Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di Squid Game.

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Squid Game è finito, e ha portato con sé più di una domanda. L’ultima puntata, in particolare, ha chiuso il cerchio in un modo piuttosto sorprendente (anche se meno scioccante di quanto si fosse immaginato dopo le dichiarazioni della vigilia dell’autore) ed è arrivato il momento di pensare al futuro. Con un quesito, su tutti: come verrà impostato il sequel ambientato negli Stati Uniti? A dirla tutta, stiamo facendo i conti senza l’oste: Netflix non ha ancora confermato ufficialmente il progetto, anche se c’è da sottolineare che il finale di serie con il cameo a sorpresa – purtroppo, spoilerato ampiamente sui social a poche ore dalla messa in onda – abbia dato più di un’indicazione sulla probabile prosecuzione del progetto.
David Fincher o no, lo spin-off di Squid Game dovrebbe arrivare sui nostri schermi nei prossimi anni. E non dovrebbe essere un remake, come si era immaginato inizialmente, bensì un sequel. Ok, impostato come? Occhio, da qui in poi partono gli spoiler pesanti sul finale di Squid Game: noi (almeno noi) vi abbiamo avvisato.
La domanda delle domande: tornerà il Front Man?
Una prima risposta arriva da una teoria suggestiva sul sequel di Squid Game, riportata da Screenrant nelle ultime ore. E coinvolge direttamente il Front Man, personaggio d’indubbio fascino che rappresenterebbe il ponte ideale per collegare la serie madre al suo spin-off. Il finale ha dato un’indicazione sul possibile coinvolgimento del personaggio, ed evoca uno scenario interessantissimo: dopo aver immaginato per molto tempo che Gi-hun, il protagonista della serie, potesse diventare il nuovo Front Man, ora si ipotizza che il Front Man… possa diventare il nuovo Gi-hun. Non il numero 456 che diventa il numero 001: il contrario.
La morte del protagonista, d’altronde, sembra aver scosso profondamente il leader dei sadici giochi. L’ha fatto al punto da averlo portato negli Stati Uniti per comunicare la sua dipartita alla figlia, oltre a consegnarle i beni posseduti dal padre defunto.
La connessione tra i due personaggi, associati più volte da forti parallelismi, si è concretizzata in una dicotomia che non ha portato fin qui a una sovrapposizione: Gi-hun si è addirittura sacrificato per salvare una bambina innocente. Oltretutto, al contrario dello stesso Front Man – messo di fronte alla medesima scelta da concorrente – non ha abbandonato la sua umanità e non ha ucciso gli altri quando ne ha avuto l’opportunità. “È un uomo, non un cavallo”: Crede nell’umanità fino alla fine, a differenza del leader. Ma se il martirio della “nemesi” portasse In-ho nella direzione opposta?
Da qui l’ipotesi: visto che i conflitti interiori del Front Man sono molto marcati, si sta ipotizzando che potrebbe partecipare ai giochi dello Squid Game (come aveva già fatto sia da leader che da concorrente) in quelli americani. Stavolta, però, potrebbe farlo per sabotarli, convinto dalla scelta radicale fatta da un personaggio nel quale si rivede fortemente, anche se con conclusioni finora contrapposte.
Insomma, fare quello che aveva cercato di fare Gi-hun nella seconda stagione di Squid Game, ma con potenzialità nettamente superiori.
In alternativa, potrebbe semplicemente riassumere il ruolo da Front Man anche nella versione americana, ancora radicato sulle sue convinzioni pur essendosi connesso empaticamente con Gi-hun. Come andrà, davvero? Tornerà? Oppure succederà qualcos’altro? Staremo a vedere, ma l’ipotesi è davvero suggestiva.
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