Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » Unstable: Ai figli che non sanno cosa dire, ai padri che non sanno come dirlo – La Recensione

Unstable: Ai figli che non sanno cosa dire, ai padri che non sanno come dirlo – La Recensione

C’è una cosa di cui non si parla abbastanza si affronta l’argomento del lutto: le conseguenze che questo lascia su chi, invece, rimane. La vita che cambia, il silenzio che richiedi e che poi, una volta arrivato, amplifica quel rumore che soltanto tu riesci ad avvertire. Dentro un momento del genere ci sprofondi e, se sei fortunato, pian piano impari a galleggiare, a convivere con quell’acqua alla gola che ogni giorno sembra starti arrivando fin sopra la testa. E’ difficile capire come relazionarsi a chi ha subito la tua stessa perdita, capire come parlargli, decretare se il tuo comportamento nei suoi confronti coincida con lo stesso che vorresti tu da parte degli altri. In questi casi non sai mai cosa dire, e l’unica cosa che ti rimane tra le mani è il silenzio di chi non sa come rimettere insieme i pezzi. Questo lo sanno bene Elvis e Jackson, i protagonisti di Unstable, la nuova Serie Tv Netflix che racconta la difficoltà dei legami familiari e del rapporto compromesso tra un padre e un figlio. Elvis ha perso una moglie, Jackson ha perso una madre. Elvis sa parlarne, consiglia di mangiare l’ultimo burro d’arachidi che lei ha preparato. Jackson non dice niente a riguardo, e quel burro d’arachidi preferisce guardarlo senza mai aprirlo. Almeno questo, pensa, può rimanere intatto e tutto per lui.

Elvis e Jackson non potrebbero essere più diversi, ma Unstable saprà unirli attraverso una storia comedy che – come al solito – si rivela l’espediente narrativo perfetto per affrontare tematiche complesse e drammatiche

Unstable (640×360)

Elvis è un ricco ed eccentrico scienziato fondatore di una società di biotecnologie. Fatto a pezzi dalla morte della moglie, comincia a perdere la rotta tanto da portare i suoi dipendenti a chiedere aiuto al proprio figlio, un aspirante flautista che vive a New York. Il ritorno di Jackson aiuterà il padre nel ritrovare la rotta, ma sarà anche l’occasione giusta per far sì che i due possano ritrovarsi. Elvis spera infatti che Jackson possa un giorno decidere di lavorare per lui nella sua azienda, ma Jackson non ha intenzione di lasciare la nuova realtà che pian piano sta costruendo. Nonostante il suo talento nel campo delle biotecnologie, sente di voler intraprendere un cammino lontano da quel mondo, un cammino in cui può portare avanti il suo sogno senza che suo padre si intrometta ulteriormente. La morte della madre ha reso i loro rapporti ancor più incrinati perché di fronte a qualsiasi loro problema lei sapeva come mediare, come diventare una sfumatura in mezzo al bianco e al nero. Senza di lei tutto quel che gli rimane è il silenzio, l’impossibilità di comunicare.

Jackson non sa cosa dire. Le pressioni del padre, arrivate sempre puntuali, gli hanno reso impossibile aprirsi come forse avrebbe voluto. Elvis, contemporaneamente, non sa come dire quel che pensa, non sa come tramutare i suoi pensieri nel modo giusto, nel modo che più potrebbe avvicinarlo al figlio. Per questa ragione, Unstable è una Serie Tv che parla di figli che non sanno cosa dire e di padri che invece non sanno come dirlo. Non esiste un libretto d’istruzioni per i legami, e neanche lo stesso DNA aiuta a capire come sia giusto comportarsi. E’ tutto in balìa della nostra inadeguatezza, della nostra incapacità di esprimerci tirando fuori tutto quello che forse, se detto o detto nel modo giusto, ci aiuterebbe nel migliorarci e nel migliorare quel filo che ci unisce agli altri.

Unstable racconta attraverso il genere comedy la difficoltà di questo legame unendola alla tematica del lutto e delle sue conseguenze. Con leggerezza e profondità, la serie dimostra quanto l’utilizzo del genere comedy diventi spesso l’ingrediente giusto per affrontare argomenti così importanti. La risata e la normalità degli eventi raccontati attraverso questo genere rendono infatti Unstable una storia godibile che non ricerca il dolore al tutti i costi ma, al contrario, cerca di diventare una cura per quest’ultimo.

Unstable (640×360)

Unstable fa ridere ma, ancor di più, fa sorridere e riflettere senza mai diventare drammatica. La nuova Serie Tv Netflix riesce infatti a convincere fin dalla prima puntata rendendosi immediatamente un prodotto godibile e confortante, rispettando così la sacrosanta legge delle comedy. Tra le ultime arrivate, questa è di certo quella che più rispetta il nome e la definizione del genere accostandosi, in termini di paragone, a produzioni come Atypical. Entrambe, infatti, utilizzano questo espediente narrativo per affrontare – in modo leggero, confortante e brillante – le diverse tematiche sociali.

Forse non sapremo mai come dire quel che vogliamo, non capiremo mai forse neanche cosa dire, ma di certo non smetteremo mai di provarci. Esistono legami che sono destinati a essere, che sono destinati a vincere, che perdonano e passano avanti. La cura in questi casi sta tutto nel tempo, nell’accettazione dell’altro e nella fiducia che quest’ultimo, a un certo punto, possa fare un passo nei nostri confronti e viceversa. Questa è una speranza, una naturale forma di desiderio per la natura umana. Nessuno può sperare che i rapporti importanti non trovino una via d’uscita, un modo per rimanere in piedi.

Per questo Unstable esiste, per questo vince la sua sfida, per questo racconta ciò che racconta facendo sì che i suoi due protagonisti trovino un modo per farcela. E ce la fanno, eccome se ce la fanno. Perché in alcuni casi non si può non vincere. Anche se di fronte si ha un figlio che non sa cosa dire, e un padre che non sa come dirlo.

Le 5 Serie Tv comedy più sottovalutate presenti su Netflix