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7 finali delle Serie Tv che non sono dei capolavori ma non sono neanche brutti

Spesso, nel cinema e nelle serie tv, sembra esserci la tendenza a vedere le cose bianche o nere. Tutto o niente. E allo stesso modo sembra andare di pari passo il giudizio che viene dato ai contenuti che visioniamo tutti i giorni in televisione: o una cosa è bella, o si tratta di un flop. Un capolavoro o un completo disastro. Se volessimo però imbarcarci in un’analisi più approfondita, ci accorgeremmo di quanti prodotti stanno letteralmente nel mezzo, in quella nebulosa zona piena di luci e ombre, note positive e scivoloni. Se si parla di finali, poi, la posta è ancora più alta e la paura di fallire è alle stelle. Noi abbiamo provato a portarvene 7, come quello di How to Get Away with Murder, che non sono dei capolavori e al tempo stesso non sono nemmeno da buttare via. Perché alla fine, come si dice, la verità sta nel mezzo.

1) Downton Abbey

Il finale di Downton Abbey (se di finale si può parlare, data l’uscita negli anni successivi di ben due film che hanno portato avanti le vicende della famiglia Crawley) è elegante, semplice e un po’ posh proprio come la serie stessa. Tutto sembra giungere ad una conclusione spontanea: i nobili che tanto abbiamo amato, così come la servitù che l’ha sempre accompagnata, ci salutano senza lasciarci troppo amaro in bocca. Silenziosamente, addirittura. Credo che nessuno si aspettasse da una serie come Downton Abbey un finale ricco di colpi di scena, eppure una certa sensazione di mancanza sembra accompagnare lo scorrimento delle ultime scene. Va tutto bene, è tutto sistemato, eppure manca qualcosa. Anzi, qualcuno. Matthew, dove sei?

2) Community

Community è una di quelle serie, se non addirittura la serie, ad aver aperto la strada a quell’umorismo che ancora oggi, ad Hollywood, va fortissimo. E se da una parte è importante attribuirle il merito di essere stata uno dei prodotti più irriverenti e politicamente scorretti degli ultimi anni (soprattutto per quanto riguarda le prime stagioni), il finale di Community non è stato di certo all’altezza delle aspettative. Tra problemi dietro le quinte fra attori, creator e staff, abbandoni e ritorni si sono susseguiti nel corso degli anni andando a compromettere la qualità della serie. Il finale di Community è, in parole povere, normale. L’abbraccio conclusivo tra i personaggi rimasti è commovente, ma il trasporto emotivo nei confronti di una serie così discontinua non poteva essere alle stelle. Chissà se arriverà il film a risollevarne le sorti.

3) Teen Wolf

How to Get Away with Murder

Ah, il finale di Teen Wolf. E’ sempre difficile parlare di una delle serie che ha accompagnato milioni di ragazzi durante gli anni dell’adolescenza. Per sei stagioni abbiamo seguito le vicende di Scott McCall e dei suoi amici, alle prese con lupi mannari, cacciatori, mostri più o meno terrificanti. Il tutto condito da quel trash tipicamente americano che popola i teen drama e che, diciamocelo, piace un po’ a tutti. Già dalla sesta stagione della serie si intravedeva qualche crepa: giudicata troppo lenta e meno interessante delle precedenti (anche a causa dell’assenza di uno dei personaggi più amati dello show, l’adorabile Stiles) è riuscita a chiudere i giochi con un finale che lascia ben poco. Nè bello, né brutto. Perché la vera domanda è questa: Teen Wolf può essere Teen Wolf senza Stiles Stilinski? La risposta è si, ma a che prezzo?

4) Everwood

Diciamocelo: il finale di Everwood è bello, ma non è un capolavoro. La serie ideata da Greg Berlanti chiude i battenti all’insegna della prevedibilità e ci regala una conclusione, non c’è altro modo per descriverla, carina. Nessun colpo di scena, nessuna situazione particolare o picco di intensità emotiva. Ciò non vuol dire che il finale di Everwood sia da buttare via, tutt’altro: con la delicatezza che la contraddistingue la serie ci saluta senza fare troppo rumore e ripercorrendo i suoi stessi passi (il ritorno della ruota panoramica, in questo senso, è fondamentale). Dopotutto, una serie non ha bisogno di grandi gesti per rimanerci nel cuore: Everwood, con tutta la tranquillità del mondo, ce l’ha fatta.

5) Hannibal

How to Get Away with Murder

La serie creata da Bryan Fuller ci ha regalato uno dei personaggi più sfaccettati del panorama seriale degli ultimi anni, quello di Hannibal Lecter. E proprio perché siamo consci del fatto che Hannibal sia per certi versi un capolavoro che inseriamo, a malincuore, il finale della serie in questo articolo. La terza stagione, infatti, si chiude con un cliffhanger da cardiopalma che finisce in parte per spezzare la tensione tenuta fino a quel momento e che lascia un enorme punto interrogativo sulla sorte dei due protagonisti (e sul loro indecifrabile rapporto). Il finale di Hannibal non è brutto, sia chiaro, eppure lascia con un amaro in bocca difficile da mandare giù. Per anni, inoltre, si è vociferato di una possibile nuova stagione che per ora non ha visto la luce, e che forse ci impedisce di staccarci completamente da una narrazione che sembra non essersi conclusa del tutto.

6) Grace and Frankie

Abbiamo affrontato l’ostico problema del finale di Grace and Frankie proprio in questo articolo, e proprio per questo motivo torniamo ad inserirla. La serie che è riuscita a raccontare in maniera innovativa e meravigliosa quella fase conclusiva e per certi versi difficile della nostra vita ha diviso i fan proprio a causa del suo finale. C’è chi ha apprezzato l’ultima stagione, ma non il finale, e chi al contrario ha salvato gli ultimi episodi e ha giudicato in negativo la stagione conclusiva. Si poteva fare di meglio? Forse. Tutto questo non va a togliere assolutamente nulla ad un prodotto meraviglioso che, più di ogni altro, ci ha dimostrato come la vita non finisca quando si invecchia. Al contrario, ricomincia.

7) How to Get Away with Murder

How to Get Away with Murder

Il finale di How to Get Away with Murder è uno straziante cerchio che si chiude. Un susseguirsi, quasi senza pause, di dolore, riconciliazioni, saluti, dolcezza e scene che ci hanno fatto rimanere incollati davanti allo schermo. Davanti a tutte l’arringa finale di Annalise Keating, una delle scene migliori dell’intera serie e forse uno dei pochi momenti in cui la nostra avvocatessa si sia sentita a tutti gli effetti padrona di se stessa. Il problema, se dobbiamo trovarne uno, è che il finale di How to Get Away with Murder non incide quanto dovrebbe (forse volutamente) e lascia una sensazione dolceamara. La serie creata da Shonda Rhimes non si è mai fatta scrupoli a sconvolgere gli spettatori: fin troppo forse, dato che ad un certo punto sembrava che il numero di morti e colpi di scena stesse andando a penalizzare la qualità della trama. Alla fine si è congedata da noi tutto sommato a testa alta, lasciandoci però con un pizzicorino dietro il collo: “e se fosse andata in modo diverso…?”.

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