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Margherita Vicario, quella dei Cesaroni che ce l’ha fatta

Possiamo dire che Margherita Vicario ha fatto Bingo dopo i Cesaroni?

Scusate la partenza da boomer, ma si sa che il dono della sintesi è importante e questo incipit riassume perfettamente il contenuto dell’articolo di quest’oggi.

Partiamo con ordine, perché è anch’esso importante, almeno quanto l’essere concisi.

Ve li ricordate “I Cesaroni“? La fiction Mediaset andata in onda dal settembre 2006 al novembre 2014 che racconta le vicende di una famiglia allargata, i Cesaroni, composta da due ex fidanzati, Giulio e Lucia, che si ritrovano dopo 20 anni e riscoprono il loro amore e dopo mille ostacoli si sposano e vanno a vivere in casa di lui, a Roma, con i tre figli di lui e le due figlie di lei.

Non stiamo parlando di un capolavoro e nemmeno di chissà quale prodotto originale, però, la fiction ebbe successo e i personaggi adulti erano interpretati da attori di tutto rispetto: Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci.

I giovani erano invece, per lo più, tutti attori esordienti che post “I Cesaroni” hanno avuto destini diversi: tra tutti, quella che ricordiamo e che ha avuto successo sul piccolo e grande schermo è: Alessandra Mastronardi che infatti lascia la serie due anni prima la chiusura definitiva.

Anche senza Eva (Alessandra Mastronardi), la beniamina dei fan, la fiction si protrae per altre due stagioni e nell’ultima Giulio scopre di avere una figlia segreta: Nina, e vi ricordate da chi era impersonata?

Margherita Vicario! Oggi vogliamo focalizzarci sul suo percorso artistico: quello che l’ha portata ad essere una cantautrice, perché per noi quella dei Cesaroni che ce l’ha fatta, veramente, è proprio lei.

Sembra passata una vita da quanto una ragazza con il frangettone interpretava una studentessa, pentita, di medicina in una fiction per famiglie della televisione commerciale; quella ragazza oggi è una donna perfettamente inserita nella contemporaneità che combatte per la parità e che scrive musica politicamente scorretta.

Oggi Margherita Vicario è una cantante con all’attivo due album e un’attrice di successo che ha lavorato con diversi registi: da Fausto Brizzi e Antonio Manzini fino a Woody Allen. Per la tv ha recitato anche nella serie kolossal “Borgia”. Intervistata da La Stampa, la Vicario, parlando proprio di musica e cinema, precisa: “Sono due vasi separati, in linea di massima, anche perché lavoro con staff di persone completamente diverse, però, per me cantare in pubblico è anche una performance teatrale“.

E infatti tutto quello che ha imparato all’Accademia europea d’arte drammatica e perché no, nella palestra della fiction italiana, si vede anche nel suo approccio olistico alla musica.

Le canzoni di Margherita Vicario sembrano essere pensate per essere recitate sul palco di un concerto o sul set di un videoclip, con coreografie e scenografie ad hoc. Ascoltando una sua canzone è facile immaginare la scena di un film.

Nel panorama musicale italiano contemporaneo rappresenta un unicum: pochi cantanti hanno dato vita ad un progetto musicale che presta attenzione sia al suono e alla produzione che alle immagini.

Margherita è più riconoscibile come cantautrice che come attrice perché con la musica interpreta sé stessa e la sua personalità è davvero interessante ed ha carisma da vendere, ma, senza la sua formazione accademica e la sue origini teatrali, televisive e cinematografiche la sua musica non sarebbe la stessa e così unica, dato che la componente visiva e narrativa dei suoi brani è sempre di primaria importanza all’interno del quadro generale.

Come ammette lei stessa, per strutturare una canzone immagina una scena e la parte visiva, ma anche recitativa, sicuramente è presente nella composizione. 

Margherita Vicario, che poi è figlia e nipote di regista, dice: “Io è da quando ho 12 anni che ho il sogno dell’audiovisivo. Ma i sogni nel cassetto bisogna veramente tenerli chiusi a doppia mandata, e coltivarseli per bene.”

Il suo primo album “Minimal Music“, del 2014, per esempio, è un concept album di 9 brani dove la Vicario, ci accompagna nel suo mondo emotivo e musicale attraverso l’uso della voce e gli arrangiamenti.

E’ evidente la contaminazione con elementi teatrali e recitati perché Margherita mette in musica dei veri e propri dialoghi, ogni canzone riesce a racchiudere dentro di sé una piccola sceneggiatura. Ogni brano è una scena diversa, minimale, perché non ci sono lustrini e paillette; c’è solo una giovane donna che racconta le sue vicende social-sentimentali. Ogni canzone, seppur indipendente musicalmente, si lega all’altra tramite un sottile filo narrativo.

Magari associare un’attrice de “I Cesaroni” alla musica cantautorale potrebbe far storcere il naso a qualche musicista “intellettuale”, perché purtroppo, il pop italiano si concentra, quasi sempre, su temi scontati e musica banale.

Margherita Vicario, invece, nel suo ultimo album Bingo, (maggio 2021), è meno focalizzata su sé stessa e più attenta a quello che le accade intorno, affronta temi “pesanti” come la violenza sulle donne, l’ immigrazione, il suicidio; fa nomi e cognomi; esprime messaggi importanti tramite sorrisi ed ironia e sarcasmo con ritmi multiculturali ed energici e video d’impatto.

La crescita musicale ed umana della cantattrice sta nella conquista della libertà di esprimersi come meglio crede, accostando le sue due più grandi passioni: la musica e la recitazione. Di “Bingo” dice: “Beh il mio disco è pieno di prese di posizione perché io prima di essere una cantante sono una cittadina del Paese, ma che devo fare scusa? In più attingo dalla mia vita quindi di cosa dovrei scrivere se non di quello che vivo? C’è anche chi scrive di altre cose, ma non è il mio percorso. Certo, per raggirare questa accusa, che di per sé è stupida perché un cantante può usare la propria voce come gli pare, un metodo è usare le proprie canzoni per parlare di quello che vuole. Siamo cittadini prima che artisti, quindi siamo liberi di esprimerci“.

Margherita Vicario è quella de “I Cesaroni” che ce l’ha fatta perché è una donna che fa e dice quello che vuole, che si muove in un territorio dominato dai maschi: è una cantautrice che non è pesante ed ha velleità da rapper senza per forza parlare di “cash”.

Ce l’ha fatta perché non si amalgama ai filtri che questa società ci impone, perché è un esempio di girl power.

Margherita Vicario porta avanti progetti importanti ed ispirazionali come “Storie della buonanotte per bambine ribelli“, “uno spettacolo che parla dell’umanità, di diritti umani da difendere o da conquistare ma anche di passione, di studio, di ricerca, di schemi culturali che per tanti secoli non hanno permesso alle donne di avere una vita pienamente libera” e “Cosa vuoi che ne capiscono son bambini!”, uno spettacolo di canzoni suonate insieme al giovane pubblico, di racconti e altre sorprese.

Inoltre nell’autunno 2020 è diventata la nuova Ambassador italiana di Key Change – organizzazione internazionale che vuole portare un bilanciamento delle presenze maschili e femminili nell’industria musicale -, oltre ad essere inclusa tra le 50 donne dell’anno di D-La Repubblica

Questo piccolo resoconto del percorso di crescita artistica e personale di Margherita Vicario dimostra come i pregiudizi siano fatti per essere smentiti.

Chi si sarebbe aspettato tutto questo dalla ragazzina de ” I Cesaroni”?

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