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Pose 2×06 – We all have to fight, but we are not alone

Una nuova settimana, specialmente in estate, può voler dire solo una cosa: nuova recensione di Pose all’orizzonte! Quindi, prima che esca il settimo episodio, dedichiamoci insieme a Pose 2×06.

Che questa serie tv riesca a toccare vette di emotività potentissima ormai lo possiamo quasi dare per scontato. Ogni puntata è un pugno nello stomaco, sotto diversi punti di vista, e difficilmente riusciamo a riprenderci senza sentire un peso sullo stomaco.

Pose 2×06 ha deciso che era il momento di parlare di battaglie. Quelle che tutti noi dobbiamo affrontare, nella nostra vita quotidiana. Malattia, lavoro, discriminazione, si uniscono in un grande insieme portandoci di fronte a un grande insegnamento: nessuno di noi è solo.

Prima di proseguire, vi ricordo che qui potete trovare la recensione della puntata precedente, nel caso ve la foste persa. Ora direi che siamo pronti per aprire il primo capitolo, dedicato a Pray Tell e alla malattia.

Intendiamoci, sapevamo dalla scorsa stagione che anche il nostro MC preferito fosse malato di AIDS, ma solo da poco l’uomo decide di seguire il consiglio di Blanca, cominciando a prendere, come lei, l’AZT. Negli anni ’90, però, il farmaco era ancora in fase sperimentale.

Pose 2x06

E questo significa solo una cosa: non tutti reagiscono allo stesso modo. Pray Tell risulta essere dunque uno di quelli che rigetta il farmaco, impedendo dunque che si avveri l’effetto per cui è stato creato. Una persona normale penserebbe “Che bella rogna!”, ma in questo contesto le cose sono un po’ diverse.

L’AIDS uccide. Inutile girarci troppo intorno, sappiamo che è così. Se si deve dunque scegliere per cosa lottare, ci si spinge più verso la voglia di vivere che verso quella di morire. Non è nemmeno una strada così semplice da prendere, a ben pensarci.

Quando qualcuno sa in partenza di essere condannato, difficilmente pensa all’esistenza di una via di fuga.

Pray Tell però ci era riuscito, grazie a Blanca, e ora si ritrova di nuovo al punto di partenza, catapultato nell’oblio con la paura di non farcela. Né ora né mai.

La buona notizia è che entro fine puntata lo rivediamo in forze. Non potrà più prendere l’AZT, ma di certo non smetterà di combattere per far valere i suoi diritti, per essere considerato alla stregua di ogni essere umano, e sì, anche per combattere la malattia.

La scena di metà episodio, in cui lui si trova in un letto di ospedale in preda alle allucinazioni è emblematica. Un altro dei momenti che mi ha fatto solo desiderare un Emmy per Billy Porter. Scopriamo qualcosa di più sul suo passato, ma ciò che più sconvolge è la comparsa di Candy.

Il fantasma di mother Ferocity compare all’inizio e alla fine, con il compito di istigare Pray Tell ad abbandonare la battaglia, lasciandosi andare all’eterno oblio. Non ci riesce, ma è interessante notare il suo ritorno nel finale, anche quando tutto sembra essere finito.

Che ci sia ancora un retaggio di tossicità dell’AZT che a noi è sfuggito?

Se dunque da una parte Pray Tell ci insegna l’importanza di combattere la malattia, Blanca ci insegna l’importanza di combattere la discriminazione, specie nel momento in cui va a colpire il suo posto di lavoro. Sentitasi estremamente in colpa per la situazione in cui si trova Pray, Blanca decide di sostituirlo nell’organizzazione della serata di beneficenza dell’ospedale.

Pose 2x06

L’appoggio di Fredrica, proprietaria dello stabile in cui Blanca ha aperto il salone, giunge strano a noi spettatori quanto alla nostra protagonista. Incredibile ma vero, la donna sta finanziando la causa. Non solo, partecipa alla serata e si esibisce.

Dite la verità, solo io ho applaudito dopo l’esibizione di Patti LuPone su “I’m still here” dal musical Follies? Quella donna ci sa ancora fare moltissimo, e non posso che essere entusiasta di averla in Pose 2×06. Tuttavia, le sue maniere carine e amorevoli, come spesso accade, nascondono il lato da serpe.

Pose 2x06

Mentre distrae Blanca alla serata, il figlio di Fredrica e altri suoi complici smantellano il salone di bellezza, impedendo a mother Evengelista di entrare e di poter continuare la sua attività.

Uno sfratto in piena regola. Anzi, a giudicare dalle maniere per nulla regolare. Ancora una volta una delle nostre eroine è stata discriminata, e ancora una volta si è trovata a perdere una battaglia contro una persona più forte, almeno all’apparenza.

La verità però è che conosciamo Blanca, e non è il tipo di persona che si fa mettere i piedi in testa. Perciò, sul finale di Pose 2×06, ecco che si passa al contrattacco: l’intera comunità LGBT, dalla house Evangelista alla Wintour, passando per Ferocity, protesta in mezzo alla strada contro Fredrica.

Pose 2x06

L’obiettivo? Attirare l’attenzione dei media, facendo vedere al mondo intero l’ingiustizia a cui la comunità viene sottoposta ogni giorno. Le molte persone, dunque, permetteranno a Blanca di arrivare al notiziario. E nemmeno Fredrica sembra molto contenta. Anzi, giudicare dalla sua espressione, direi che era davvero preoccupata.

Questi sono gli eventi salienti di Pose 2×06.

La domanda sulla bocca di tutti è: cosa ci insegna tutto ciò? Non avevamo forse già capito l’importanza di non arrenderci di fronte alle difficoltà della vita? In effetti sì, ci è stato insegnato da bambini, ma qui c’è una chiave diversa.

Noi siamo consapevoli dell’esistenza delle minoranze. Sappiamo che ci sono, che esistono, che sono effettivamente in difficoltà… Ma non sappiamo come vivono. Avere quindi uno spaccato della comunità LGBT, e sentirsi parte della famiglia nel momento in cui insorge, dà all’insieme tutto un altro spessore. 

Si dice che le famiglie si aiutino a vicenda, e se c’è una cosa che gli episodi di Pose finora ci hanno insegnato, è che la famiglia non deve essere solo di sangue. La puoi scegliere, e loro saranno al tuo fianco, nella buona e nella cattiva sorte… Proprio come in un matrimonio!

Per questo il messaggio di Pose 2×06 è così importante!

Non siamo soli nel nostro dolore, non siamo soli a combattere le nostre battaglie. Potremo sempre contare sulla nostra famiglia, qualsiasi essa sia. Il nostro modo di essere non definisce la nostra umanità, né la nostra essenza.

Noi ci vediamo la prossima settimana, con la nuova recensione di Pose!

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