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10 cose che ho pensato dopo aver visto il pilot di Inverso

Inverso è arrivato silenziosamente, molti di noi se lo sono semplicemente ritrovato nella bacheca di Amazon Prime Video, mentre altri ne sono venuti a conoscenza tramite i social. Tuttavia, nonostante la poca pubblicità dedicata alla sua promozione, questa serie tv ha presentato un pilot piuttosto interessante.

Pur non eccellendo nell’originalità (continuo a riferirmi solo al pilot), ha presentato alcuni aspetti davvero coinvolgenti, ricordando altre serie prima di questa che hanno messo in luce i lati negativi di una tecnologia fuori controllo.

Ecco 10 cose che ho pensato guardando il pilot Inverso

1) Non è originale

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Flynne (640×360)

Come anticipavo, quello che ci viene mostrato nella prima puntata è davvero interessante e sicuramente ricco di informazioni capaci di tenerci incollati allo schermo. Tuttavia, questo non basta però a farla apparire come una serie originale, attingendo tanto ad altre già viste e nettamente più famose e piazzate.

Insomma è facile individuare alcuni elementi ricorrenti: due fratelli poveri, una madre malata, il peso di non poterla aiutare e il prestarsi a un esperimento apparentemente innocuo per pagarle le cure. Personalmente potrei trovare numerosissime altre serie tv che cominciano nello stesso modo, tra le altre la famosissima Squid Game.

Premessa più che dovuta però, qui stiamo parlando solo del pilot, perché in seguito le vicende prendono una piega davvero interessante.

2) Chloë Moretz è una conferma

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Flynne (640×360)

Personalmente mi è sempre piaciuta la Moretz, un po’ per i ruoli sempre azzeccati, un po’ perché la reputo davvero molto espressiva.

La prima volta che l’ho vista è stata nel remake di The Amityville, horror del 2005 con Ryan Reynolds, quando l’attrice aveva solo 8 anni. Da allora posso dire di averla sempre apprezzata in qualsiasi ruolo, ma in questo caso penso non potesse esserci personaggio più azzeccato di lei.

Seppur nel pilot il protagonista vero sia Burton, (Jack Reynor), anche lui splendida scoperta, l’espressività di Chloë Moretz è semplicemente perfetta per le scene in questione.

3) Vorrei provarlo anche io

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(640×360)

Chi di voi non ha pensato la stessa cosa. Insomma, essere pagati per testare un gioco in realtà virtuale, non è un lavoro dei sogni?

Flynne e Burton si trovano infatti a testare una sorta di viaggio nel tempo, permesso grazie a un flusso di particelle quantistiche che trasportano informazioni e permettono a una persona di “abitare” una sorta di avatar.

Per i veri amanti dei videogiochi, come la è anche la stessa Flynne, si tratta di un’esperienza da non perdere per nessun motivo al mondo, fino a quando non si scopre che la realtà (in tutti i sensi) è ben diversa.

4) Inverso non può che finire male

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Finita la prima puntata, tutto il mio entusiasmo e la voglia di provare quel “gioco” sono svanite in circa 3 secondi, perché è inevitabile non rendersi conto della pericolosità della faccenda.

Non solo Flynne si rende conto di non star giocando a The Sims, ma inizia a soffrire proprio fisicamente delle conseguenze di quella esperienza virtuale. Ha dolori alla testa, spaesamento e ogni volta che si ricollega sta sempre peggio. Oltre al fatto che cercano di ucciderla, fatto non trascurabile.

Insomma, è abbastanza chiaro fin da subito (dal pilot) che questa storia non andrà a finire bene.

5) Ottimo ritmo

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Spesso certe serie, quelle in cui la tecnologia ha un ruolo preponderante, tendono a perdersi in filosofia e passaggi superflui, allungando il brodo in maniera eccessiva.

Anche in questo caso Inverso si distingue e riesce a tenere un buon ritmo per tutta la durata dei lunghissimi episodi. Non c’è da stupirsi, buon sangue non mente, infatti il regista è Jonathan Nolan, fratello di uno dei registi più bravi e particolari di tutti i tempi, il visionario Christopher Nolan.

Jonathan Nolan costruisce una storia che coinvolge e soprattutto in grado di non annoiare mai.

6) Registicamente buono

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Proseguendo sul punto precedente, la regia e la fotografia di questa serie sono davvero da non sottovalutare. Anche la CGI e il montaggio funzionano alla perfezione, restituendoci un prodotto di qualità che pone la differenza su tante produzioni scarse (pensiamo ad alcune delle ultime uscite di casa Netflix).

Di fatto Amazon Prime Video punta sulla qualità più che sulla quantità, e con qualche produzione in meno cerca di assicurarci sempre un prodotto di altessima qualità.

7) Il pilot di Inverso è una puntata di Black Mirror?

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Inevitabile fare il paragone con alcuni dei suoi antenati più importanti.

Inverso ricorda Black Mirror (qui ti ricordiamo i nostri episodi preferiti), e in fondo, almeno nel pilot sembra volerci dare la solita morale di come la tecnologia a lungo andare possa diventare davvero pericolosa, soprattutto quando si decide di intaccare il cervello umano e le funzioni motorie.

Inverso mi ha ricordato diversi episodi nella nota serie distopica, ma non solo, non ho potuto non pensare a Upload, altro ottimo prodotto di casa Amazon Prime Video.

8) In Inverso ci sono tanti dettagli

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La serie ricorda molto cimeli cinematografici del genere cyberpunk (pensiamo a Matrix a Il Tagliaerbe, Strange Days o Johnny Mnemonic), e per questo motivo ha richiesto un’attenta cura ai dettagli.

Pensiamo solo all’accuratezza della Londra del XXII secolo che Flynne si trova a “navigare”, i dettagli sono davvero maniacali, dalle scale della National Gallery fino Trafalgar Square per aggiungere poi monumenti mai visti e puramente inventati, che sembrano però perfetti per questa misteriosa ma così familiare città.

9) La tecnologia mi spaventa

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Dopo aver visto numerose serie tv, che come dicevo comprendono anche la nota Black Mirror, che mostrano le conseguenze di un uso spropositato della tecnologia, ne sono ancora più spaventata.

Insomma, alcune cose sembrano lontane anni luce da noi, eppure se ci fermiamo a riflettere sulla velocità in cui sta evolvendo tutto il comparto tecnologico mondiale alcune conseguenze non sono poi così lontane e anzi ci sembra di starle già vivendo.

10) Si vede che dietro ci sono i creatori di Westworld

L’ultima cosa che ho pensato dopo aver visto il pilot, è che una trama del genere non poteva che avere dietro i geniali creatori della famosissima Westworld.

Parliamo appunto di Jonathan Nolan e Lisa Joy, il duo di sceneggiatori e produttori dietro la visionaria serie di fantascienza.

Inoltre, l’episodio pilota è inoltre diretto da Vincenzo Natali (Cube, Splice), che è anche Executive Producer della serie.