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Potrebbero rimuovere la seconda stagione di 13 Reasons Why dal catalogo di Netflix

Netflix è uscita da pochi giorni con i nuovi episodi della seconda stagione di Tredici – 13 Reasons Why, ma le polemiche non sono per nulla mancate.

La seconda stagione della serie si è fatta attendere malgrado la riluttanza di molti fan per una storia, quella che ricalca il romanzo, che si era esaurita nell’arco di una stagione. Ma appena arrivata sui nostri schermi desiderosi di comprendere qualcosa in più sulla storia di Hannah Baker, oltre che degli altri personaggi, ecco scoppiare una polemica di proporzioni ben maggiori rispetto a quelle sopra citate.

Ma qual è il nocciolo della questione?

ATTENZIONE, SPOILER ALERT PER CHI NON È IN PARI

La scena che è scatenato le polemiche è riportata nella puntata finale della seconda stagione di Tredici in cui Tyler viene trascinato nei bagni della scuola e seviziato. Una scena violenta, cruda, addirittura atroce che ha lasciato allibiti tutti gli spettatori.

Inutile forse dirlo, i social si sono scatenati dalla messa in onda in questo episodio. Tra i fan più accaniti c’è stato parecchio malcontento e lamentele. Molti hanno iniziato a mettere al corrente gli spettatori di Tredici, avvisandoli di iniziare a prepararsi o addirittura a saltare la scena. Questa però non è sfuggita al Parents Television Council, che già durante la prima stagione avevano avanzato richieste e lamentele varie in merito al suicidio di Hannah; ad oggi hanno chiesto provvedimenti immediati. Esagerando forse, ma la richiesta è semplice: vogliono la rimozione della seconda stagione. Per tale hanno dichiarato: “Stiamo per chiedere a Netflix la rimozione della seconda stagione della serie Netflix – 13 Reasons why – a causa di potenziali contenuti dannosi”.

Che la richiesta possa sembrare assurda o meno, Tredici è stato realizzato proprio per toccare la sensibilità dello spettatore, ancora troppo nascosto dietro un velo di presunzione quando si parla di tematiche così forti. Lo showrunner della serie, Brian Yorkey, in proposito, ha dichiarato:

“L’idea generale intorno alla storia di Tyler era raccontare il suo viaggio fatto di alti e bassi. Ha fatto alcune scelte positive e poi ha fatto dei passi indietro, una cosa che succede a tutti i ragazzi. […] Abbiamo fatto molte ricerche e abbiamo trovato tante storie simili – storie incredibilmente simili di ragazzi che fanno del male a compagni più deboli. Parliamo di un numero di storie sbalorditivo e quelli sono solo i casi che sono stati denunciati e accertati. Sappiamo che questo genere di reati sono poco denunciati”.

È chiaro l’obiettivo dei produttori. Essi volevano, ed ancora oggi vogliono, portare avanti questa tematica e per tale hanno deciso di inserire questa scena:

“Siamo una serie interessata a parlare di questo tipo di tematiche e questa è una storia che non è mai stata raccontata, ma che aveva senso per questi personaggi. Quindi abbiamo fatto un respiro profondo e abbiamo deciso che valeva la pena far sentire anche questa voce, anche se sarebbe stato difficile realizzarla e sarà difficile da guardare“.

Si tratta di una questione delicata, poichè entrambe le parti in causa hanno un loro punto di vista più o meno condivisibile. Di sicuro, tuttavia, a differenza di altre volte, non si può tacciare la richiesta del PTC come frutto di moralismo.

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