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Vikings 6×06 – Dove fato e inganno dell’uomo si incontrano

Attenzione, questo articolo contiene spoiler sull’episodio 6×06 di Vikings.

Urla, tamburi e incitazioni aprono l’episodio cruciale di questa stagione Vikings. Di ritorno al regno di Re Olaf, ci sediamo nell’isola di legno accanto ai re e i conti delle terre vicine per andare avanti con l’elezione. Quella che decreterà su quale testa verrà posta la corona di Re di Norvegia. Gli uomini di ogni capo inneggiano al proprio leader. Si urla il nome di Bjorn, di Harald, di Thorkell. Ma quello che sembrava un destino già scritto in favore della Corazza non pare più così certo.

Vikings ci aveva indirizzato verso la strada che portava Bjorn a sedere sul più altro dei troni, circondato da alleati pronti a sostenerlo.

Vikings

Invece la 6×06 ribalta la situazione in favore di Harald. Così gli sguardi preoccupati di Re Olaf e Bjorn seguono un’escalation ricchissima di suspance fino a veder realizzarsi l’incredibile: la vittoria di Re Harald. Un uomo che ha inseguito per tutta la vita un’ambizione cinica e senza fine. Che dopo esser passato sul cadavere di chi non avremmo mai immaginato raggiunge finalmente il suo scopo: essere re di tutto il suo mondo. In questo caso della Norvegia. Eppure non sono stati gli dei a volere esattamente ciò.

Il risultato, che va contro ogni ragionevole previsione, è frutto degli intrighi e dei sotterfugi messi in atto da Re Harald alle spalle di chi ha rischiato tutto per salvarlo. Sembrano così lontani i tempi in cui proprio lui salvava la vita di Bjorn sul campo di battaglia. Si avverano invece le peggiori previsioni di chi aveva cercato di dissuadere Bjorn fin dall’inizio in merito a questa spedizione. Tutto in favore del più incredibile dei colpi di scena: Harald che da prigioniero in fin di vita diventa re di tutti i re.

Vikings 6

Mentre la Corazza paga ancora una volta il prezzo della sua onestà, della volontà di essere un brav’uomo prima ancora di essere un regale stratega.

E il destino gli dimostra che nel mondo dei mortali non c’è posto per uomini onesti. Bjorn si è fidato di chi gli ha giurato supporto. Si è inimicato chi meritava sospetto e chissà quale altra pena. E lontano da Kattegat la sua trasparenza lo ha portato a soccombere ai voltafaccia di chi non ha vergogna quando in gioco c’è il potere e la vendetta. In fondo Harald è sempre stato un traditore, un uomo abituato a voltarsi nella direzione più favorevole. Lagertha lo aveva messo in guardia.

E una battaglia combattuta assieme non poteva essere più forte del desiderio di Harald di riprendersi Gunnhild, la donna che a lui ha preferito Bjorn. E la lealtà a Bjorn risulta ancor meno affascinante quando in ballo c’è la possibilità di conquistare un potere infinito, nonché la vendetta verso chi lo tenuto prigioniero, a un passo incerto dalla morte, per mesi.

Vikings

Ora Vikings dovrà avere a che fare con ciò che viene dopo la prima sconfitta politica di Bjorn. Raccontarci come sarà una terra sotto il governo di re Harald.

La serie non perde tempo e ce ne dà subito un assaggio mostrandoci le prime due decisioni di Harald. Un grasso banchetto al sapore di birra e discorsi che non promettono bene per Olaf e per i figli di Ragnar, “convinti di avere il diritto divino di governare”. E un agguato a Bjorn dal quale l’uomo riesce a salvarsi grazie all’avvertimento di un Ketill sorprendentemente tornato sui suoi passi, dopo il tradimento che ha favorito l’elezione di Harald. E all’intervento di Erik, fuorilegge dotato di una barca pronta a salpare per mettere Bjorn al sicuro.

Sembra a questo punto che Vikings voglia presentarci un nuovo personaggio. Non sappiamo quale ruolo avrà negli avvenimenti che seguiranno questa rocambolesca fuga ma potrebbe avere un peso importante.

Intanto dall’altra parte del mondo assistiamo a un altro banchetto celebrativo, seppur di ben diversa natura. Il principe Oleg e Katya sono ora marito e moglie, e una cena con Ivar segue la celebrazione del loro matrimonio. Ma a tavola Oleg non festeggia tanto le sue nozze quanto la possibilità di mostrare a Ivar chi comanda. Il Profeta gioca con i sentimenti del vichingo sfruttando i suoi fantomatici poteri. Sembra essere a conoscenza di molte cose sul conto del Senz’Ossa. che adesso, dopo aver sottovalutato la supposta onniscenza di Oleg, si ritrova spiazzato.

