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Spike sarebbe dovuto morire all’inizio di Buffy l’ammazzavampiri, ma James Marsters lo impedì

Buffy, la serie tv di Joss Whedon terminata nel 2003 con un indimenticabile finale, ha fatto innamorare diverse generazioni della coraggiosa cacciatrice. Buffy Summers, il personaggio che ha lanciato la carriera di Sarah Michelle Gellar, ci ha regalato inoltre negli anni diverse citazioni divenute iconiche. Quando pensiamo a questa serie non possiamo però non ricordare un personaggio che con il suo fascino ha lasciato il segno: il vampiro Spike. Sembra incredibile pensare che un personaggio così interessante fosse stato pensato in origine solo per restare in secondo piano e morire in un paio di episodi.

James Marsters, l’interprete di Spike, in una convention ha spiegato come ha impedito che il suo personaggio fosse ucciso in Buffy.

Il vampiro è riuscito a conquistare l’affetto di un gran numero di fan, mostrando come anche i vampiri potessero avere un’anima. Il rapporto che ha costruito con Buffy Summer ha fatto appassionare una generazione di adolescenti che hanno fatto il tifo per loro. Nemici capitali, amanti, alleati: i due sono stati questo e molto di più nelle sei stagioni dello show, regalando sullo schermo una chimica davvero magnetica. Eppure, secondo i piani originali, Spike doveva essere un cattivo secondario, che sarebbe dovuto morire in fretta. Gli sceneggiatori avevano pensato a Drusilla come villain principale di Buffy e James Marsters avrebbe dovuto semplicemente interpretare l’interesse amoroso della sensuale vampira. A raccontarlo è stato proprio l’attore durante l’evento MyCon Live che si è tenuto al Connecticut Convention Center:

Stavano cercando – a quanto pare, mi è stato detto, stavano cercando un attore per Spike. Qualcuno che lo interpretasse per molto tempo. Non sono riusciti a trovare nessuno che gli piacesse. E così devono aver detto: ‘Raschiamo solo il fondo del barile.’ Dobbiamo trovare qualcuno. E penso che abbiano scelto me perché piacevo a Juliet Landau [l’interprete di Drusilla]. Era lei quella che avrebbe dovuto avere il ruolo più importante e avevano solo bisogno di qualcuno che facesse coppia con lei perché tanto mi avrebbero comunque ucciso rapidamente, quindi. Quindi, sì, il piano era questo. Ma io ho portato amore.”

L’attore era determinato a restare nello show molto a lungo e ha capito che poteva riuscirci in un solo modo: conquistando il favore del pubblico. James Marsters ha spiegato che ha deciso di andare contro le indicazioni degli sceneggiatori per dare un’anima al personaggio di Spike. Come ha spiegato, lui voleva che il pubblico riuscisse a connettersi e ad empatizzare con il vampiro:

Mi è stato detto che Spike era un vampiro senz’anima a cui non importava di niente e di nessuno. E i vampiri in Buffy… [gli sceneggiatori] dicevano: ‘Non vogliamo provare compassione per i vampiri’. I vampiri sono metafore delle sfide che devi superare durante la tua adolescenza. Quindi sono progettati per essere sconfitti, e tu ti taglierai la testa e verrai pagato per questo. E poi hanno voltato le spalle. E io ho pensato: ‘Se recito così, uccideranno il mio personaggio. Devo trovare l’amore’. Perché l’amore è quello che ti permette di connetterti con il pubblico. L’amore è buono. Puoi anche innamorarti [del] tradimento, della frustrazione. Ma dev’esserci da qualche parte lassù. È così che ti connetti con le persone. Per me, è stato l’amore di Drusilla a cui mi sono aggrappato. Non era previsto nella sceneggiatura.”

Alla fine l’intuizione di James Marsters si è rivelata corretta: ignorando la sceneggiatura è riuscito a dar vita a uno dei personaggi più amati di Buffy.