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Dawson’s Creek doveva avere una sigla diversa

L’iconicità di una serie come Dawson’s Creek, capace di resistere alla sfida del tempo e di continuare ad attirare nuovi spettatori e portare molti fan a fare un rewatch anche decenni dopo la sua prima messa in onda, passa anche attraverso la memoria indelebile della sua colonna sonora.

Quando pensiamo a questa serie, subito la mente va a quell’anowanowai che ormai associamo ai nostri pomeriggi in compagnia di Dawson, quella frase storpiata e incomprensibile che tutti i fan italiani hanno cantato per anni, riproducendo le intramontabili note di I don’t want to wait di Paula Cole.

Potrà dunque sorprendere la scoperta che inizialmente i produttori di Dawson’s Creek avessero pensato a una sigla diversa per la loro serie.

Dawson’s Creek

No, non ci riferiamo a “Run Like Mad” di Jann Arden, la canzone usata da Netflix per sostituire l’iconica sigla a causa della mancanza dei diritti d’autore sulla colonna sonora originaria, e nemmeno a Run Like Mad di Jann Arden, musica usata inizialmente per la prima stagione dello show e poi sostituita perchè considera poco efficace.

Parliamo di “Hand in My Pocket”, la bellissima canzone di Alanis Morissette che era stata in origine pensata per diventare la sigla della serie. A raccontarlo è il creatore di Dawson’s Creek, Kevin Williamson, che in un’intervista per The Hollywood Reporter ha rivelato che la canzone venne addirittura usata per l‘episodio pilota della serie, salvo essere successivamente sostituita.

La canzone sembrava essere davvero perfetta, ma con rammarico dei produttori, Williamson fu costretto a trovare all’ultimo minuto una colonna sonora sostitutiva, poiché non riuscì a ottenere i diritti del brano di Morrisette, all’epoca molto famoso.

Secondo alcuni rumors alla base del diniego vi fu la stessa volontà dell’autrice, che si oppose fermamente all’utilizzo del suo brano, annunciando la sua decisione solo sei giorni prima della data prevista per la consegna del montaggio definitivo.

La scelta ricadde a quel punto su I don’t want to wait, il cui testo è incentrato sul racconto di un amore eterno, capace di sfidare il tempo e persino la morte. Fonte di ispirazione nella stesura del testo fu per la cantante la bellissima storia d’amore di suo nonno e la moglie.

Il brano venne immediatamente amato dal pubblico, cristallizzandosi nella storia come un pezzo eterno e intramontabile, capace di sopravvivere alla prova del tempo esattamente come quel grande amore di cui narra.