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Mare Fuori non ha ancora fatto abbastanza rumore 

Mare Fuori di fatto è come se fosse uscita il 10 giugno 2022. Su Netflix. Personalmente ho cominciato a prestarvi attenzione l’8 luglio. Netflix, sull’onda dell’ingresso nella Top Five, pubblicava il primo video extra “Mare Fuori: la storia di Edo e Teresa” e la serie ha presto raggiunto il terzo posto, posizionandosi dopo il colosso Stranger Things, che ha finanche mandato in tilt Netflix, e la prima stagione di Resident Evil, ingaggiante novità del mese.

Posizione numero 3 che ha tenuto stabile per diverse settimane.

Mare Fuori Netflix Top Ten
Mare Fuori raggiunge subito la terza posizione nella Top List di Netflix

È del 20 luglio il secondo video, tributo al successo, di Netflix “Mare Fuori: l’amicizia tra Carmine e Filippo”.

Tutto merito del buzz che la serie – prodotta da Rai Fiction con Picomedia – ha generato, non certo grazie alla stessa Rai o ai media tradizionali, ma grazie alla fan base sempre più estesa prima su Twitter, quindi su TikTok e Instagram con i primi reel e tormentoni. Al centro volti e voci dei giovani talentuosi protagonisti, napoletani e non solo, che sono diventati specchio e crew di amici da amare per una community composta principalmente da young adults, ma anche da millennial. Diversamente, e in altri momenti, dai boomer.

Tormentone è diventata anche la sigla.

Non ti preoccupà guagliò, ci sta o mar for, ci sta o mar for.

Arret’e sbarr ci sta o mar for, ci sta o mar for

Un inno alla speranza, un grido di aiuto e ottimismo collettivo per tutti quei giovani che sono a un passo dal’oltrepassare i limiti della legalità, che scherzano con giochi inutilmente pericolosi, come appendersi a testa in giù da un ponte, o che vivono in contesti dove trovare altre vie di formazione e di vita è spesso impossibile.

Il brano di apertura “‘O mar for” nasce da un’idea e un testo di Matteo Paolillo, cantante e promettente attore che in Mare Fuori interpreta Edoardo, boss adolescente finito in carcere per spaccio e pronto a diventare leader della sua famiglia camorrista, una volta scontata la pena.  In alcune interviste Paolillo ha dichiarato di aver pensato al testo mentre cominciava a identificarsi con Edoardo, ragazzo bello e intelligente vittima della sua stessa intelligenza e del desiderio di dedicarla alla criminalità.

Mare Fuori
Edoardo interpretato da Matteo Paolillo, attore e cantante – Mare Fuori

Con l’amico Producer Lorenzo Gennaro, in arte Lolloflow, e con il contributo vocale di Raiz nasce ‘O Mare For, brano evocativo in dialetto napoletano, successivamente arrangiato dal compositore della colonna sonora ufficiale della serie, Stefano Lentini, noto per la produzione di musiche originali di importanti film come The Grandmaster, candidato a due Premi Oscar, di serie e show televisivi, quali Braccialetti Rossi e Ballarò. È da questo brano di apertura – nonché titolo – di Mare Fuori che nasce una colonna sonora intensa con brani simbolici e diegetici, magicamente integrati nella narrazione.

La colonna sonora è online su Spotify dal 2020, l’anno di uscita della serie su Rai 2. Se oggi Mare Fuori non ha ancora fatto il rumore che merita, nel 2020 – e fino a dicembre 2021 quando è andata in onda la stagione 2, sempre in prime timenon se ne parlava neanche. Pochissima l’attenzione mediatica e le recensioni sul web sia da parte dei quotidiani che di blog e testate specialistiche.

Pressoché inesistente l’impegno della Rai nel promuoverla, nonostante il successo raggiunto sia in programmazione lineare su Rai 2 (2 episodi a settimana per 6 settimane) sia, soprattutto, on demand su RaiPlay. Un successo tale da prevedere il rinnovo per altre due stagioni che ha portato Mare Fuori a essere il contenuto più visto di sempre sulla piattaforma streaming della Rai, con 30 milioni di visualizzazioni a due mesi dalla prima messa in onda.

Dello spreco e della sfiducia della Rai verso i suoi prodotti più interessanti, capaci di sganciarsi dalle logiche della fiction italiana, aveva scritto Aldo Grasso in un articolo sul Corriere della Sera titolato “Mare Fuori… o dell’incapacità Rai di valorizzare le proprie perle”.

Perché Mare Fuori è una perla, di cui si è ancora parlato poco.

ragazzi in cella
Ragazzi in cella – Mare Fuori

È una storia di amicizia e formazione, ambientata all’IPM di Napoli – Istituto Penale Minorile – che si ispira al carcere di Nisida, nell’arcipelago delle Isole Flegree.

