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5 Serie Tv Originali Netflix che hanno puntato tutto sulla qualità

Netflix è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni, attivando un servizio online di streaming prima ed entrando nel settore della produzione dopo. Difatti, a partire dal 2013 la società di Los Gatos ha iniziato a proporci i suoi “Originali”, contenuti inediti che sembrano essere destinati ad aumentare esponenzialmente. La piattaforma streaming (qui vi abbiamo parlato delle novità in arrivo a maggio 2021) sta infatti sfornando prodotti di ogni genere, da quelli più leggeri a quelli più impegnativi. Vi abbiamo già parlato delle serie più profonde che potete trovare sulla piattaforma, ma oggi ci vogliamo concentrare su quei prodotti originali che hanno lasciato il segno grazie all’alta qualità che li contraddistingue.

Serie tv che hanno avuto coraggio di essere uniche, di raccontare storie con crudezza e verità, o immaginarsi mondi che potessero affascinarci. Titoli che hanno puntato tutto sulla qualità rinunciando alla dimensione più mainstream del prodotto, fermandosi esattamente quando volevano fermarsi e arricchendo ogni frame con dialoghi, fotografia e interpretazioni sopraffine. Sono tanti gli show che avremmo potuto includere, a partire dall’acclamata BoJack Horseman che ha più volte dimostrato di essere uno dei migliori prodotti Netflix. Oggi non vi parleremo della storia del cavallo di Hollywoo, ma siamo certi che nella nostra selezione troverete qualcosa che potrete apprezzare allo stesso modo.

Vediamo dunque insieme 5 Serie Tv Originali Netflix che hanno puntato tutto sulla qualità.

1) Dark

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Prima produzione tedesca importante di Netflix, Dark ha lasciato il segno grazie al suo coraggioso approccio alla narrazione seriale.

Partita come un’intrigante storia investigativa, questa oscura serie sci-fi si è poi trasformata in un ambizioso racconto sui viaggi temporali e sulla natura dell’essere umano. Sfruttando loop temporali indissolubili, legami familiari impensabili e angoscianti contesti apocalittici, lo show creato da Baran bo Odar e Jantje Friese si è costruito un’identità unica, elevata ulteriormente da atmosfere così suggestive da mantenere vivo l’interesse del pubblico, malgrado la confusione. Infatti, nonostante non sia facile da seguire, Dark è sempre riuscita a mantenersi coerente, costruendo personaggi poeticamente tragici e linee narrative dai sapori sempre diversi.

Bisogna dire che lo show non è privo di difetti: talvolta ci sono state alcune ridondanze che hanno appesantito la storia, così come alcune storyline secondarie che non sono riuscite a centrare il segno. Ma ciò non toglie il fatto che Dark abbia saputo costruire un intricato mosaico in cui scienza, fantascienza, filosofia e le più profonde emozioni umane si sono incontrate, in un prodotto impegnativo ma estremamente stimolante. Basti pensare alla messa in scena di Baran bo Odar, sempre riconoscibile grazie alle imponenti scenografie, l’inquietante e ammaliante fotografia e scelte musicali veramente azzeccate. Infine, con la storia d’amore fra Jonas e Martha, tragici amanti condannati a un destino imprescindibile, l’Originale Netflix ha garantito al suo racconto l’elemento emotivo di cui aveva bisogno per avvicinarsi al pubblico.

Così come il tassello necessario per chiudere il cerchio e giungere a un finale commovente e soddisfacente.

2) Ozark

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Una delle migliori serie crime degli ultimi anni, Ozark nasce come una sorta di erede intellettuale di Breaking Bad. Tuttavia, pur avendo diverse affinità con il capolavoro di Gilligan, nel giro di poco tempo lo show è riuscito ad affermare la sua personalissima identità. La serie segue la storia della famiglia Byrde, costretta a vivere nel terrore a causa del legame di Marty con il cartello messicano, per poi incuriosirsi sempre di più del mondo criminale e scegliere di viverci dentro. Dopo l’ottima prima stagione, la serie ha continuato a crescere, sfruttando le interpretazioni straordinarie di Jason Bateman e Laura Linney. Entrambi protagonisti dalla doppia morale che, pur non essendo propriamente cattivi, dimostrano di essere opportunisti in costante competizione. Una dinamica che non può che affascinarci, e dimostrare quanto l’Originale Netflix abbia intrapreso una strada del tutto indipendente rispetto a quella di altri prodotti simili.

La sua particolarissima fotografia, contraddistinta da un ostinato filtro blu, la rende immediatamente riconoscibile. I dialoghi sono sempre molto incisivi ma mai eccessivamente spettacolari. Difatti, rispetto a Breaking Bad, Ozark fa ricorso a una narrazione più asciutta, ma sempre efficace: il ritmo regge sempre molto bene, la trama è credibile e i colpi di scena sono eseguiti talmente bene da lasciare gli spettatori con un terribile senso di angoscia. Pur essendoci ancora tanto potenziale materiale da poter esplorare, lo show si chiuderà con la quarta stagione. Una scelta che indica quanto gli autori non si siano lasciati ingolosire dall’enorme successo dello show, rimanendo fedeli alla visione originale. Ma soprattutto intraprendendo una strada per niente banale, testimonianza di quanto Ozark abbia preferito la qualità alla dimensione mainstream.

