Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » SERIE TV » Pachinko è il nuovo dramma fatto di poesia di cui non sapevamo di aver bisogno

Pachinko è il nuovo dramma fatto di poesia di cui non sapevamo di aver bisogno

Il seguente articolo NON contiene spoiler sulla prima stagione di Pachinko – La moglie coreana, questo perché vogliamo convincervi a darle una possibilità. Credeteci, se la merita davvero tutta!

Distinguersi in positivo in un panorama di serie tv sempre più saturo è diventato sempre più complicato – anche se è il caso di ammetterlo – lo è altrettanto giudicare positivamente un prodotto realizzato in questi ultimi tempi. Per fortuna, a cercare di invertire la rotta ci sono alcuni promettenti piccoli capolavori che non sono passati inosservati. Apple Tv+ si è guadagnata lodi particolari in merito con Severance, ad esempio, di cui vi abbiamo già parlato ampiamente, ma non solo. Siamo qui per parlare di un altro successo della sempre più popolata piattaforma streaming: Pachinko – La moglie coreana è una storia raccontata con quadri animati di inaudita bellezza, tratta dall’omonimo bestseller della coreano-americana Min Jin Lee e adattata da Soo Hugh.

Durante i suoi otto episodi, viaggiamo lungo un arco temporale che ci permette di conoscere le differenti generazioni di una famiglia ed il loro passato che si intreccia con gli eventi della Grande Storia. Siamo in Corea, Giappone e Stati Uniti e la narrazione si muove tra i primi decenni del Novecento, con l’occupazione giapponese in Corea, giungendo fino alla fine degli anni Ottanta. La protagonista che conosciamo sin dalla sua travagliata e attesissima nascita è Sunja, interpretata da tre diverse attrici nelle tre età raccontate dalla serie – Yu-na, Kim Min-ha e il Premio Oscar Youn Yuh-jung – ed è proprio lei il cuore pulsante di tutta la storia. Una bambina sveglia, vivace e intelligente, di umili origini, particolarmente legata a suo padre che cresce nella consapevolezza della vessazione e umiliazione che il suo popolo è costretto a subire senza una reale colpa.

Questa serie riesce magnificamente a mantenere il focus sulla storia di questa giovane donna che vediamo crescere e, allo stesso tempo, a raccontare la dolorosa occupazione giapponese dei territori coreani, le morti e condanne ingiuste subite da migliaia di innocenti e la difficile convivenza delle due diverse culture. Pachinko è un racconto forte e delicatissimo allo stesso tempo. Non si nasconde dietro alle poesia dei suoi paesaggi e neanche dietro al fascino di una cultura lontana da quella d’Occidente e quindi misteriosa e singolare. È estremamente realistica nel dimostrare quanto sia stato difficile per questo popolo accettare di non poter abitare liberamente la propria Terra ed essere costretti, nella maggior parte dei casi, a scegliere l’emigrazione in Paesi stranieri.

L’identità e le radici natali sono temi portanti del racconto e non sono rappresentati da quegli aspetti più inequivocabili che rivendicano l’appartenenza ad un Paese specifico, come può essere la lingua parlata. Il senso di appartenenza è fatto di piccole cose, di impercettibili sensazioni, odori, visioni, sapori. La nostalgia di Casa si esprime allo stesso tempo davanti ad uno straccio profumato o gustando una ciotola di riso bianco. In fondo, avvertiamo una mancanza proprio quando vengono meno quelle piccole emozioni che non riusciamo a provare lontani dal destinatario del nostro Amore, ossia un luogo, una persona o qualsiasi altra cosa. È proprio da lì che scaturisce la tristezza. La sofferenza dettata dalla lontananza dal proprio Paese è uno dei sentimenti che pervadono la storia di Pachinko come una costante sempre presente, a volte non percettibile ma sempre pronta a riaffiorare su un volto o fra le righe di un dialogo.

Pachinko

È l’epopea di un popolo e, allo stesso tempo, è una storia estremamente intima, quella di Sunja, contrassegnata da enorme tenacia e forza d’animo. Davanti a tanto dolore è impossibile non empatizzare perché anche solo immaginare, grazie ad un’interpretazione di così alto livello, non è difficile, anzi, viene estremamente naturale. La ricostruzione degli accadimenti storici è fedele e minuziosa, sia dal punto di vista scenografico che evocativo: ogni periodo della storia della famiglia di Sunja ha il suo aspetto distintivo, i suoi costumi, atmosfere anche se la coerenza formale non viene mai trascurata.

Un altro dei leitmotiv della serie è sicuramente l’Amore, infatti, sin dall’inizio assistiamo alla manifestazione di un sentimento proibito da cui scaturiscono i successivi eventi. È proprio la forza di questo sentimento a innescare la storia, sia nei suoi risvolti positivi che negativi. L’Amore però è anche quello dei gli intimi legami familiari e dell’inesauribile e profondo affetto dei genitori nei confronti dei propri figli. Il percorso di ciascun personaggio è estremamente realistico, tutti affrontano sconfitte, vittorie personali e crolli.

Pachinko

Pachinko è anche una storia che ci fa riflettere e interrogare: quanto accettare le condizioni in cui si nasce può considerarsi il proprio destino? E quanto, invece, possiamo costruire con le nostre mani, e soprattutto, scelta dopo scelta? Ci ricorda anche la potenza dei ricordi che accompagnano – e forgiano – la vita di ognuno in maniera più o meno determinante. La loro potenza – o volatilità – influenza il presente più di qualsiasi altra cosa e questo lo capiamo molto bene. Alcuni momenti sono estremamente commoventi ed evocativi proprio perché cercano di raccontare un sentimento nostalgico forte, intenso e mai assopito, nonostante il tempo sia passato.

Il dramma – declinato nelle sue differenti accezioni – è il cuore della storia, eppure Pachinko riesce a ricoprire tutto ciò che restituisce allo schermo con un manto di poeticità. Tutto ci giunge in maniera intensa eppure mai cruda o aberrante. Anche gli spiragli di Storia che emergono in più punti del racconto sono stati costruiti con sapiente maestria e ci restituiscono la realtà dei fatti sì nella loro sincerità, ma anche sotto il punto di vista più emozionale ed umano. Pachinko è una carezza all’anima che sa trasmettere quanto male porta con sé, perché ha trovato il modo di arrivare più forte che mai, colpire ma mai senza commuovere e sconvolgere nel profondo.

Scopri il primo libro di Hall of Series: 1000 Serie Tv descritte in 10 parole è disponibile ora su Amazon!