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Le commedie romantiche classiche erano state archiviate. Qualcuno le aveva date per vinte, qualcun altro aveva già scritto il necrologio del genere. I più cinici avevano detto che le rom-com erano rimaste intrappolate negli anni Novanta insieme ai jeans a vita bassa e agli sms a pagamento. Poi è arrivata Nobody Wants This e ci ha ricordato che no, non tutto ciò che sembrava finito lo è davvero. Certo, il titolo sembra fatto apposta per farsi beffa del pubblico: “nessuno vuole questo”. Peccato che la realtà racconti l’opposto, perché io lo voglio, lo guardo e ne parlo e…dovreste farlo anche voi !
La trama di Nobody Wants This è la prova che una rom-com può essere classica ma moderna nello stesso tempo. La serie segue Joanne, un’ abilissima podcaster agnostica e irriverente che discute di sesso e relazioni insieme alla sorella, senza alcun filtro e senza peli sulla lingua. Un giorno, durante l’ennesimo appuntamento disastroso e una festa che promette poco e niente, incontra Noah, un rabbino anticonformista appena uscito da una relazione apparentemente perfetta. Tra l’altro il rabbino è interpretato dallo stupendo Adam Brody (sì sono di parte)….Seth Cohen di The O.C per intenderci. L’attrazione è immediata, le battute volano leggere, e il contrasto tra i due diventa la miccia perfetta per un racconto che oscilla tra lo scontro culturale e il romanticismo più autentico.
È uno scontro di mondi: lei non crede in Dio, lui vive la propria fede in modo sincero e appassionato. Joanne utilizza il sarcasmo come arma, lui la gentilezza. Eppure qualcosa funziona, perché la chimica tra Joanne e Noah è così evidente che lo spettatore non può far altro che tifare per loro. La magia è che Nobody Wants This non si limita al “lui contro lei” classico, non è un enemies to lovers insomma, ma costruisce attorno ai protagonisti un ecosistema di personaggi secondari che rendono la serie ancora più divertente e intelligente.
La serie riesce a farci entrare a pieno nella vita dei personaggi, integrandoci anche nel loro contesto familiare e amicale. C’è Morgan ad esempio: la sorella di Joanne e co-conduttrice del podcast, che sembra uscita da un manuale di ironia applicata alla vita reale. C’è Sasha, fratello di Noah, con la sua famiglia e una moglie un po’ invadente e un po’ sopra le righe. Ci sono le madri, i padri, gli ex, tutti pronti a ricordare che l’amore non è mai solo una faccenda a due, ma un affare collettivo. Ah, e non dimentichiamo la presenza inevitabile dell’ex fidanzata perfetta (questo si è stato un chlichè del genere), quella che sembra destinata a complicare tutto al momento sbagliato.
Fin qui potresti pensare: niente di nuovo. E invece no ti sbagli di grosso! Perché Nobody Wants This non gioca a scopiazzare i vecchi modelli, ma li aggiorna con ironia, ritmo e una scrittura che sa come sorprendere. Non è una rom-com pigra, ma una rom-com che prende atto di come sono cambiati i tempi. Joanne e Noah non vivono in un mondo tra podcast, crisi identitarie, questioni religiose e confronti generazionali. Il romanticismo resta, certo, ma si mescola a temi veri, difficili e di vita quotidiana, trattandoli con leggerezza…quella intelligente.
Come anticipato all’inizio di quest’articolo, arriva la parte divertente: il titolo. Nobody Wants This. Sul serio? Forse gli autori si sono fatti una risata pensando a come il pubblico avrebbe reagito, oppure hanno voluto lanciare una sfida. Ma i numeri parlano chiaro: altro che nessuno, questa serie la vogliono tutti. È entrata subito nella top 10 globale di Netflix ed è diventata la più vista in diversi Paesi portando Kristen Bell e Adam Brody a essere di nuovo alla ribalta. Quindi, se il titolo voleva essere ironico, missione compiuta. Se invece doveva essere profetico, è stato clamorosamente smentito.
La critica è stata altrettanto entusiasta. Su Rotten Tomatoes la serie ha raccolto percentuali altissime. A mio avviso, la freschezza della scrittura e la capacità di riportare in vita le rom-com in versione seriale, senza trasformarle in un’operazione nostalgica è stata la mossa vincente. Quindi non posso che trovarmi in accordo con tutti i punteggi positivi ricevuti sulle varie piattaforme di critica. Il successo è stato tale che Netflix non ha di certo perso tempo: la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
Quindi ritorna l’ironia del titolo: nessuno la voleva, ma ora nessuno vuole perderla. I nuovi episodi promettono di approfondire la relazione tra Joanne e Noah, mostrando cosa succede quando l’innamoramento iniziale lascia spazio a temi più concreti. Verrà mostrata la convivenza? Le differenze culturali e le immancabili interferenze familiari? Chi lo sa….in poche parole, il bello deve ancora venire. In sostanza, quello che rende Nobody Wants This speciale è la sua capacità di prendersi gioco del genere senza mai svilirlo. Ci sono le scene classiche da rom-com, i dialoghi serrati, gli sguardi intensi, le gaffe imbarazzanti ma sono inserite in un contesto credibile e decisamente più moderno. Non è una copia sbiadita di ciò che abbiamo amato, ma un prodotto che sa come funzionano le dinamiche romantiche oggi.
La verità è che Nobody Wants This non solo ha ridato dignità alle rom-com, ma le ha rilanciate con intelligenza. Ha preso un titolo che sembrava un autogol e lo ha trasformato nella sua vittoria. È la dimostrazione che, quando c’è chimica tra gli attori e il coraggio di aggiornare i cliché, il pubblico non solo vuole questo… ne vuole di più. Perché, diciamocelo: nessuno aveva voglia dell’ennesima commedia romantica fotocopia, con le solite frasi fatte . Nobody Wants This ci ha preso in giro fin dal titolo, come a dirci: “tranquilli, lo so che credete di non volerlo, ma intanto siete già qui con la copertina, il gelato e la faccina innamorata” (perché non so voi, ma io ho fatto così…e non me ne pento affatto).