Al turbamento provocato dalla strabiliante somiglianza di Katya a Fredys si aggiunge ora il timore per quello che Oleg può sapere di lui. E il dubbio su come ciò sia possibile.

Tutto ciò mentre all’interno del mondo di Vikings qualcun altro in Scandinavia impone il suo potere decidendo il proprio destino. Al villaggio di Lagertha un corno annuncia le attese sventure. Ma stavolta gli abitanti sono preparati. Come altrettanto sono i banditi, che più brutalmente dell’ultima volta trucidano giovani vedette e si avviano feroci alle porte del villaggio. Ma l’esercito di shield-maiden capeggiate da Lagertha è piccolo quanto fiero.

Vikings

Si riaccende nello sguardo della donna il fuoco di quello spirito che diceva di aver seppellito. Ed è una luce che illumina le gesta di coloro che hanno deciso di seguirla. Con la stessa sanguigna potenza il vecchio che accoglie i banditi e la sua stessa morte alle porte del villaggio omaggia i vecchi eroi di Vikings: Ragnar, Rollo, Floki. I grandi guerrieri accanto a cui ha combattuto oltre i confini da loro conosciuti. Un ricordo sufficiente a donargli la pace che lo accompagnerà verso il Valhalla al banchetto degli dei.

Ma subito dopo siamo catapultati in uno scontro sorprendente. Uno scontro che mostra un esercito rurale equipaggiato anche meglio di quanto avremmo mai immaginato.

Forti non solo della loro nota abilità, ma anche di un piano strategico che in Vikings non si era mai visto, le guerriere riescono a intrappolare i banditi in una serie di gabbie di bamboo dalle quali non c’è via d’uscita se non da morti. La sequenza è rapida, incalzante, mai banale e mai del tutto prevedibile. Capiamo subito la genialità del piano ma non mancano i momenti di tensione in cui temiamo in special modo per la sorte di Gunnhild, incinta del figlio di Bjorn. Una battaglia sui generis per gli standard di Vikings che ricorda un po’ le tattiche militari di Ivar. Staccare gli occhi dallo schermo è impossibile.

https://www.youtube.com/watch?v=uJWSNht06uc

Tutto porta allo scontro decisivo. Quello che vede Lagertha sfidare in duello l’ultimo dei suoi incubi. Faccia a faccia con l’assassino di Hali, Lagertha fa sfoggio di una potenza che non sapevamo potesse ancora avere. Dopo il declino subito dal personaggio dalla scorsa stagione in poi, ritroviamo in questo duello la Lagertha dei tempi di Ragnar, quella che non lasciava nessuno vivo sul campo di battaglia. Ma, nonostante ciò, nel volto e nei gesti vediamo tutto il peso di una vita vissuta così. Tutta la stanchezza di una donna che aveva seppellito la guerriera salvo riportarla parzialmente in superficie per prendersi la sua rivincita. E lo fa nel modo più epico possibile.

In un duello avvincente, drammatico, intenso, che non sembra andare in suo favore, Lagertha conquista la sua ultima vittoria con un colpo di spada unico, impareggiabile.

Riesce così nel suo intento: il villaggio in cui ha conosciuto la felicità è di nuovo libero. E così ora, ferita e sopraffatta dalla stanchezza del vivere, può avviarsi verso l’ultimo atto della sua vita: il compimento del destino che fu predetto. E qui avviene la prima grande forzatura di questo capitolo di Vikings, crepa di quello che è stato forse il miglior episodio della serie dalla quarta stagione in poi. L’inspiegabile volontà di Lagertha di andare a Kattegat per comunicare quanto accaduto. Una scelta inspiegabile come l’aver affrontato il viaggio sola e ferita.

Così si conclude la vita di una donna straordinaria. In una notte buia e piovosa. Per mano di uno dei figli di Ragnar come la profezia disse . L’apparizione dell’indovino nell’oscurità, la follia di Hvitserk e la debolezza di Lagertha si incontrano in una strada di Kattegat nella forma di un’allucinazione terrificante. La scena è meravigliosamente costruita se non fosse per i problemi narrativi che l’hanno preceduta (di cui parleremo nei prossimi giorni in un approfondimento a parte). E sotto le pugnalate di disperazione di un Hvitserk completamente fuori di sé si consuma la fine di Lagertha, la più grande delle shield-maiden.

May you live for long time, Lagertha.

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