti sostenitori; dolce e introversa, quanto sicura di sé e vivace all’apertura dei sipari. Selena, attraverso una buona dose di tenacia, caparbia e perseveranza, è divenuta da subito un modello impossibile da non seguire per i giovani di tutto in mondo, dimostrando di esser riuscita a lasciare un’eredità da non dimenticare, al di là del breve tempo trascorso su questa terra; come ci dimostra il progetto nel quale ci addentreremo, ovvero Selena: The Series.

Selena: the series

Ancor prima però, due anni dopo al consumo della tragedia, nel 1997, venne prodotto un film biografico, Selena, dove possiamo veder spiccare una giovane Jennifer Lopez, a prendere atto e ritrovarsi in dei panni importanti e delicati, oltre che recenti; un ruolo che le è valso il premio alla Miglior performance rivelazione agli MTV Movie & TV Awards del 1998 e ha consacrato l’inizio della sua notevole carriera, fino ai giorni nostri. In seguito a questo progetto, però, l’immagine di Selena sembrava essere caduta in un baratro nel quale sarebbe stato possibile vederla solo se già la si conosceva, senza alcuna speranza di poter divulgare alle nuove generazioni l’eredità lasciataci nelle nostre mani. Una caduta nel baratro che, fortunatamente, è stata smentita in anni moderni dal colosso streaming Netflix, che l’11 dicembre 2018 annuncia l’inizio di una nuova produzione, una serie televisiva biografica riguardante proprio la vita della giovane cantante messicana: Selena: The Series. Attraverso una sceneggiatura di Moisés Zamora, la produzione ha avuto origine dalla Campanario Entertainment, in collaborazione con Abraham e Suzette Quintanilla (padre e sorella maggiore di Selena); quest’ultimi hanno dato un aiuto pure nella raccolta di nozioni biografiche, al fine di rendere la storia completa e non superficiale. Una benevolenza unica e autorevole, visto il dissenso dato ad altri prodotti non propriamente ufficiali e spesso fuorvianti, come Selena’s Secret (TNT) del 2018, basatosi sul romanzo best-seller di María Celeste Arrarás e non sulla vera biografia della cantante. In opposizione, un esempio della delicata attenzione riguardo alla scelta dei frammenti biografici, non può che essere l’incontro tra una dodicenne Beyoncé Knowles e una ventiduenne Selena alla Galleria mall di Houston: l’intersecarsi di due star, una presente e una futura.

Selena: The Series
Selena: the series

Inutile dire quanto i sostenitori di Selena, in continua crescita, si mostrarono fin da subito entusiasti e sulle spine per la buona riuscita della serie televisiva. Un hype, però, che ha avuto una breve durata, in quanto non appena il 21 settembre 2019 venne annunciato il casting svolto per il ruolo della protagonista, le proteste non tardarono a presentarsi. L’attrice scelta, Christian Serratos (Ned – Scuola di sopravvivenza, The Walking Dead, Love, Death & Robots), ha ricevuto smisurate critiche da parte dei potenziali telespettatori: in primis per il suo aspetto, apparentemente non in linea con quello originale della cantante, e in secondo piano per la scelta di non farle usare la vera voce di Selena in lip-sync, durante le esibizioni; nei piani originali, Christian avrebbe dovuto cantare con la propria voce, tanto che ha dovuto svolgere per diversi mesi delle lezioni di canto private, oltre a quelle di ballo. Questa direzione, per sua decisione, è stata poi scartata, in modo da non distogliere l’attenzione sul vero nucleo della faccenda: Selena e la sua eredità, quello che ha lasciato e che ad oggi è maturato, mostrando i suoi frutti; un punto passato inosservato a tutti coloro che avevano criticato il prodotto ancor prima di averlo visto e a cui si sono dovuti per forza ricredere, sia sulla serie televisiva che sull’idoneità della protagonista. Difatti, questo ruolo è valso a Christian Serratos due candidature agli Imagen Foundation Awards (la più importante cerimonia statunitense per i prodotti latino-americani), nel 2021 e 2022, come Miglior attrice protagonista in una serie drammatica.

