Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » Franklin – La Recensione dei primi tre episodi: uomo, politico e inventore

Franklin – La Recensione dei primi tre episodi: uomo, politico e inventore

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della miniserie Franklin.

“You are who the role requires you to be”

– Benjamin Franklin

Statista, scienziato e inventore, tutto questo e anche di più è stato Benjamin Franklin. Un personaggio realmente esistito il cui valore nella storia riecheggia fino ai giorni nostri. Eppure, come in innumerevoli altri casi, anche Franklin non è rimasto intoccato da quella tendenza da parte dei posteri di romanzare le vite di chi li ha preceduti. Nel bene e nel male. Così c’è chi diventa inspiegabilmente un santone dalla parola dorata e chi invece precipita nell’abisso dell’infamia peggio della caduta di Lucifero. Nel caso di Benjamin Franklin, figura altrettanto importante ma meno mainstream rispetto ad alcuni suoi contemporanei, un’attenzione particolare la riveste quel duplice ruolo di politico e scienziato insieme.

Se da un lato, il suo lavoro pionieristico sull’elettricità, inclusa l’invenzione del parafulmine, lo rende una figura di riferimento nell’ambito della fisica e dell’ingegneria. Dall’altro, come uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, la storia ricorda Franklin per il suo contributo alla creazione degli ideali fondamentali della democrazia americana. Ed è qui che entra in gioco la miniserie con protagonista Michael Douglas (che potete vedere sul catalogo Apple TV+ qui) .

La miniserie (tra i migliori prodotti usciti su Apple TV+ insieme a queste serie qui) racconta gli otto anni che lo scienziato trascorse in Europa per assicurarsi l’appoggio economico e politico da parte della Francia durante la Guerra d’Indipendenza americana. Il suo ruolo nella negoziazione del Trattato di Parigi e nel consolidamento dei legami tra gli Stati Uniti e la Francia rimane un momento cruciale nella storia delle relazioni internazionali.

Apple TV+ prende quegli otto anni in Francia e decide di farne una miniserie. Una di quelle da Emmy Awards.

Franklin (640x360)
Michael Douglas

“I think the game is pretty near up”

– George Washington

Nel dicembre del 1776, Benjamin Franklin giunse a Parigi come ambasciatore degli Stati Uniti presso la corte francese.

All’età di 70 anni, portava con sé non solo la saggezza accumulata nel corso di una vita dedicata alla ricerca scientifica e alla politica, ma anche un carisma e un’umanità che conquistarono il cuore degli europei. La sua immagine di “filosofo americano” lo rendeva affascinante agli occhi degli intellettuali parigini, mentre il suo stile semplice e la sua umiltà lo rendevano accattivante anche per le classi popolari.

Ma Franklin non era solo un uomo affabile; era anche un diplomatico astuto e abile. Durante il suo periodo in Francia, Franklin lavorò instancabilmente per ottenere il sostegno francese alla causa americana nella guerra contro la Gran Bretagna.

Utilizzando il suo ingegno e il suo carisma, Franklin intrattenne influenti contatti politici e sociali, guadagnandosi la fiducia dei principali pensatori e leader politici francesi.

Il momento culminante del mandato di Franklin in Francia fu la negoziazione del Trattato di Parigi del 1783, che pose fine alla Guerra d’Indipendenza americana e riconobbe l’indipendenza degli Stati Uniti. Grazie alla sua abilità diplomatica, lo statista ottenne termini favorevoli per gli Stati Uniti, consolidando la sua reputazione come uno dei più grandi diplomatici della sua epoca.

La storia si apre in un momento cruciale della Guerra d’Indipendenza. Gli americani sono ormai messi alle strette. Sconfitti più e più volte, costretti alla ritirata e senza alcun aiuto. La rivoluzione sembra sul punto di concludersi con la vittoria della madrepatria inglese. Dicembre 1776. Benjamin Franklin sbarca sulle coste della Bretagna, in Francia, in cerca di aiuto e alleati. In mente ha una missione ben chiara ed è intenzionato a concluderla, con ingegno e arguzia, per il bene dell’America che verrà.

