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Che peccato, Rise

Se dovessimo stilare una lista delle serie tv chiuse dopo una sola stagione, probabilmente occuperemmo molte pagine di un articolo (come questo). Se, invece, dovessimo stilare quella relative alle serie tv chiuse dopo una sola stagione, ma che avrebbero decisamente meritato un prosieguo, allora la lista si ridurrebbe notevolmente. Di sicuro, però, tra queste ultime ci sarebbe da annoverare Rise, la serie ideata da Jason Katims e prodotta dalla NBC, andata in onda in Italia su Premium Stories nell’autunno dello scorso anno.

Rise

La serie si basa sul libro Drama High di Michael Sokolove e racconta la storia di un insegnante, Lou Mazzuchelli (Josh Radnor) che, spinto da una forte passione per l’arte e la recitazione, decide di guidare il dipartimento di teatro della Harry S. Truman High School (dove insegna letteratura) e rinnovarne le proposte rispetto agli spettacoli tradizionali.

L’occasione è lo spettacolo di presentazione della scuola. Da anni venivano proposte una serie di esibizioni tradizionali: musica, balli ed estratti da opere teatrali classiche. Mazzuchelli, però, propone qualcosa di decisamente nuovo; insieme alla collega e assistente Tracey Wolfe (Rosie Perez), decide di mettere in scena il musical Spring Awakening, che racconta la storia di un gruppo di adolescenti alle prese con la scoperta e la sperimentazione della propria sessualità. Questi, loro malgrado, verranno a contatto con la moralità della società e con l’ipocrisia degli adulti.

La preparazione dello spettacolo sarà l’occasione per gli studenti di Mazzuchelli di vivere in prima persona le esperienze narrate nel musical e, in qualche modo, di scoprire loro stessi, stimolati dalla forte capacità educativa dell’opera.

C’è chi trova il coraggio di ribellarsi al bigottismo religioso inculcatogli dai genitori. Chi si rende conto della propria sessualità e si accetta nella naturale inclinazione ad amare una persona, indipendentemente dal genere sessuale che la caratterizza. Chi, ancora, riesce a superare il disagio di una famiglia spaccata dal divorzio dei genitori o dai problemi di droga e di alcol che ne affliggono qualche membro. Ognuno, relativamente al proprio vissuto, trova la dimensione adatta per vivere autenticamente la propria vita, senza maschere o compromessi.

Come sempre, però, il coraggio di uscire fuori dall’ombra non arriva da solo, specie se ad averne bisogno sono degli adolescenti. Ecco, allora, che Mazzuchelli è la scintilla, lo stimolo per un gruppo di ragazzi a prendere in mano la propria vita. Contrariamente alle obiezioni di alcuni docenti e genitori, quanto fatto da Mazzuchelli non è un indottrinamento, ma il mostrare un’altra possibilità di vita a dei ragazzi che erano insoddisfatti e infelici. Il suo merito, in poche parole, è stato quello di aver fatto conoscere qualcosa di nuovo a questi giovani, lasciandoli liberi di scegliere ciò che maggiormente li soddisfaceva. L’insegnamento più grande, quindi, è fondamentalmente uno: la libertà.

Rise è un focus sul contesto giovanile dei giorni nostri. Definirlo un teen-drama sarebbe riduttivo. A nostro avviso potrebbe essere inquadrato come un piccolo manuale d’istruzioni per gli adulti sul mondo degli adolescenti e come interagire con loro. Ogni ragazzo o ragazza di oggi potrebbero identificarsi in uno degli studenti di Mazzuchelli e ogni adulto, a sua volta, potrebbe guardare attraverso le lenti dell’insegnante, per osservare meglio un mondo (quello giovanile) che non è poi così assurdo o superficiale come si pensa.

I 10 episodi che compongono la prima e, purtroppo, unica stagione di Rise sono un concentrato delle varie sfaccettature del mondo giovanile.

Ogni aspetto, a nostro avviso, sarebbe potuto essere ulteriormente approfondito in un’altra stagione. Per questo riteniamo che la serie sia stata ingiustamente chiusa troppo presto.

rise

Che siate adulti o giovani, il nostro consiglio è di guardare comunque questo gioiellino (vi avevamo già avvisati qua dell’enorme potenziale che possiede). Siamo sicuri che troverete materiale a sufficienza per iniziare a mettervi in discussione nelle vostre relazioni con i più giovani e viceversa, specie se trovate che i vostri rapporti non siano poi così idilliaci come vorreste.

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