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Il sesto episodio di Stick (in onda ogni mercoledì su Apple TV+) segna un punto di svolta netto e doloroso per i suoi protagonisti. Uno di quegli snodi narrativi che non permettono ritorni, che lasciano cicatrici visibili e invisibili. Se fino ad ora la serie aveva oscillato tra crescita personale, traumi passati e nuove opportunità, con questo episodio assistiamo alla frattura definitiva di un equilibrio già fragile: quello fra Stick e Santi. Il legame tra i due, così faticosamente costruito negli scorsi episodi, implode quando Santi scopre della manipolazione orchestrata da Stick insieme a Zero. Una bugia a fin di bene, come la definirebbe Stick, ma comunque una bugia. Infatti, Stick aveva chiesto a Zero (l’unica persona che Santi ascoltava davvero) di essere un tramite tra lui e il ragazzo. Il suo scopo era chiaro: cercare un modo indiretto per proteggerlo e, al contempo, non venire travolto da un confronto che non si sente in grado di affrontare.
Ma Santi, già segnato da un mondo che l’ha tradito e travolto troppe volte in passato, non riesce ad accettare l’ennesima finzione, soprattutto perché proveniente da una delle poche persone di cui si fidava davvero. Quello tra Stick e Santi, in fondo, è un rapporto costruito sulla mancanza: di parole (come abbiamo parlato nella recensione al quarto episodio), di gesti espliciti, di fiducia piena. È come se entrambi si muovessero ai margini del dolore dell’altro, senza mai riuscire a penetrarlo del tutto. Stick vorrebbe esserci, ma non sa come; Santi vorrebbe fidarsi, ma ha paura di farlo fino in fondo. L’unica persona che, per il momento, sembra averlo capito e compreso in tutte le sue fragilità è proprio Zero.
Il loro rapporto funziona, fino a questo punto, solo in virtù di un equilibrio precario: Stick non chiede troppo, Santi non pretende troppo.

In parallelo, l’episodio torna ad affrontare il passato traumatico di Stick, segnato dalla morte prematura del figlio. Un evento che sembra sempre più vicino a inghiottirlo del tutto. Non è solo una memoria dolorosa che riaffiora, ma una ferita ancora aperta che rischia di risucchiare tutto ciò che lo circonda. La sua lotta per non lasciarsi travolgere è palpabile, quasi fisica. Eppure, per quanto si sforzi, il dolore si insinua nei suoi gesti, nelle sue decisioni, nel modo in cui tiene lontane – inconsapevolmente – le persone che ama. La bugia detta a Santi non è un’eccezione, ma parte di un pattern di autodifesa: Stick mente perché ha paura, e ha paura perché ha perso tutto una volta e non sa se sopravvivrebbe a una seconda caduta.
Se lo scorso episodio aveva già posto l’accento sull’importanza del comunicare e dell’ascoltare – un tema centrale, abbiamo visto, nella costruzione di tutti i rapporti della serie – questo sesto capitolo lo estremizza. Mostra cosa succede quando la comunicazione viene meno, quando l’ascolto è filtrato dalla sfiducia, quando i silenzi non sono più contenitori di possibilità, ma segnali di una resa imminente. La mancata sincerità di Stick e Zero, per quanto motivata da ideali innocenti, mina irrimediabilmente la relazione con Santi, dimostrando come a volte non sia tanto la verità in sé a ferire, quanto la scoperta del non essere stati ritenuti degni di riceverla. Il rapporto tra Stick e Santi, in questo sesto episodio, viene messo a nudo in tutta la sua dolorosa complessità. Non è il classico rapporto tra maestro e allievo, né una semplice dinamica adulto-adolescente.
È qualcosa di più instabile e sfumato, costruito su un tessuto logoro di fiducia, bisogno reciproco e silenzi mai riempiti.
Quando Santi scopre la verità sull’accordo tra Stick e Zero, non è solo la bugia in sé a ferirlo. È la conferma del fatto che, ancora una volta, un adulto di riferimento ha preferito manipolarlo piuttosto che fidarsi di lui. Per Santi, essere tenuto all’oscuro equivale a essere considerato incapace. La sua rabbia non è tanto per il contenuto dell’inganno, ma per il fatto di essere stata escluso, messo da parte, usato come pedina. Dall’altra parte, Stick mente non per calcolo, ma per paura. Sa che Santi non si fida facilmente, e che lui stesso non è pronto a esporsi del tutto. Lo fa per aiutarlo, è vero — ma lo fa anche per non affrontare uno scontro frontale che teme di non saper gestire.

A bilanciare la tensione crescente tra Stick e Santi, c’è una nuova linea narrativa che, pur essendo più delicata, non è meno densa di significato: quella del crescente rapporto tra Mitts ed Elena. Due personaggi che finora si erano mossi con cautela l’uno attorno all’altra, entrambi segnati da storie pesanti, da errori, da rimpianti. Il bacio di Mitts è un gesto istintivo, forse impulsivo, che dice molto sulla sua fame di vicinanza, di conforto. Entrambi sono anime spezzate, segnati da un passato difficile e doloroso. Il loro bacio potrebbe essere una piccola crepa nel muro della solitudine che, chi lo sa, potrebbe sfociare in qualcosa di più. Insomma, questo sesto episodio è una tappa cruciale di un percorso che non fa sconti a nessuno dei suoi personaggi.