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Eccoci qui, per quella che sarà una puntata terribilmente affascinante. Eran golosi i suoi predecessori, da me intervistati nelle precedenti settimane. Lei nevvero, può competere con loro per essere giustamente annoverata tra i protagonisti indiscussi di Peaky Blinders. Sono qui oggi anche io, ma la sua aura, il potere della sua raffinatezza dovranno essere assoluti e unici. Farò da ombra, come si confà all’eleganza del rispetto e dell’ammirazione.

Perché vedo in questa donna la storia e la malinconia, debiti che si hanno con la vita, sempre presenti e pesanti. Congelati lì dov’erano in origine e semplicemente rimasti traccia delle sofferenze e del dolore del mondo dei Peaky Blinders.

Nel farle spazio noto come la sua pretesa di spazio sia inesistente. Non chiede, non pretende, cerca invece disperatamente di trattenere ciò che ha. Ecco, non si parla di beni materiali. No, sarebbe una meschina caratteristica che la sua eleganza rifiuterebbe con gesto di stizza. Lei è depositaria del bene artificiale. Del potere invisibile delle donne della sua vita. Lo porta avanti e lo denunzia pubblicamente, dando sfogo a quella, che ecco, adesso, si potrebbe, a onor del vero, definire rivoluzione. Sia lei la personalità che potrebbe risollevare l’Italia delle genti in questo catastrofico momento socio-politico. Eppure stiamo parlando di un’altra storia, di un’altra epoca. L’inizio del movimento femminista, la diatriba interna tra chi guarda e non osserva e chi porta avanti la libertà senza fermarsi a perder tempo.

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Ma prima di addentrarci nel cuore buio della vicenda, dobbiamo esser consapevoli e non schiavi. Aver coscienza di saper distinguere la forza di un carattere con l’intimo dolore che solitario aleggia nella mente e nel cuore di questa splendida donna. Si può essere fragili, a volte cadere a pezzi, ma una donna come Polly Gray ha un dovere importante. È la famosa Libertà che guida il popolo e la sua famiglia.
Si rivelerà poi, questo dovere, la rovina temporanea della sua mente. Si frantuma e cade a pezzi quando le portano via i figli, si frantuma e cade a pezzi quando tutta la sua famiglia viene minacciata. Nulla immaginano i Peaky Blinders, non possono fermarsi a guardare cosa accade nel lato intimo della loro salvezza quotidiana.

Dev’esserci il crollo manifesto, visibile anche ai più ciechi, a poter dare segni e sintomi di una vita che sta crollando. Il rumore deve essere forte, distinguibile dalle tante grida che in quel tempo si facevano emergenti nelle strade inglesi.

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E l’innesco al dolore c’è stato, opera di chi ha distrutto idee e femminilità nel tempo in cui idee e femminilità dovevano prendersi tutto. Ma lo scoppio più forte è arrivato con la vendetta, lo sparo della pistola carica è arrivato forte e chiaro a tutti. Non si scherza, non ci si prende gioco di Polly e della sua famiglia.

Dopo la vendetta di fuoco, c’è stata quella meravigliosa dell’amore. Quell’insolito rimbambimento causato dagli ardori lombari. Come in un quadro di Manet, si ritrovano a guardare un punto fisso accecati da un amore passionale. Il giusto limbo di una vita ancora in bilico, su un filo a tanti metri da terra, è lei a non guardare più giù e a farsi trasportare in qualcosa di straordinario.
L’uomo in questione, un uomo misterioso che per tutta la sua vita, ha avuto secondi fini, viene visto dai Peaky Blinders come iniziale minaccia. Ma d’altronde i grandi amori si annunziano in un modo solo: appena lo vedi dici ‘chi è questo stronzo?’ con Aberama a lei è accaduto questo.

Bisognerebbe prendere esempio e trasformare il mondo esattamente come ha fatto lei. Con pazzia e seduzione, dietro le quinte come degli ottimi pittori.

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