Il popolo accoglie immediatamente Franklin, accompagnato dal nipote Temple, con ammirazione e giubilo. Grati per aver portato loro l’elettricità, i francesi sono affascinati dall’uomo e dalla cultura americana che rappresenta. Così innovativa, così all’avanguardia. Un mondo esotico drasticamente diverso rispetto alle regole e al classicismo del Vecchio Continente. Per gli svariati ammiratori che Franklin ritrova in Francia, esistono però altrettanti oppositori, per nulla intenzionati a farsi coinvolgere nella guerra tra America e Inghilterra.

Quale è, tuttavia, l’approccio che la miniserie Franklin ha intenzione di utilizzare nel suo racconto? Il dramma storico o il biopic romanzato?

Franklin (640x360)
Benjamin Franklin e Madame Anne-Louise Brillon

Basato sul romanzo A Great Improvisation: Franklin, France, and the Birth of America di Stacy Schiff, lo show targato Apple TV+ si propone come un ritratto il più veritiero possibile dell’uomo Benjamin e del suo decisivo ruolo nella Guerra d’Indipendenza. Un approccio che risulta evidente sia dal punto di vista formale che contenutistico. Franklin, infatti, è una miniserie dall’estetica elegante e pulita in cui ogni singolo dettaglio ci riporta squisitamente alla Francia del periodo. Una rappresentazione che, proprio in virtù, di questa sua finezza può risultare persino impersonale e fredda.

Persino la performance di Michael Douglas – irriconoscibile e ineguagliabile – ci trasmette questa sensazione (straordinario nell’ultima stagione di The Kominsky Method, la nostra recensione qui). Almeno nei primi tre episodi. Douglas ha detto che hanno scelto di risparmiare ore di trucco romanzando Franklin in modo che fosse più magro di quanto fosse all’epoca. La serie lo ritrae come sofferente di gotta, il che corrisponde alla realtà, così come la sua risaputa passione per gli scacchi (mentre si trovava a Parigi, partecipò alle partite del noto Café de la Régence, luogo di incontro dei migliori scacchisti francesi.)

E non è l’unico elemento fedelmente riportato dalla vita vera nel mondo fittizio della serie. Fonti storiche confermano che egli portò con sé il nipote sedicenne William Temple Franklin (detto Temple Franklin) nel viaggio in Francia del 1776. Così come è risaputo che Bnjamin Franklin non avesse un rapporto stretto con la moglie Deborah Read, e che ai tempi in cui rimase in Francia, Deborah era morta per un ictus nel 1774.

Statistica, scienziato, inventore e si anche incallito donnaiolo. Caratteristica evidente anche in questi tre primissimi episodi di Franklin dove flirta senza ritegno con la belle (e sposata) Madame Anne-Louise Brillon .

Inoltre, menzione d’onore va fatta alla miniserie per aver scelto di aggiungere autenticità utilizzando i sottotitoli e facendo parlare i personaggi francesi in francese. Caso completamente opposto all’altrettanto recente Napoleon di Ridley Scott, in cui i personaggi francesi, compreso lo stesso famoso imperatore, parlano in inglese (qui potete leggere tutti gli errori storici trovati nel film da Alessandro Barbero).

Franklin (640x360)
Franklin

Dai teatri riccamente decorati ai bui corridoi di palazzo, Franklin sembra volersi presentare al mondo come un biopic serio e deciso (qui potete trovare i migliori 7 degli ultimi trent’anni). A muovere le azioni del protagonista sono la logica e la convenienza. Non c’è spazio per la passione, neppure per l’amore filiale. Tanto che il personaggio non riserva alcuna forma di affetto né per il nipote in Francia con lui, né per il figlio rinchiuso in carcere in America. Anche la bella Anne- Louise è solo un’altra pedina da muovere sulla sua scacchiera o, peggio, un gradevole uccellino da far cantare a suo piacimento.

L’interpretazione di Michael Douglas, per quanto eccellente, rimane fredda e distaccata.

Uno statista, appunto, che studia ogni singola mossa preparandosi già per quelle successive. Per certi versi, lo show non sembra nemmeno preoccuparsi dell’opinione che possiamo nutrire nei confronti di Benjamin Franklin. Tanto che, a tratti, non siamo davvero sicuri di guardare la storia di un eroe della libertà e della rivoluzione.