3) Mindhunter

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Prodotta dal grande David Fincher, Mindhunter è un prodotto che tutti gli appassionati di true crime dovrebbero vedere. Lo show racconta l’origine della profilazione criminale attraverso l’utilizzo di conoscenze psicologiche per stabilire un profilo del colpevole. Una ricerca innovativa che porterà alla nascita della “Behavioral Science Unit” dell’FBI, ma soprattutto allo studio dei comportamenti degli assassini più celebri della storia americana. I protagonisti dello show sono Holden Ford, un negoziatore dell’FBI, l’agente Bill Tench e la professoressa Wendy Carr: personalità spesso in contrasto, che però intraprenderanno insieme un percorso tanto oscuro quanto affascinante nella mente di serial killer realmente esistiti: Edmund Kemper, David Berkowitz, Charles Manson, e tanti altri.

Assassini senza rimorsi, ognuno di loro portavoce di storie agghiaccianti. Eppure, nonostante nella loro voce non ci sia alcun tipo di pentimento, questi serial killer hanno finito per affascinarci e apparire molto più umani di quanto vorremmo ammettere. Mentre penetrano nella loro mente e passato, i protagonisti si ritroveranno a intraprendere un viaggio introspettivo che farà mettere loro tutto in discussione. Allo stesso modo gli spettatori non potranno che rimanere colpiti dai racconti di questi killer, complice una ricostruzione fedele e realistica delle interviste. Così come la messa in scena di Fincher: cupa, angosciante ma terribilmente irresistibile.

4) The Crown

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The Crown è sicuramente uno dei fiori all’occhiello di Netflix.

Creato da Peter Morgan, lo show ci porta dietro i cancelli dorati di Buckingham Palace, mostrandoci la storia della famiglia reale fra pregi e difetti. Contraddistinta da una messa in scena veramente impressionante, The Crown ha una doppia chiave di lettura: da un lato abbiamo il racconto storico, che ci trasporta in alcuni degli eventi storici più determinanti della storia moderna. Dall’altro abbiamo invece un racconto molto più intimo, uno sguardo su personaggi che – al di là dei titoli e delle responsabilità che derivano da essi – mostrano le stesse fragilità di qualsiasi essere umano. La vita di Elisabetta II viene così sviscerata nei minimi dettagli, dal matrimonio con il Principe Filippo fino ad arrivare ai giorni nostri.

Potendo contare su una grande produzione, lo show ha puntato davvero tutto sulla qualità, partendo dall’impeccabile messa in scena fino ad arrivare a interpretazioni di altissimo livello. Pur cambiando cast ogni due stagioni, The Crown non ha mai perso la sua linearità, riuscendo così a raccontare con efficacia la vita dei suoi protagonisti e i cambiamenti dell’Inghilterra. Ovviamente, lo show non è un documentario e si è preso certe libertà narrative laddove necessario. Ma ciò non toglie comunque forza a un prodotto che si è dimostrato capace di analizzare l’animo umano e ciò che può sostenere, così come un sistema sociale in cui spesso e volentieri non c’è nessun vincitore.

5) When They See Us

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Tratta da una storia vera, When They See Us è un vero e proprio pugno nello stomaco. Una miniserie che, con appena quattro puntate, è riuscita a raccontare con crudezza e onestà una storia di amorale razzismo: nel 1989, cinque ragazzi vengono accusati dello stupro di una ragazza che stava correndo a Central Park. Un’accusa basata sull’unica “colpa” degli indagati: quella di essere neri. Difatti, i Cinque di Central Park non vengono accusati perché colpevoli, ma perché l’America aveva bisogno di un colpevole. E purtroppo quei ragazzini – simbolo di un popolo ancora tanto odiato – erano il perfetto capro espiatorio.

Nel racconto che ci viene presentato non c’è alcuna logica morale. C’è solo il dramma di 5 minorenni che, incapaci di difendersi, cedono alle pressioni di un paese che non vuole proteggerli. Ed è questo ciò che rende la miniserie così impattante: sappiamo che i protagonisti sono innocenti, eppure li vediamo comunque perdere anni preziosi della proprio vita, mentre il mondo va avanti e spezza per sempre il loro animo. Descritto nei minimi dettagli, la tragedia che ci viene raccontata ci spinge a provare lo stesso dolore dei personaggi, così come una forte rabbia per un sistema che condanna senza alcun criterio. Per una storia del genere non c’è stato bisogno di romanzare. D’altronde la verità non ha bisogno né di cliché né di drammatizzazione. La storia parla da sola: con immagini forti, dialoghi struggenti e interpretazioni memorabili che lasceranno un segno indelebile nella vostra mente.

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