Perché questo era l’intento dei famigliari di Selena, dei suoi amati, attraverso Selena: The Series: mostrare la giovane donna per com’era, oltre la sua figura professionale ed esterna, visibile ai pochi. Partendo da un’angolazione presa troppo poco in considerazione nelle precedenti produzioni, il suo essere un’artista eccentrica, la stilista di se stessa e dei suoi amici, oltre che colleghi: colma di energia e inventiva nel cercare sempre nuovi abbinamenti per strampalati outfit (ancora conservati in delle teche di vetro al Selena Museum), da abbinare rigorosamente ad acconciature diverse, di volta in volta. Un’icona a cui accingere per il futuro, per una continuità, soprattutto in segno di orgoglio per le proprie origini e di speranza: basti pensare che il nome di Selena Gomez, di origini italo-messicane, venne scelto dai suoi genitori proprio in onore di Selena Quintanilla. Una cantante, un’artista e stilista, di per sé già molte caratteristiche per una ventenne in perenne subbuglio per le sue tante performance e i molti viaggi da fare, che non le hanno permesso neanche un’istruzione lineare… Eppure Selena: The Series vuole mettere in evidenza anche un altro aspetto della sua essenza, un’altra faccia della medaglia:

Selena era un essere umano, non solo una luminosa stella della musica latina.

Una figlia devota, un’ottima confidente, un’amica premurosa, oltre che una sorella comprensiva e una moglie fedele. Era una ragazza preoccupata, in un certo senso, per il successo in salita e che voleva brillare non per se stessa, ma per i suoi famigliari, coloro che l’avevano sempre sostenuta, ammirata ed elogiata; si sentiva in debito con loro, tanto da voler riscuotere un successo che di base non le sarebbe interessato, se avesse avviato sin da subito una carriera da solista (cosa che in seguito non le è stato permesso, vista la pubblicazione postuma dell’unico album da solista: Dreaming of You).

Selena: The Series

La serie televisiva è stata pubblicata in due parti, tra il 2019 e il 2020, e oltre a Christian Serratos, nel cast figurano anche: Gabriel Chavarria (A.B Quintanilla), Noemi Gonzalez (Suzette Quintanilla), Ricardo Antonio Chavira (Abraham Quintanilla), Seidy López (Marcella Quintanilla) e Chris Pérez (Jesse Posey); ovvero i componenti della sua famiglia, che l’accompagneranno in questo percorso segnato da diciotto episodi. Immediatamente dal primo di essi, la storia parte mostrandoci la sua versione bambina (Madison Taylor Baez), i primi scintillii delle sue note e gli albori della sua carriera, destinata a troncarsi ancor prima di poter raggiungere il suo picco massimo; nonostante i vari riconoscimenti acquisiti, come il Grammy al Miglior album tex-mex per Selena Live!, nel 1994. Un traguardo meritato, risultato di immani fatiche, stancanti tour nei locali più periferici del paese e infinite notti passate a dormire al freddo, su un camper insieme alla propria famiglia, oltre che agli altri membri della band della quale faceva parte. Non ci viene mostrato in partenza il frutto, ma la sua snervante routine, il duro lavoro che c’è stato dietro per coltivarlo e prendersene cura. Le esibizioni hanno il loro spazio, tanto quanto i dissapori tra Selena e il rigido padre, i primi amori, i tanti timori e i sogni nel cassetto, tipici di un’adolescente. Una parte della narrazione necessaria per comprendere la sua figura e poter apprezzare ancor di più l’eccentrica semplicità che la vedeva coinvolta ogni singola volta che azionava la sua magia sul palcoscenico; un’armonia di note e suoni che rimarrà per sempre impressa nella memoria dell’industria musicale, soprattutto attraverso la sua ultima esibizione, nonché la più iconica, di Como La Flor al Reliant Astrodome di Houston.

Selena: The Series ci ha mostrato una versione inedita, intima e toccante della giovane ragazza, amante della musica e della vita. E il senso della sua eredità non è forse da comprimere nelle parole dell’ultima intervista svolta prima del decesso, nel 1994, a Lubbock?
Seduta su uno sgabello, nella sua quotidiana ingenuità, Selena è pronta a ricevere la domanda che per sempre immortalerà la bontà della sua anima e il vero significato della sua eredità. L’intervistatore le chiese, secco e coinciso: “Quando non ci sarai più, come vorresti essere ricordata?”. Un quesito non da poco e a cui molti tentennerebbero nel rispondere, o almeno lo farebbero dopo un esame di coscienza e un’attenta analisi del proprio vissuto, oltre che degli obiettivi futuri. Selena, però, attraverso la sua usuale sincerità e cordialità, non tardò a rispondere al proprio interlocutore:

Non solo come una cantante, ma come una persona che ha dato il meglio di se stessa. Qualcuno che ha cercato di essere il miglior punto di riferimento e la miglior persona possibile.

Oggi, nel 2023 come nel 1995, possiamo confermarlo: Selena l’ha fatto, è riuscita nel suo intento.