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Alexandra Reid: il leader decadente sbiadito dal peso dell’eternità

Il male ha sempre una marcia in più rispetto al bene. Tale spinta è dettata dal bisogno che esso ha di perseverare nel tempo. Spesso la luce si logora più dell’oscurità ed è per questo che la malvagità riesce sempre a districarsi nella trappola del tempo. Tale malsana sete di eternità rende ancor più spaventosa l’arrendevolezza del bene. D’altronde un tiranno non avrà mai bisogno di proteggere qualcun altro che non sia se stesso. Alexandra Reid, interpretata da una strepitosa Sigourney Weaver, reincarna tutti questi orribili aspetti.

Ella è un mostro immortale che approvvigiona la sua mostruosa sete di potere e sangue senza pausa.Alexandra

Un essere ignobile nell’animo ma raffinato e splendente nelle fattezze. Niente e nessuno può scampare alla forza distruttiva e all’oscura indifferenza con la quale la sua sanguinosa organizzazione distrugge città, imperi e civiltà. L’antichissima setta di stampo massonico nota come “La Mano” nasce sulla scia di un golpe. Cinque membri, cinque dissidenti, cinque traditori decidono di barattare il loro onore e una storia millenaria per la propria brama di supremazia. Ognuno di essi rappresenta un dito che stringe, insieme agli altri, nel proprio palmo il destino del mondo.

Alexandra si immola a leader del male e orchestra, dall’alto della sua orribile natura, tutto ciò che ruota attorno al suo disegno di conquista. Non esiste un solo momento in cui il suo cervello non stia elaborando oscure trame ed è pressoché inutile sfidarla. Tanto che i suoi temibili compari di tragedia, tra cui l’indecifrabile Madame Gao, hanno una specie di timore nei suoi confronti dettato da secoli di brutalità e nefandezze.

La leadership di Alexandra Reid è ancorata a solide basi di terrore referenziale derivato dalla sua essenza arrivista e perversa.

Alexandra

Inutile sperare nel gelido abbraccio della mietitrice per far cessare il suo regno oscuro. Lei, la regina, è immune alla morte e la sua vita scorre tra le mille e più ere dell’uomo. Solo una malattia bastarda può insidiare parzialmente questo losco principio ma, come già detto, il male trova sempre un escamotage. Ed il suo è Black Sky, al secolo Elektra.

Alexandra assume Frankensteiniani caratteri creando una sua creatura, un mostro che torna dal mondo dei morti e che condivide con lei l’inganno dell’involucro esterno. La rediviva Elektra cela un’anima nera sepolta in un sarcofago angelico, come la sua creatrice. Il mostro viene a galla grazie ai perfidi riti della Mano e il piano millenario può essere finalmente messo in atto.

Tuttavia la rinascita di Black Sky smuove qualcosa nell’inflessibile leader. All’improvviso Alexandra diviene una madre amorevole nei confronti di quella che considera una figlia e confida alla sua adepta di sopprimere il dolore per la perdita della sua progenie naturale grazie al compito di mentore che ricopre per lei.

Alexandra Reid non si accontenta di essere il traghettatore del male, ma vuole esserne la madre.

Alexandra

Ma ciò non deve essere inteso come un lato umano o legato a sentimenti lucenti, ma l’incentivo che rende Alexandra un individuo ancor più oscuro. Infatti non vi è male peggiore di quello che, una volta resosi conto di essere spacciato, intavola una cospirazione finale per riempire quel trono che si appresta a lasciare sguarnito. Ed è spaventoso pensare al malsano principio legato a ciò: eroi impauriti, deboli e inermi davanti alla paura della morte contro un nemico che invece si allea con essa. Il mondo sarà sempre spacciato finchè mali così profondi e subdoli perpetueranno indisturbati e potentissimi. L’inadeguatezza del bene sarà perennemente il punto di forza dell’oscurità.

Alexandra conosce a menadito tale principio e non ha paura di affondare i propri artigli nella carcassa dell’avversario. Lo fa con Elektra, lo fa con Daredevil e lo fa con Danny Rand. Conosce i punti deboli del sistema difensivo di un presunto eroe. Talento che rende vano ogni singolo piano di soverchiamento. Tutti i tentativi dei Defenders sono inutili e prevedibili, per una mente maliziosa come quella di Alexandra.

Come sconfiggerla? Come metterla in difficoltà? Come contrastare un nemico simile?

Faccia a faccia è impossibile prevalere. Solo lo zampino del destino può rovesciare questa situazione. E, se la storia può insegnarci qualcosa sui tiranni, è il fatto che spesso e volentieri sono proprio loro a scavarsi la fossa. In esatta contrapposizione al suo portamento saccente e arrogante, l’unica debolezza di Alexandra consiste in quello che è il suo vanto. Lei usa Black Sky e la sua influenza per affermarsi ancor di più nell’organigramma della Mano, senza però fare i conti con la nefasta e subdola natura della potente arma.

Alexandra

La sua “bambina” le si ritorce contro. Elektra assume coscienza propria subendo gli effetti collaterali della sostanza della Mano. Non più un’arma, non più una schiava, non più una bambina … ma un mostro ancor peggiore della sua creatrice.

Alexandra Reid perisce sotto il peso di quell’unica parvenza di amore mostrata in secoli di malvagità. Violando il requisito fondamentale dell’oscurità, la sua omogeneità: essa non transige neanche un singolo stralcio di luce.

Quando si torna indietro dalla morte l’anima resta nel buio profondo, lasciando il posto per qualcos’altro …

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