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This Is Us 2×10: i fantasmi più paurosi sono quelli che creiamo noi

“Quando uno di voi cade l’altro rimane in piedi”

Numero Uno, Numero Due: Numero Tre. Decimo episodio di This Is Us che non può che riguardare il Number Three Randall. Randall è l’ultimo arrivato, è un numero Tre ma nello stesso tempo non può che essere un Numero Uno. È il primo a parlare, il più intelligente, il più coccolato. È il primo eppure si sente l’ultimo. Randall è “scombussolato”, fuori posto. Sente la diversità di essere un figlio adottivo e di vivere con qualcuno che pur amandolo non condivide con lui le stesse radici, non vive il suo stesso disagio. Il disagio della diversità. “La vita è come il gioco di Pac-Man. Qualche volta, almeno. È sempre lo stesso gioco, stessi fantasmi. A volte guadagni qualche ciliegia ma alla fine quei fantasmi inevitabilmente ti raggiungono”.

Ognuno di noi deve giornalmente confrontarsi con i propri fantasmi, con gli spettri delle nostre paura e delle difficoltà che la vita ci presenta. Quei fantasmi a volte, come in Pac-Man, diventano reali, diventano concreti, visibili. È allora, in quel momento, nell’istante in cui la paura si fa reale e la preoccupazione si concretizza che possiamo però anche affrontare entrambe, che possiamo farne un sol boccone. Non dobbiamo temere i fantasmi perché non sono loro a farci del male: siamo noi nella nostra debolezza che li percepiamo come pericoli, che ne siamo spaventati e rischiamo di diventarne vittime. A volte la vita ci offre delle belle ciliegie, ci offre la dolcezza di un’espressione d’amore. Grazie a quelle ciliegie, grazie a quell’amore possiamo trovare l’entusiasmo nel combattere le insicurezze che investono la nostra esistenza.

È vero, non smetteremo mai di dover affrontare le difficoltà e sfuggire ai fantasmi ma questo significa vivere.

Significa combattere e aver paura, gioire e provare dolore. Essere vinti da quel dolore e vincere la sofferenza. E alla fine di tutto sperare che il nostro punteggio sia in positivo, sperare di essere riusciti a regalare più amore e forza di quanto dolore e debolezza abbiamo trovato. Randall lo sa. Sa che la ciliegia Deja non è diventata un limone aspro solo perché non c’è più, solo perché quel fantasma, la perdita di Deja, è diventato realtà. Quell’amore che ha donato rimarrà sempre con lei, non svanirà come non è svanito in Randall il tenero ricordo del padre William.This Is Us

Non è stata la morte del genitore ad averlo fatto ricredere sull’averlo conosciuto e accolto in casa sua. Il dolore della perdita non ha vinto la bellezza e la ricchezza interiore che la presenza di William ha prodotto. Perché in fondo non è la fine del viaggio a comprometterne il valore. Il fantasma di Randall ha invece spaventato il giovane William. La paura di sentirsi un estraneo, la consapevolezza di non conoscere nulla di quel figlio abbandonato in fasce lo ha fatto desistere dall’incontrarlo. Avrebbe potuto essere presente a tutti i momenti più importanti della vita del figlio, avrebbe potuto. Ma il fantasma ha avuto la meglio e William non ha potuto far altro che fuggire.

Non fuggire a volte però significa anche lasciar andare.

Non è facile dire addio a chi si ama, scegliere di mollare la presa. Ma Randall, come afferma Jack, alla fine fa sempre la scelta giusta. Alla fine la sua sensibilità ha la meglio sulla rabbia dell’abbandono. Capisce che quella bambina ha bisogno dell’amore della madre. Capisce che non è giusto privarla dell’affetto più importante della sua vita per quanto quella donna possa aver sbagliato. Sa, perché ha patito in prima persona, cosa significa non conoscere e non vivere l’amore di un genitore. Avrebbe voluto avere William al suo fianco nei momenti più importanti della sua vita ma non ha potuto. Non è stato possibile perché Rebecca lo ha privato di tutto questo, ha temuto di perdere quel figlio tanto amato.