La serie però, diversamente da quanto alcune testate hanno scritto, non è girata a Nisida ma nella base della Marina militare che si affaccia sul mare di Napoli, perfettamente ricostruita e affrescata per rappresentare il carcere. Come intense sono le celle, la mensa e le sbarre delle finestre. Claustrofobici i corridoi e realistico il campo da calcio, elemento di verità in quanto risaputo spazio comune nelle giornate di adolescenti in stato di detenzione.

In Mare Fuori, diversi personaggi, tutti minorenni, ragazzi e ragazze sono reclusi per i più svariati e gravi reati: furti, rapine, spaccio, omicidi. Nell’arco delle due stagioni impariamo a conoscerli uno per uno: prima Filippo (Nicola Maupas) alla sua prima vera prova attoriale, e Carmine (Massimilano Caiazzo) che, provenienti da città diverse e per motivi diversi, finiscono nella stessa cella. Filippo è un giovane benestante milanese, pianista in vacanza con gli amici a Napoli che, durante una notte brava, accidentalmente uccide il suo amico. Carmine è un ragazzo napoletano appartenente a una nota famiglia camorrista, i Di Salvo, da cui cerca in ogni modo di fuggire. In un atto di legittima difesa, mentre cerca di proteggere la fidanzata Nina da una violenza sessuale, uccide l’aggressore. Viene così incarcerato come se al suo destino di criminalità non possa scappare, sebbene è quanto desideri di più.

In carcere ci sono gli altri ragazzi e ragazze di cui, grazie a lineari bellissime backstories, scopriamo i reati. Mare Fuori infatti compie regolari flashback sulle biografie personali prima dell’arresto. I giorni e le ore precedenti che tengono viva la nostra attenzione. Tutti vogliamo sapere cosa hanno fatto. Perché, per quanto minorenni devianti, è nostro desiderio – ed è intenzione della serie – giungere a comprenderli.

Mare Fuori – cortile e incontro tra maschi e femmine

Il ruolo della direttrice Paola, una Carolina Crescentini che qui nulla ha a che vedere con Corinna, l’attrice cagna di Boris e del comandante Massimo, Carmine Recano, sono il volto plurale di un’altra (ri)forma dell’area penale minorile e dei suoi processi di lavoro.

Da una parte infatti passa, attraverso la nuova direttrice dell’IPM, il messaggio di responsabilità: se si finisce in carcere è perché si è commesso un reato di cui bisogna assumersi la responsabilità e lavorare per superarlo e costruirsi nuove chance. Dall’altra passa il messaggio, rappresentato da Massimo, proveniente egli stesso dalla strada, della comprensione verso gli atteggiamenti violenti dei ragazzi visti come grida di dolore e richieste di aiuto.  Su questa base si fonda il rapporto umano e di affetto, che spesso trascende la stessa deontologia professionale, che Massimo coltiva con i detenuti e in particolare con Carmine verso il quale sposa la missione di salvarlo a tutti i costi dal destino criminale.

Il significato di Mare Fuori va compreso attentamente. Troppi e inutili, anche per la valorizzazione della serie, sono stati i paragoni con Gomorra.

Fuorvianti. In similitudine e in differenza. Mare Fuori non vuole essere l’anti Gomorra né posizionarsi al suo fianco come, di nuovo, ha scritto Aldo Grasso dicendo che “strizza l’occhio alla serie di Sky per esempio nell’uso del dialetto stretto con i sottotitoli”.

Il dialetto in Mare Fuori è semplicemente necessario e si unisce allo slang e all’italiano parlato regionale, non solo campano.

In conferenza stampa Francesco Nardella – vicedirettore di Rai Fiction – sempre nel 2020, aveva dichiarato  “Gomorra a me piace molto, ma io come dirigente del servizio pubblico non l’avrei trasmessa. Perché rappresenta un unico punto di vista, una rappresentazione di quel sistema e basta”.

Questo potrebbe voler dire che Mare Fuori, offrendo messaggi di speranza, sia una serie più incline ai valori di Rai 2, in cui il prison drama lascia spazio ad aspetti melò, ad amicizie e amori che inteneriscono il racconto. Non è così: Mare Fuori è puntuale e non ammicca a valori precostituiti né vuole essere un’espressione conforme al male inteso come sistema, come Gomorra. Piuttosto offre una rappresentazione in cui emerge il lavoro degli educatori come Beppe, (Vincenzo Ferrera) fondato su una forte base valoriale: il riconoscimento del valore primario della persona e il diritto di un ragazzo di essere amato, curato ed educato, seppur si nasconda dietro la maschera del cattivo.

