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Cobra Kai 4 – La Recensione: ad alcuni non è concesso dimenticare il passato

ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER su Cobra Kai 4.

Quasi un anno è passato dalla terza stagione di Cobra Kai (qui trovate un rapido riassuntino se volete rinfrescarvi la memoria) e le promesse di episodi all’insegna della rivalsa e della crescita personale di ciascun personaggio sono state rispettate. Questa stagione si mantiene fedele alla struttura e all’andamento delle precedenti, mescolando presente e passato in maniera efficace e riportando ancora una volta milioni di spettatori indietro nel tempo, soprattutto nel 1989, anno di uscita del terzo film della saga di Karate Kid, Karate Kid III – La sfida finale.

Sì, perché è in quella pellicola che, dopo il viaggio a Okinawa che gli ha cambiato la vita, Daniel LaRusso (Ralph Macchio) si trova di fronte un nuovo antagonista, un uomo tanto subdolo quanto schifosamente ricco, un ex soldato senza scrupoli e pronto a tutto pur di dimostrare la propria forza. Stiamo parlando di Terry Silver (interpretato da Thomas Ian Griffith), che in Cobra Kai 4 torna a scombussolare la vita di un non più tanto giovane Daniel, ma ancora insicuro senza la guida del suo immenso maestro. Ed è proprio questo il punto cruciale della quarta stagione.

Il percorso di crescita di LaRusso, così come quello di Johnny Lawrence (William Zabka) è solo all’inizio. Fino a ora, i due storici avversari si sono occupati e preoccupati solo di insegnare ai propri allievi quello che secondo loro rappresenta il metodo giusto, l’unico vero modo di fare karate, e per troppo tempo hanno ignorato che tutti hanno diritto di trovare il metodo adatto per sé.

ralph macchio

Ma come Daniel insegna a Miguel e agli altri allievi quando lui e Johnny cercano di trovare un punto di incontro, è che nessun percorso è mai davvero lineare.

Tutti hanno bisogno di sperimentare, compiere i propri errori e imparare da essi. E così, anche la serie non ci mostra un’evoluzione lineare e piatta, ma gira intorno ai rapporti umani che la costituiscono, ne descrive tutti gli alti e bassi, i continui ripensamenti e dubbi, ma anche i successi e le soddisfazioni. Così, Amanda LaRusso si riconferma una donna buona e sensibile, e acquista spazio un personaggio come Anthony LaRusso (a cui finalmente viene data una voce), con il suo pessimo carattere e tutti i problemi dovuti a un insegnamento che non gli è stato dato come avrebbe dovuto. Ma ne vengono anche introdotti di nuovi, che servono a mostrare quanto sia difficile scrollarsi il passato di dosso se non si è avuto il coraggio di affrontarlo, perché gli errori verranno inevitabilmente riversati sulle spalle delle nuove generazioni senza che queste se ne accorgano prima che sia troppo tardi.

È ciò che è successo a Robby, Sam, Miguel, Tory e gli altri allievi dei quattro sensei. Sono tutti diventati lo strumento di riscatto di uomini che non hanno avuto ancora il coraggio di fronteggiare i fantasmi del proprio passato e che li sfruttano per alimentare il loro ego e costruirsi una nuova vita attraverso quelle degli altri. Per i nostalgici questo è uno stratagemma efficace anche se, a lungo andare potrebbe iniziare a dare segni di cedimento. Il passato turbolento di John Kreese e di Terry Silver è sicuramente interessante per costruire una trama che funzioni, ma l’andamento fin troppo comune con cui un antagonista inizia il proprio percorso di redenzione e viene soppiantato da un antagonista più forte e spietato rimane un po’ troppo banale e riconoscibile.

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A parte la struttura un po’ ripetitiva, Cobra Kai 4 gioca bene le sue carte e, senza rinunciare ad alcuni dei momenti di spettacolarità tipici della serie, dà anche la giusta importanza ai rapporti tra i personaggi.

Attraverso i classici “momenti alla Cobra Kai“, in cui una rissa scoppiata dal nulla in una casa è assolutamente normale e riempire d’acqua l’armadietto di uno studente sembra essere la cosa più semplice del mondo, la trama si muove in un’escalation continua verso il momento in cui è concentrata quasi tutta l’azione della stagione, il torneo dell’All Valley. È qui che, come previsto, vengono sfoderati tutti gli insegnamenti impartiti durante un anno di intensi allenamenti, ed è qui che ogni personaggio si sente finalmente libero di fare le proprie scelte e rivelare il proprio valore.

Perché è giusto mostrare che nessuno è mai solo buono o cattivo, vincitore o vinto. Si gioca e si vince in base a regole diverse per ciascuno, e ogni individuo è la somma di tutte le sfide e i dolori che ha dovuto affrontare nel corso della vita. Così, Tory inizia a capire che di qualcuno può fidarsi, Robby comincia a comprendere le responsabilità di suo padre e di Daniel e trova qualcuno da prendere sotto la propria ala; fa esattamente come le due diverse figure paterne che ha avuto negli anni. Sam impara a reagire alle sfide, trova finalmente il proprio modo di combattere, e Miguel cerca di ricominciare da capo dopo le numerose difficoltà. Ma tutti mettono in discussione il proprio passato e lo confrontano con quello dei loro sensei, che sembrano gli unici a cui non è concesso di dimenticare.

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Tutto sommato, Cobra Kai 4 si è rivelata una visione piacevole, capace di intrattenere con leggerezza e ironia senza dimenticare di puntare al cuore di chi è cresciuto con Karate Kid. Questi 10 episodi scorrono velocemente e senza intoppi, attirando l’attenzione del pubblico tra continui rimandi al passato e parallelismi col presente. Tra azione e teen drama, questa stagione riesce ancora una volta a trovare il giusto equilibrio, e a dare spazio a più voci, rivelandosi anche portatrice di messaggi positivi. Uno fra tanti, e senza dubbio il più importante, è quello di mettere la propria salute fisica e mentale davanti alle esigenze e le aspettative altrui, quello di prendersi del tempo per sé proprio come sceglie di fare Miguel.

Sebbene l’esito del torneo dell’All Valley sia stato forse un po’ scontato e non abbia assunto i tratti di epicità tipici di Karate Kid, è stato comunque emozionante da vedere sullo schermo (la qualità delle scene d’azione è migliorata rispetto alle prime stagioni). Cobra Kai si riconferma una serie capace di mescolare vecchio e nuovo, di trovare il giusto equilibrio e conquistare così gli spettatori.

Però, il viaggio di Daniel e Johnny non sembra essersi ancora concluso, anzi, la loro collaborazione è solo all’inizio, perché ora Terry Silver ha ottenuto ciò che voleva e non si arrenderà così facilmente. Il terreno per la quinta stagione sembra essere già stato preparato, e non vediamo l’ora di scoprire se questa volta gli stili di combattimento dell’Eagle Fang e del Miyagi-Do riusciranno a trovare il punto di incontro che tanto hanno cercato.

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