Ora la vita ha messo di fronte Randall alla stessa situazione, anche lui vorrebbe non rinunciare a Deja, non perdere il suo amore. Ma quella madre ha bisogno di sua figlia e quella figlia di sua madre. Come William anche lei ha commesso degli errori ma lotta per la sua bambina, per meritarsi il suo affetto. Vuole redimersi e recuperare l’amore. Le esperienze si accavallano in questo episodio di This Is Us tra corsi e ricorsi. Randall come Rebecca ma anche Deja come Randall: anche lei sente di vivere tra due fuochi perché “Solo perché voglio tornare a casa ciò non significa che non abbia amato stare con voi”. Deja ha vissuto e ha fatto proprio l’amore che ancora una volta la famiglia di Randall ha saputo donare.

È in quell’amore troppo grande per rimanere inespresso che sta il senso dell’aprirsi di nuovo.

“La nostra è una bella casa”, afferma Beth. “Dovremmo davvero accogliere un altro bambino”. L’accoglienza è il vero valore aggiunto dei Pearson, quella capacità di darsi sempre all’altro, di non lasciare che la bellezza, il calore di una casa e la felicità vissuta restino chiusi tra quattro mura. Come Rebecca e Jack per primi si sono aperti all’altro, a quel bambino tanto inatteso quanto sconosciuto, così Randall e Beth si mettono in gioco, mettono se stessi e la propria famiglia a disposizione di chi non può vivere la loro felicità. Lo hanno fatto con William e con Deja e lo faranno ancora arricchendosi giorno dopo giorno dell’inesausto valore del donarsi.This Is Us

A volte fare la cosa giusta può far male. Può essere la decisione più difficile da prendere. Può voler dire dover rinunciare a una persona con cui ti eri esposto e che avevi imparato ad amare. E può significare rinunciare a sentirsi protetto e capito, a proprio agio, in un cantuccio confortevole. Randall farà la scelta giusta tra Howard e Harvard. Sceglierà quello che è meglio per il suo futuro, ciò che si confà alla sua intelligenza perché “impegnarsi è ciò che ti permette di avere la casa grande e una bella auto”. Per quanto fuori luogo possa sentirsi, per quanto “scombussolato” pure possa essere saprà seguire la strada capace di dargli più soddisfazioni, quella più difficile e meno confortevole.

Scombussolato e a disagio è anche Kevin, sempre più solo nella difficoltà di essere un Numero Uno e risultare all’altezza delle aspettative.

E se Randall e Kate si sono rialzati, Kevin è ancora a terra. Da terra non sembra riuscire a rialzarsi. Anche in questo episodio di This Is Us le sue difficoltà rimangono inalterate e tutto sembra venire a complicarsi. “Quando uno di voi cade, l’altro rimane in piedi”, dice Jack. Ma c’è da aggiungere qualcosa: quando uno cade, l’altro rimane in piedi per rialzarlo. Sarà così che Kev potrà ritrovare se stesso: grazie all’aiuto della sua famiglia, grazie al supporto dei suoi Numero Due e Tre. Come accaduto dopo l’infortunio sul campo da football i fratelli lo aiuteranno a risollevarsi, a ritrovare la forza del Numero Uno, le sue convinzioni e certezze.This Is Us

Ancora una volta This Is Us parla al cuore. Ci mette di fronte alle situazioni di ogni giorno, a una morale a volte estremamente cruda a cui non sempre i protagonisti sanno formarsi. Se Randall e Kate sono pronti a un nuovo inizio, Kevin è abbattuto e si sente incompreso. I fantasmi del suo passato stanno avendo la meglio. È immobile mentre quegli spettri si avvicinano a lui, mentre diventano sempre più paure attanaglianti: il peso del Numero Uno, l’inadeguatezza nei suoi meriti e nell’amore di Sophie, l’incapacità di essere un giorno padre. È impietrito e continua la sua autodistruzione coinvolgendo involontariamente anche Tess.

Dovrà rimettersi in gioco, ritrovare stabilità, mangiare la dolce ciliegia che trasformerà le sue paure in difficoltà superabili. Potrà farlo grazie all’amore dei suoi cari e al sostegno di chi ogni giorno lotta insieme a lui per sconfiggere i propri fantasmi e scoprirsi ogni giorno un po’ più forte.

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