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Jane, la serie su Apple TV+ che educa i giovani ad un ambientalismo necessario – La Recensione

In un mondo come il nostro, dove la temperatura globale si alza di grado in grado con il passare degli anni, dove le calotte polari di sciolgono a velocità allarmante e dove il problema che riguarda la salvaguardia del nostro pianeta si fa ogni giorno più impellente, servono sempre di più prodotti in grado di parlare al cuore delle persone. Film, serie tv, cortometraggi che smuovano i potenti tanto quanto le persone comuni e che riescano a colpire (e a far riflettere) su una tematica ormai non più nascondibile sotto il tappeto. Il 14 aprile è sbarcata su Apple TV+ Jane, serie ispirata dalla figura dell’etologa britannica Jane Goodall, e noi vogliamo gridarlo ad alta voce: mai prodotto fu più sensato. La nostra recensione di Jane, il delicato gioiello di Apple TV+ che educa i giovani (e forse ancora di più gli adulti) ad un ambientalismo necessario.

Jane (640×373)

La piattaforma nata dall’omonimo colosso di elettronica ci ha regalato nel corso degli anni diverse serie di ottimo livello, tutte diverse l’una dall’altra. Jane, nel suo essere un prodotto apparentemente riservato solo ad un pubblico molto giovane, si rivela l’ennesimo colpo riuscito di una piattaforma che è sempre in grado di diversificarsi. E che mai, mai, risulta banale. Creata da J. J. Johnson e frutto di una collaborazione tra la Sinking Ship Entertainment e l’istituto Jane Goodall internazionale, la serie vede come protagonista Jane Garcia, una ragazzina di nove anni appassionata di scienza, animali e natura. Jane, da ambientalista convinta, desidera fortemente fare qualcosa anche solo nel suo piccolo per aiutare il pianeta e salvaguardare gli animali che lo popolano.

In compagnia del suo migliore amico David e del suo scimpanzé Greybeard, un animale di pezza che prende vita grazie alla straordinaria immaginazione della bambina, seguiamo Jane in un viaggio pieno di avventure (immaginarie e non) che puntano a insegnare e divertire insieme. Tutte, dalla prima all’ultima, motivate da un sentimento che in Jane alberga fortissimo: l’amore incontaminato per tutto ciò che ci circonda.

Jane (640×360)

Il primo grosso punto a favore della serie è il perfetto connubio tra realtà e fantasia che la caratterizza. Ognuno dei dieci episodi si concentra su un particolare animale, dallo squalo bianco all’orso polare, e ne esplora la storia e le caratteristiche fondamentali risultando interessante (perché, andiamo, chi non ama vedere sullo schermo adorabili cuccioli?) e coinvolgente (c’è più azione in Jane che in tanti thriller poco riusciti). La dolce protagonista è dotata di una creatività e un’immaginazione fuori dal comune, ed è proprio questa volontà di esplorare mondi nuovi e fiabeschi a trasportarci in una narrazione che ha del magico. Narrazione che non per questo risulta meno seria o poco impregnata di significati nascosti, perché l’altro grande lato positivo di Jane è la voglia, senza se e senza ma, di raccontare la verità. Se da una parte il nostro mondo e la natura che lo popola vengono portati in scena con la semplicità e la dolcezza che hanno solo gli infanti, dall’altra si sente in Jane la denuncia, la rabbia e la sofferenza di una generazione destinata a pagare le colpe di quelle venute prima di lei.

In Jane sono i bambini, coraggiosi tante volte più degli adulti e disposti a fare qualsiasi cosa per ciò in cui credono, i protagonisti di una storia che ha carattere universale.

E’ sempre bello, tra l’altro, vedere in scena protagoniste femminili che non solo sprizzano forza e intelligenza da tutti i pori, ma che si discostano anche dagli stereotipi che tanto vengono loro generalmente appiccicati addosso. La piccola Jane è a tutti gli effetti una badass, guerriera instancabile e mai infantile nonostante la sua giovane età, che a differenza di tanti altri ha il coraggio di mettersi in gioco in un periodo della sua vita dove, tradizionalmente, di preoccupazioni non dovrebbe averne. E’ fin troppo facile vedere nella protagonista la vera Jane Goodall, forse la figura più autorevole nel campo dell’etologia e della salvaguardia delle specie animali; figura che finalmente brilla, si prende tutta l’attenzione che merita e resta impressa nella mente di chi guarda.

Jane Goodall (640×427)

La serie, però, fa un passo ulteriore. Abbiamo detto che denuncia, educa e tenta di instillare nel cuore di grandi e piccoli un’attenzione ormai necessaria nei confronti di un tema fondamentale come quello dell’attenzione verso l’ambiente. Allo stesso modo, Jane sottolinea con una facilità quasi sconvolgente un dettaglio che noi umani tendiamo spesso a dimenticare: sotto sotto, quanto siamo diversi dagli animali? Animali che con i loro istinti, il loro amore verso la famiglia e la loro impressionante capacità di adattamento e di autoconservazione si rivelano molto più simili a noi proprietari di pollici opponibili di quanto pensiamo.

E’ inevitabile che in un progetto così ambizioso ci sia anche quale pecca. Per una produzione in live action, spesso l’utilizzo massiccio degli effetti speciali e della computer grafica lascia desiderare. Nel complesso, in ogni caso, Jane è un prodotto godibile, ben riuscito e che fa il suo lavoro, senza risultare troppo pesante da una parte o poco avvicinabile dall’altra.

Soprattutto, ci lascia un po’ di speranza. E ci ricorda che, tante volte, il cambiamento parte da dove meno ce lo aspetteremmo.

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