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The Last of Us, che malattia ha Frank? Craig Mazin risponde

La terza puntata di The Last of Us ha commosso ma anche diviso il pubblico: nonostante l’enorme successo già ottenuto dalla nuova serie HBO (che potete vedere su Sky Atlantic e Now Tv), che è già stata rinnovata per una seconda stagione, molti utenti hanno tempestato di recensioni negative proprio il terzo episodio.

Il motivo? Troppi cambiamenti rispetto al videogioco, in particolare per quanto riguarda uno dei personaggi più iconici della versione giocata, Bill, che nella versione seriale è interpretato da Nick Offerman. Nel gioco, Bill è un tipo tutto d’un pezzo, che schermisce i sentimenti provati per il suo compagno Frank (che nel videogioco si uccide dopo avergli lasciato una durissima lettera) e che, soprattutto, è continuamente oggetto di punzecchiature da parte di Ellie, con la quale forma un involontario duo comico che alleggerisce un po’ la tensione del gioco.

Nella serie Bill è sempre un tipo tosto, solitario e chiuso, ma la differenza che ha fatto arrabbiare i fan del videogioco di The Last of Us è che alla sua storia con Frank (Murray Bartlett) viene dato decisamente più spazio, arrivando addirittura a monopolizzare l’episodio. L’epilogo, con il suicidio di entrambi gli amanti dopo la decisione di Frank di farla finita a causa della sua malattia, è decisamente straziante ed epico allo stesso tempo. Ha privato, però, i fan della serie Sky e Now dell’esperienza di vedere Bill ed Ellie interagire: sarebbero stati momenti che difficilmente avremmo dimenticato.

Nella serie, Frank viene mostrato piuttosto anziano e in sedia a rotelle, con evidenti difficoltà a muovere le mani, insonnia, rigidità dei muscoli, lentezza nei movimenti e, soprattutto, tremori. Craig Mazin, autore di The Last of Us, durante il podcast dedicato alla serie non ha confermato nessuna delle ipotesi dei fan dicendo

“Non volevamo necessariamente spiegarlo al pubblico. Frank potrebbe soffrire di sclerosi multipla o SLA precoce, comunque di un disturbo neuromuscolare degenerativo”.

Altre ipotesi dei fan parlano di morbo di Parkinson e alcuni addirittura di AIDS. Non c’è modo di avere una conferma e, comunque, non è così importante: il ruolo di Frank nell’adattamento seriale di The Last of Us è più importante di così.

Il terzo episodio è particolarmente significativo proprio perché, come sottolineato proprio da Frank, non c’è alcun modo di curare le persone che soffrono in una società al collasso. Pensiamo cosa deve significare sviluppare una patologia come queste (si stima che solo negli USA più di un milione di persone soffrano di sclerosi multipla e almeno 30.000 di SLA) in un mondo che sta lottando contro una minaccia insidiosa come quella del Cordyceps. Le persone malate non hanno la minima possibilità di cura e spesso nemmeno di assistenza.

L’episodio di The Last of Us ci mostra un’eccezione a questa crudele nuova normalità: una persona che ama e si prende cura fino alla fine di un’altra, onorando anche il suo ultimo desiderio e facendolo morire con dignità. Come si fa a non amare i Bill e Frank della serie, anche se sono così diversi rispetto al videogioco?