La direzione di Rai 2, all’esordio della prima stagione, aveva dichiarato che sarebbe stato un prodotto importante con cui sperimentare, perché è mission di Rai 2 quella di raggiungere il pubblico più giovane. Così tuttavia non è stato.

La produzione Rai più coraggiosa degli ultimi anni non ha avuto la promozione che meritava e il successo se l’è guadagnato da sola.

La sua qualità intrinseca e il passaparola generato sui social dai più giovani sono stati il suo forte. L’ultimo episodio della seconda stagione, andato in onda l’8 dicembre 2021 su Rai 2, non ha superato Chi l’ha visto (2.036.000 telespettatori, share 10.4%) ma si è posizionato bene con 1.313.000 telespettatori, share 6.2%.

Mare Fuori cast
Mare Fuori – parte del cast

È un peccato che le logiche della Rai non abbiano tenuto conto della felicità di uno dei suoi prodotti migliori, togliendolo da Rai Play e cedendolo a Netflix. Destino che non era avvenuto con L’Amica Geniale, per qualità, intensità e cast corale, molto più vicino a Mare Fuori, rispetto a Gomorra. La serie ispirata ai best seller internazionali di Elena Ferrante, co-prodotta con HBO era rimasta infatti ben legata a RaiPlay e aveva goduto di una promozione vertiginosa, anticipata dal successo planetario dei libri.

È pur vero che il passaggio a Netflix – ormai canale mainstream per gli spettatori seriali e per un pubblico giovane che non segue più la tv generalista – è stato una promozione sul campo per Mare Fuori. E un successo per la piattaforma che ha acquisito un prodotto di grande successo, ma di poco rumore.

Forse è adesso che Mare Fuori comincia a fare rumore. È un rumore dilatato nel tempo come la musica tormentata del pianoforte di Filippo che rinasce progressivamente o come i pezzi di CardioTrap che piano piano si fanno salvezza. 

Mare Fuori non è un fenomeno televisivo e di marketing come lo è stato Gomorra. A gennaio, dopo che la serie aveva concluso la fruizione lineare ed era passata su Ray Play, in un post Instagram, Cristiana Farina, sceneggiatrice insieme a Maurizio Careddu, aveva non a caso scritto:

Mare Fuori ha superato le 20 milioni di visualizzazioni in streaming su RaiPlay. Incredibile! Primo da settimane per richieste on demand. Numeri da Netflix worldwide e nessuno dà fiato alle trombe?!?! Siamo un paese con scarsa autostima e poco coraggio! Urge una cura. Suggerimenti?“.

Considerevole, ma anche qui silenziosa, l’eco che la serie ha avuto a livello internazionale: Beta Film, responsabile della distribuzione estera, ha stretto accordi con importanti network, dalla WarnerMedia Latin America per HBO Max al canale svedese TV4, oltre che in Francia e Spagna.

Perché non ha fatto rumore? Eppure parliamo di una serie che mette in scena l’impegno, quello vero, della Giustizia penale, l’esperienza degli adolescenti in carcere, dando spazio a una nuova generazione di attori semi-professionisti e non professionisti. Giovani che hanno compreso il senso del loro lavoro, cercando di rispettare i coetanei davvero reclusi a Nisida, senza enfasi e con una grande responsabilità etica cui far fronte.

I cast per Mare Fuori sono stati lunghissimi, con migliaia di candidati e 8 provini di progressiva difficolta prima di incontrare il regista. Non è stata la ricerca minuziosa che Saverio Costanzo ha fatto per trovare le piccole e e poi adolescenti attrici che rappresentassero Lenù e Lila in L’Amica Geniale, ma certamente in Mare Fuori il casting è complesso per individuare le fisionomie, psicologie e i volti ideali a incarnare la storia.

Come ha dichiarato il regista Carmine Elia, Mare Fuori è una storia positiva che racconta un’altra Napoli. I processi educativi, il reinserimento sociale, gli errori e il perdono, la violenza e l’amicizia, l’intensità emotiva con cui vengono rappresentate le dinamiche familiari dentro e fuori dall’IPM, gli sviluppi dinamici della trama, le musiche e le piece recitative fanno di Mare Fuori una serie bellissima, che merita di essere scoperta e guardata. Il risultato di un ottimo lavoro di squadra, in gran parte realizzato dai giovani.

L’augurio è che, con la terza stagione in arrivo e confidando in una vis creativa crescente, il suo suono possa arrivare più forte. Intanto consigliamo vivamente una prima visione per tutti coloro che, due anni fa, se l’erano persa per vuoti di comunicazione e troppo silenzio.

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