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Midnight Mass – La Recensione della Serie Tv più chiacchierata del momento

The Haunting Of Hill House si è immediatamente imposta nella piattaforma Netflix come una delle migliori Serie Tv di stampo horror. Il suo successo va associato non solo al suo essere un vero horror – cosa sempre più rara al giorno d’oggi – ma anche a tutto quello che non sacrifica in nome del solo spavento. Non esiste solo quel tipo di sensazione, ma un’infinità di altre che vanno a toccare le corde della vulnerabilità nel modo più delicato possibile, e questa è una vera e propria eccezione in prodotti di questo genere. Proprio per questo motivo, dopo il suo ritorno con The Haunting Of Bly Manor, le richieste riguardanti la terza stagione non sono tardate ad arrivare, ma le risposte a riguardo non sono ancora certe. I nostri animi delusi, però, sono riusciti a provare una forte speranza nei confronti di un nuovo prodotto horror, figlio degli stessi creatori di Hill House: Midnight Mass.

Midnight Mass è figlio di Hill House, e di questo ne paga il conto probabilmente già in partenza. Il paragone con la serie era immediato per tutti i telespettatori, le aspettative decisamente alle stelle, e la voglia di gustarci un’altra esperienza che richiamasse la serie originale era indomabile. Purtroppo questi presupposti si sono rivelati immediatamente un problema per questa storia che – in tutti i modi – cerca di affermare la propria identità.

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A tutto quel che abbiamo detto, però, va aggiunto un grande MA scritto a caratteri cubitali. Perché se è vero che Midnight Mass è oggettivamente meno coinvolgente di Hill House, è anche vero che se ci uscissimo da questa impasse di paragoni noteremmo che la nuova serie sia comunque un prodotto di assoluto valore, solo meno appariscente di Hill House. In Midnight Mass tutto si muove sul filo della religione, sul suo fanatismo, sull’isteria di massa che si alimenta scena dopo scena a seguito di credenze e pregiudizi in un’umile isola formata da pochissimi abitanti, poco più di cento per intenderci. L’arrivo di un nuovo prete dà vita a delle vicende inspiegabili da un punto di vista scientifico e logico che porteranno gli abitanti a impazzire e cadere dentro una rete di follie, urla e malcontenti generali. Nessuno è felice all’interno di questa cittadina: ogni abitante ha un proprio scheletro nell’armadio, un evento che lo ha sconvolto. Immediatamente facciamo così la conoscenza del protagonista, un uomo che porta con sé il senso di colpa di aver investito e ucciso – mentre era ubriaco – una ragazzina. Dopo aver scontato quattro anni in prigione, torna dalla propria famiglia nell’isola natia, ma le cose non saranno più semplici.

Tutti lo guardano con fare giudicante, nessuno – eccetto la madre – lo accoglie a braccia aperte. La libertà – dopo la sua uscita dal carcere – è soltanto apparente. Nella realtà dei fatti – come spiegherà lui stesso – la sua prigionia è appena iniziata. Perché per quanto adesso possa camminare all’aria aperta tornando alla normalità, le celle che i suoi sensi di colpa hanno eretto non permettono alcuna evasione, nessun perdono.

Midnight Mass così comincia a muoversi sul fronte individuale di un uomo che non riesce ad andare avanti, e su quello della religione. Le due cose, all’interno della miniserie, si collegano camminando di pari passo verso un finale che non risparmia nessuno mettendo tutti a tu per tu con la follia e l’isteria di massa di cui l’isola si è rivestita pian piano durante gli episodi. La corsa verso la distruzione è l’unica vera protagonista, e nulla potrà evitare la catastrofe che sta per consumarli non solo fisicamente, ma soprattutto internamente.

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Midnight Mass, così, cammina lentamente verso una storia che non urla, ma parla sottovoce.

Rispetto a Hill House l’effetto non è immediato. Ci si ritroverà a dover leggere tra le righe, a dover fare un passo indietro per cercare di stare dietro a una lentezza che – per le prime due puntate – si rende protagonista a tutti gli effetti, inducendoci anche a pensare che più di quello che ha fatto non possa fare, ed è qui che facciamo il primo sbaglio. Midnight Mass non è immediata – lo abbiamo detto – ha bisogno di tempo per esporsi, per svelarci cosa davvero voglia essere: ma una volta concessole questo, niente potrà più fermarla. Non è un urlo al capolavoro, e non è neanche una Serie Tv destinata alla stessa fortuna di Hill House, ma è una storia che ha delle intenzioni chiare, e tanti obiettivi che riesce a conquistare.

La sua sfortuna più grande è quel paragone impossibile da non fare, un paragone che è chiaro non possa in alcun modo reggere. Superato questo, le cose non andranno meglio solo per lei, ma anche per noi che necessitavamo di una nuova Serie Tv valida di stampo horror. Non si può pretendere che una piccola opera riesca ad avere gli stessi e identici tratti della grande capolavoro, si deve pretendere che ci sia una personalità forte, individuale, differente e propria: in questo Midnight Mass ha vinto dimostrando che non avesse bisogno di copiare niente dal proprio padre, ma di avere solo dei tratti che accennassero delle somiglianze. I personaggi, infatti, non vengono sviscerati ma vengono trattati ognuno allo stesso modo – alcuni con un riflettore più vicino, altri con uno un po’ più lontano – col semplice obiettivo di raccontare una comunità. Basterebbe forse solo questo per riuscire a comprendere che, con questo metodo, Midnight Mass sceglie subito di distaccarsi dall’approccio introspettivo di Hill House, quasi a rinnegarlo, quasi a dirci: io so chi sono.

Midnight Mass probabilmente nonostante ciò non riuscirà a fare il grande salto, rimarrà sempre accovacciata in un angolino dietro Hill House, ma questo spazietto in cui vive è arredato perfettamente, e questo nessuno potrà mai toglierglielo. La qualità che ha è sua di diritto, e non esistono paragoni che possano negare questa verità.

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